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L'MDMA è una medicina? Il film che stavamo aspettando

Un documentario che parla di tutte le funzioni di questa droga, ma soprattutto di quella terapeutica.

Parlare di droga è molto complicato. L'ambito in cui si può inceppare in una conversazione è davvero vasto. Ecco perché Emanuel Sferios ha deciso di dire la sua con un film. Questo ex raver un tempo fondò un'organizzazione incentrata sull'utilizzo responsabile delle droghe alle feste, chiamata DanceSafe, ed ora si sta concentrando sull'argomento MDMA. Emanuel ha mollato DanceSafe più o meno dieci anni fa, ma da poco ha creato il sito di Amend the Rave Act, un'organizzazione no-profit fondata da Dede Goldsmith, che ha perso la figlia in un incidente legato all'abuso di sostanze a uno show di Dada Life due anni fa. La fondazione della Goldsmith, come DanceSage e Breakline, non agisce con tattiche basate sul terrore o sull'apologia dell'anti-droga, opta piuttosto per un dialogo intelligente che parla di problemi reali e apporta informazioni scientifiche. Non ci sorprende che qualcuno come Sferios sia stato tirato dentro questa campagna. Le sue esperienze con problemi di droga sono alla base del suo primo film, che uscirà a breve e si intitola MDMA, The Movie.

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"Si tratta del primo documentario veramente esaustivo e veritiero sull'MDMA. Parte dalla storia per arrivare all'impatto culturale di questa droga unica," ci racconta Sferios. "È molto importante parlare di questo fenomeno culturale e sociale di cui pochi sanno poco e in molti non sanno nulla. I più non hanno idea di come il proibizionismo nei confronti dell'MDMA abbia portato a un'esplosione di commercio di ecstasy mal tagliata, e non ci si rende conto di quanto sia diffuso il consumo di questa droga e di quanto poco siamo informati a riguardo."

Il film si prefigge di educare onestamente e chiaramente alla verità sull'utilizzo ricreativo dell'MDMA, ma non si ferma a questo: desidera anche illustrarne i controversi benefici a livello medico. Sferios ha conosciuto questa droga e ciò che la circonda durante la sua militanza a DanceSafe. "I nostri servizi includevano test di pasticche, sia ai rave che ai festival, o lavoro di laboratori a cui si potevano inviare in maniera anonima le pasticche per farci dei test più approfonditi," ci racconta. I test sulle paste sono un servizio che ha reso scomoda la presenza di DanceSafe a parecchi eventi, il che è un po' una rottura di palle per l'associazione. Ma è proprio questa lotta per l'informazione sulle droghe che ha permesso a Sferios di formarsi una visione sull'MDMA e un'opinione su come viene vista dal resto del mondo.

"Finora abbiamo girato quattro scene," racconta. "Ho intervistato due veterani e una ragazza che è stata violentata e ha preso parte allo studio sperimentale promosso dal MAPS [Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies] per curare il disturbo post-traumatico da stress con questa sostanza. Uno dei veterani, Scott Hudek, si autosomministra da anni l'MDMA e sostiene che gli abbia salvato la vita."

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Sferios racconta di aver filmato un gruppo di sette persone a una festa in casa a Los Angeles intenti ad assumere MDMA. Ma forse la parte migliore di questo film sarà una conversazione con Alexander Shulgin, lo scienziato conosciuto come Sasha o il Padrino dell'Ecstasy, che è morto l'anno scorso a 88 anni. Sferios è riuscito a intervistarlo insieme alla moglie, la scrittrice e ricercatrice Ann Shlugin. "Questa intervista è stata un privilegio immenso," ci raconta. "La salute di Sasha era instabile, ma sia lui che la moglie emanavano un amore autentico che non so raccontare. Tutta la crew era emozionata, dopo l'intervista."

Chi si aspetta un film incentrato sui festoni e gli afteroni rimarrà forse deluso, dato che il filmmaker si è concentrato sulla parte più drammatica della questione, con interviste che parlano di vita, morte, traumi e di come superare la perdita di persone care. "Quello che ho imparato dalle interviste—non l'avevo mai realizzato prima—è che il disturbo post traumatico da stress è completamente connesso con la percezione che si ha di se stessi, con il senso di colpa," spiega Sferios. "Che si tratti di uccidere per sbaglio gente innocente o di non riuscire a salvare i propri commilitoni, il disturbo comporta che chi ne soffre non sia in grado di perdonare se stesso."

Tralasciando le storie di militari, Sferios ha incontrato Rachel Hope, una madre di trent'anni che ha sofferto di disturbo post-traumatico da stress dopo aver elaborato una violenza sessuale a cui è sopravvissuta, che aveva subìto durante l'infanzia. "È arrivata al punto di credere seriamente che ci fosse qualcosa di sbagliato in lei, dato che le erano successe quelle cose orribili," spiega Sferios. "Si è portata dietro questa convinzione e questa immagine distorta di sé per un sacco di tempo."

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"In tutti questi casi, la terapia con l'MDMA ha aiutato questa gente ad avere innanzitutto compassione per se stessi, e li ha aiutati a vedersi sotto una nuova luce," aggiunge.

Sferios racconta che tutti gli intervistati erano sotto il controllo di terapisti e medici che, se non prescrivevano, erano in pieno controllo dei dosaggi delle sostanze assunte dai pazienti. Per questo, forse, chi utilizza MDMA per funzioni terapeutiche è in grado di evitare i postumi cui molti di quelli che lo usano per altri scopi sono abituati, in particolare quelli che lo usano "troppo spesso e in dosi troppo alte." Questo non significa che chi utilizza questa droga per scopi puramente ricreativi sia immune dai suoi benefici.

"Ho notato che anche chi ne fa uso ricreativo può ottenere benefici immensi da questa sostanza" sostiene Sferios. "Non giudico chi utilizza MDMA per le sensazioni piacevoli che provoca o per le esperienze socialmente condivise che contribuisce a creare. In ogni caso, potenzialmente, l'MDMA più viene usato e meno sortisce questi effetti piacevoli. Quindi se questa è l'unica ragione per cui se ne fa uso, si finirà per rimanerci molto male, perché l'abuso ne indebolisce le funzioni. L'ideale sarebbe recepire il messaggio che questa droga comunica, poi riattaccare il telefono e continuare con una nuova consapevolezza."

Potete seguire MDMA the Movie su Twitter.