Il finale di Loki svela il grande inganno di questa serie

Dopo il sesto e ultimo episodio della nuova serie Marvel ci si trova catapultati in avanti in quelli che saranno i prossimi snodi di questo universo cinematografico, ma l'incanto e la pazienza ne escono un po' frustrati
(L-R): Sylvie (Sophia Di Martino) and Loki (Tom Hiddleston) in Marvel Studios' LOKI, exclusively on Disney+. Photo courtesy of Marvel Studios. ©Marvel Studios 2021. All Rights Reserved.Marvel Studios

La serie Loki è arrivata a conclusione: con il sesto episodio diffuso oggi, 14 luglio, su Disney+ arriviamo a un epilogo della avventure del dio dell'Inganno interpretato da Tom Hiddleston. L'antieroe era stato catapultato all'inizio di questa vicenda nella Tva (Time Variance Authority), un'istituzione fuori dal tempo e dallo spazio che si perorava di mantenere intatta la Sacra Linea Temporale, minacciata però da una variante dello stesso Loki. Il protagonista incontra così Sylvie, una sua versione femminile derivante da un'altra dimensione e determinata a far crollare la Tva che sostanzialmente le ha rubato l'esistenza. Prima nemici e poi alleati (anzi, innamorati), Loki e Sylvie hanno sfidato diversi enigmi e nemici per arrivare fino al punto in cui li troviamo all'inizio di questo episodio conclusivo: nella Cittadella alla fine del mondo, al di là del vuoto e alla fine di tutti i tempi.

Sono lì per incontrare il loro arcinemico, ovvero l'entità che ha architettato tutto: colui cioè che ha messo in piedi la Tva, che si è nascosto dietro ai fantocci dei Custodi del Tempo, che ha privato Sylvie del suo destino e che ha costretto Loki a ritrovarsi in questa situazione. Vedremo fra poco (con spoiler!) come tutto questo si svolge, ma prima è bene fare un bilancio di cosa è stata questa Loki fino a qui. Dopo l'enigmatico e surreale WandaVision e il più pragmatico (e forse noioso?) Falcon and the Winter Soldier, questa è la terza serie Marvel prodotta appositamente per Disney+: una derivazione diretta del Marvel Cinematic Universe, dunque, che fa parte integrante della sua cosiddetta Fase 4 su cui ha conseguenze concrete. Ma la conseguenza principale la sapevamo già: le anticipazioni sui prossimi film, Spider-Man: Far From Home e Doctor Strange 2 (il cui sottotitolo è letteralmente And the Multiverse of Madness!), ci avevano chiarito che l'apertura del multiverso era imminente.

Teorie e ipotesi dei fan più attenti concordavano, senza sbagliarsi, che Loki servisse proprio a questo: aprire il multiverso. Al netto di ciò, cosa resta di una produzione come Loki? Il suo successo è stato piuttosto netto e sempre più persone si sono appassionate in queste settimane alle vicende del fratellastro di Thor. Complice sicuramente l'interpretazione di Hiddleston, ma anche quella di Sophia Di Martino nei panni della sua controparte Sylvie: ambigui, brillanti, dall'ironia affilata, i loro testa a testa hanno dominato la scena. Ma a parte qualche scontro avvincente e qualche colpo di scena messo lì ad arte, cosa rimane appunto? Loki e Mobius (un ottimo Owen Wilson) che conversano per quasi tutto l'episodio due, Loki e Sophie che conversano su Lamentis nell'episodio tre, e anche qui nell'episodio sei le chiacchiere seduti a un tavolo abbondano.

C'è stato l'episodio cinque, certo, con la sua fiera di varianti (e un meraviglioso Richard E. Grant, per non parlar dell'alligatore) ma dopo sei puntate ci ritroviamo fra le mani qualcosa di essenziale eppure di impalpabile. Poche idee, spesso confuse da spiegazioni arzigogolate, e tanti espedienti per infiocchettare una sceneggiatura per il resto piuttosto piatta e sintetizzabile in poche righe. Osservata con grande oggettività, spogliata di attese e giochi di specchi, e considerata solo di per sé stessa, Loki non è certamente una grande serie, anzi, in confronto ad altri prodotti del Marvel Cinematic Universe è, fedele al suo protagonista, un grande inganno. La si salva perché è un tassello fondamentale per l'Mcu tutto, ma per dire come è necessario fare qualche spoiler.

ATTENZIONE: di seguito spoiler sulla conclusione di Loki

Appunto Loki si salva solo perché è strumentale alla proseguo di questa fase 4: nella Cittadella, Loki e Sylvie incontrano appunto Colui che Rimane, l'antagonista che ha architettato tutto. A interpretarlo è Jonathan Majors, l'attore visto di recente in Lovecraft Country, e la sua apparizione di per sé svela molte cose: come annunciato qualche giorno fa, sarà lui infatti a interpretare Kang il Conquistatore in Ant-Man and the Wasp: Quantumania e sarà lui uno dei villain (se non il villain principale) delle prossime pellicole. Il modo in cui Kang, che anche nei fumetti è uno scienziato venuto dal XXX secolo, ha dapprima scoperchiato e poi sigillato il multiverso è raccontato con molte parole ma anche molto acume. Il modo in cui il multiverso si apre nuovamente è invece buttato lì con un po' di confusione, sta di fatto che eccoci qui: la linea temporale si sta ramificando in centinaia di versioni diverse e da esse verranno le minacce e i nemici che i supereroi Marvel affronteranno nelle loro prossime gesta.

Loki, la cui trasformazione da dio spietato e approfittatore in antieroe dal cuore fin troppo tenero (e innamorato - letteralmente - di sé stesso) è avvenuto in un battere di ciglia, nonostante tutto assiste impotente allo svolgersi degli eventi. Anzi, viene esiliato in una dimensione temporale che ci assicura una cosa: come si evince nella scena dopo i titoli di coda, non è l'ultima volta che lo vedremo su questi schermi. La sua serie è servita a dare un ulteriore slancio all'universo Marvel, catapultarci ancora più a capofitto nelle avventure che verranno. Eppure non si può fare a meno di chiedersi se tutto non stia diventando un po' troppo strumentale, un gioco fin troppo esplicito nella costruzione di un'architettura narrativa che, anch'essa, si ramifica all'inverosimile (è come se oramai le serie Marvel su Disney+ fossero divenute le nuove scene post-credits dei film delle prime fasi). Forse le aspettative, su un personaggio così stratificato, erano altissime e forse anche l'ingegnosità di un precedente come WandaVision ci aveva portato fuori strada. Dopo Loki, la curiosità di capire come si snoderà ulteriormente il Marvel Cinematic Universe è ancora viva, l'incanto della scoperta e dell'attesa, forse, ne esce un po' frustrato.