Luisa Ulrica di Prussia

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Luisa Ulrica di Prussia
Ritratto di Luisa Ulrica di Prussia con una maschera
Antoine Pesne, 1744
Regina consorte di Svezia
Stemma
Stemma
In carica25 marzo 1751 –
12 febbraio 1771
Incoronazione26 novembre 1751
PredecessoreUlrica Eleonora di Svezia
SuccessoreSofia Maddalena di Danimarca
Nome completoLuise Ulrike von Preußen
NascitaBerlino, 24 luglio 1720
MorteSvartsjö, 16 luglio 1782
DinastiaHohenzollern
PadreFederico Guglielmo I di Prussia
MadreSofia Dorotea di Hannover
ConsorteAdolfo Federico di Svezia
FigliGustavo
Carlo
Federico Adolfo
Sofia Albertina
ReligioneProtestantesimo

Luisa Ulrica di Prussia (Berlino, 24 luglio 1720Svartsjö, 16 luglio 1782) fu regina consorte di Svezia a fianco del marito Adolfo Federico di Svezia (1710-1771).

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Luisa Ulrica era figlia del re Federico Guglielmo I di Prussia (1688-1740) e della regina Sofia Dorotea di Hannover (1687-1757). I suoi nonni paterni erano Federico I di Prussia e Sofia Carlotta di Hannover, quelli materni Giorgio I del Regno Unito e Sofia Dorotea di Celle.

La principessa si fidanzò a Berlino il 17 luglio 1744 con il principe ereditario della corona svedese Adolfo Federico di Holstein-Gottorp, figlio di Cristiano Augusto (1673-1726), duca di Schleswig-Holstein-Gottorp e di Albertina Federica di Baden-Durlach.
Adolfo Federico venne eletto principe ereditario anche grazie all'influenza che la Russia esercitava in quel periodo su parte del parlamento svedese.
Il loro matrimonio si celebrò in Svezia, nel palazzo di Drottningholm, il 29 agosto del 1744.

Luisa Ulrica partecipò subito attivamente all'attività politica della sua nuova patria. Come il fratello maggiore Federico II di Prussia, era sostenitrice delle nuove idee illuministiche e appoggiò apertamente il Partito dei Cappelli[1] che si ispirava alla politica francese. Questo fatto provocò l'irrigidimento del corpo diplomatico russo e il rafforzamento del legame tra questo partito e il principe ereditario.

Durante gli anni in cui Luisa Ulrica fu principessa di Svezia condusse una brillante vita sociale, piena di attività artistiche e culturali; la sua residenza preferita era il palazzo di Drottningholm.

Quando, nel 1751, Adolfo Federico divenne re, il Partito dei Cappelli non accettò un aumento dei poteri della monarchia all'interno del Parlamento, come invece la nuova regina si augurava. Da questo scaturì un aperto conflitto tra la coppia reale e il Parlamento stesso. Questa situazione alimentò una diceria secondo la quale Luisa Ulrica avesse impegnato i suoi gioielli per finanziare una rivoluzione al fine di instaurare una monarchia assoluta. Questa diceria rese necessario un inventario dei gioielli della corona.
Con questo fatto la regina rivelò tutte le sue ambizioni e, poiché sembra che avesse veramente cospirato nei preparativi di un complotto che fu scoperto nel 1756, e che ebbe come conseguenza l'esecuzione di diversi suoi sostenitori, Luisa Ulrica venne ammonita dal clero, che la ritenne responsabile di quelle morti. A partire da questo momento il potere dei sovrani diminuì sempre più, fino ad arrivare al punto più basso in tutta la storia della Svezia contemporanea.

La regina riacquistò nuovamente importanza in occasione della fine della Guerra dei Sette Anni, che vide la Svezia nella coalizione contro la Prussia. Il Partito dei Cappelli, con la sconfitta in questa guerra, perdette prestigio in favore della regina che, al momento di trattare la pace con la Prussia, fece valere il suo vincolo famigliare.

Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra dei Sette Anni.

Persa ogni speranza di concludere alleanze solide con i suoi avversari in Parlamento, Luisa Ulrica trovò un forte collaboratore nella figura di suo figlio Gustavo, successivamente re Gustavo III, il quale intraprese un'attività politica che lo portò rapidamente ad aumentare gli interessi della monarchia all'interno del Parlamento. Questa alleanza però si interruppe perché la regina non accettava il fatto che il figlio intendesse lavorare per se stesso e non per i genitori.

Nel 1777 Luisa Ulrica fu obbligata ad abbandonare il palazzo di Drottningholm, con tutto il suo contenuto artistico, che passò sotto la tutela dello Stato.

Nel 1778, alla nascita del primogenito di Gustavo, sembra che Luisa Ulrica avesse divulgato la diceria che il bambino non fosse figlio del re. Questo scandalo compromise definitivamente i suoi rapporti con il figlio, il quale la obbligò a dichiarare pubblicamente la falsità della notizia.
A partire da questo momento le venne proibito di presentarsi a corte e dovette vivere in una specie di esilio nella solitudine del castello di Fredrikshov e in quello di Svartsjö.
Morì il 16 luglio 1782. Sul letto di morte si riconciliò con il figlio.

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Luisa Ulrica ebbe cinque figli:

Antenati[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Federico Guglielmo di Brandeburgo Giorgio Guglielmo di Brandeburgo  
 
Elisabetta Carlotta del Palatinato-Simmern  
Federico I di Prussia  
Luisa Enrichetta d'Orange Federico Enrico d'Orange  
 
Amalia di Solms-Braunfels  
Federico Guglielmo I di Prussia  
Ernesto Augusto di Brunswick-Lüneburg Giorgio di Brunswick-Lüneburg  
 
Anna Eleonora di Assia-Darmstadt  
Sofia Carlotta di Hannover  
Sofia del Palatinato Federico V del Palatinato  
 
Elisabetta Stuart  
Luisa Ulrica di Prussia  
Ernesto Augusto di Brunswick-Lüneburg Giorgio di Brunswick-Lüneburg  
 
Anna Eleonora di Assia-Darmstadt  
Giorgio I del Regno Unito  
Sofia del Palatinato Federico V del Palatinato  
 
Elisabetta Stuart  
Sofia Dorotea di Hannover  
Giorgio Guglielmo di Brunswick-Lüneburg Giorgio di Brunswick-Lüneburg  
 
Anna Eleonora di Assia-Darmstadt  
Sofia Dorotea di Celle  
Éléonore d'Esmier d'Olbreuse Alexandre II d'Esmier d'Olbreuse  
 
Jacquette Poussard de Vandré  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il partito detto dei Cappelli (in svedese hattpartiet o hattarna) fu un partito politico svedese del secolo XVIII che detenne il potere nel Paese durante un lungo periodo di tempo, che venne in seguito chiamato Età della libertà. Il nome con cui il partito era comunemente conosciuto faceva riferimento al tricorno utilizzato dai militari che, come metafora, alludeva ai sentimenti bellicosi che tenne il partito ai suoi inizi.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Herman Lindqvist (2006). Historien om alla Sveriges drottningar (in Swedish). Norstedts Förlag. ISBN 91-1-301524-9.
  • Anna Ivarsdotter Johnsson och Leif Jonsson, "Musiken i Sverige, Frihetstiden och Gustaviansk tid 1720-1810."
  • Herman Lindqvist, Historien om Sverige. Från Istid till Framtid
  • Stig Hadenius, Vad varje svensk bör veta. Sveriges historia
  • Herman Lindqvist, Historien om Sverige. Gustavs dagar
  • Olof Jägerskiöld, Lovisa Ulrika
  • Valborg Lindgårde, Elisabeth Mansén, Ljuva möten och ömma samtal (1999)

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Regina di Svezia Successore
Ulrica Eleonora di Svezia 1751 - 1771 Sofia Maddalena di Danimarca
Controllo di autoritàVIAF (EN32377268 · ISNI (EN0000 0001 0963 2926 · CERL cnp00891847 · ULAN (EN500353820 · LCCN (ENno2003020843 · GND (DE102017077 · BNF (FRcb150539332 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-no2003020843