Oliviero.cavallino
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Locke

• fondatore dell’empirismo inglese che si sviluppa tra ‘600 e ‘700—> Ragione limitata dall’esperienza.
• l’esperienza è:
1. fonte del processo conoscitivo.
2. strumento che certifica le tesi dell’intelletto, valide solo se verificabili tramite l’esperienza.
• Empirismo—> limitazione della conoscenza umana e pensiero anti-metafisico—> bisogna respingere tutto ciò che l’uomo non è in grado di testimoniare tramite l’esperienza.
Locke non taglia del tutto i ponti con la metafisica, a differenza di Hume.
Filosofia di Locke = analisi del mondo umano
• Il “saggio sull’intelletto umano” di Locke, giustifica i metodi scientifici di Newton che avevano
permesso le sue scoperte.

Vita e opere

• Nasce nel 1632 a Wrington, periodo della prima rivoluzione.
Studiò ad Oxford dove poi insegnò. Durante il periodo d’insegnamento iniziò anche la sua formazione spirituale e fu influenzato dalle opere di Cartesio. divenne segretario del conte Ashley, e cominciò a partecipare alla vita politica, ma quando Ashley entrò in disgrazia si spostò in Francia iniziando la composizione del saggio. Tornò in Inghilterra quando Ashley fu riammesso al potere ma alla sua morte si spostò in Olanda, dove prese parte ai preparativi per la spedizione di Guglielmo d’Orange e per questo motivo al suo ritorno in Inghilterra fu acclamato e nominato difensore filosofico del nuovo regime.
• nel 1689 scrisse la “epistola sulla tolleranza”, nel 1690 i “due trattati sul governo”
• nel 1690 comparve il “saggio sull’intelletto umano”. Morì nel 1704.

Ragione ed esperienza

• Per Locke la ragione non possiede nessuno dei caratteri delineati da Cartesio:
1. Non è unica o uguale in tutti gli uomini: ognuno ne partecipa in misura divera
2. Non è infallibile: spesso è tratta in inganno
3. Non può ricavare da se le idee: deve ricavarle dall’esperienza
• Nonostante limitata, la ragione è l’unica guida di cui l’uomo dispone.
• Secondo Locke prima di esaminare la natura e il mondo, bisogna esaminare l’uomo stesso e
riconoscerne i suoi limiti. Poiché l’esperienza non può fare i conti con tutto, ne consegue che l’uomo non può conoscere tutto. La ragione può formare idee complesse ma anche questa attività richiede l’esperienza altrimenti sarebbero solo idee fantastiche—> la ragione è controllata dall’esperienza, l’uomo quindi non può avventurarsi nella metafisica.

Idee semplici e passività della mente

Locke usa come punto di partenza le idee, così come Cartesio, poiché pensare e avere idee sono la stessa cosa—> qui introduce la limitazione: le idee derivano SOLO dall’esperienza. Si dividono i 2 rami:
1) idee di sensazione: derivano dai sensi esterni
2) idee di riflessione: derivano dal nostro spirito
• le idee di sensazione sono prodotte dalle qualità primarie delle cose, le restanti da quelle secondarie.
per le idee, esistere significa essere pensate, percepite—> le idee innate di Cartesio non possono essere presenti negli idioti, o nei bambini (non ancora in età della ragione), poiché non sono pensate.
• L’esperienza ci fornisce solo idee semplici, le idee complesse sono prodotte dallo spirito attraverso la combinazione di più idee semplici—> la conoscenza è data dalla combinazione di queste idee, propria dell’intelletto.
• l’intelletto è limitato—> non può ne creare un’idea semplice ne distruggere quelle che ci da l’esperienza

Attività della mente

nel ricevere le idee semplici lo spirito è passivo, diventa attivo nel combinarle in idee complesse, che si dividono in 3 categorie:
1) modi: idee considerate come manifestazione di una sostanza (es. triangolo)
2) sostanze: idee complesse considerate esistenti di per sé (es. uomo)
3) relazioni: idee che nascono dal confronto tra più idee
sono presenti anche le idee generali, formate per astrazione, che sono segni di gruppi di cose particolari tra loro somiglianti.

La conoscenza e le sue forme

La conoscenza non è esperienza, ma è la percezione di un accordo/disaccordo tra idee derivanti dall’esperienza. la conoscenza può essere:
1) intuitiva: quando l’accordo/disaccordo è visto immediatamente senza intervento di altre idee—
> conoscenza più chiara e fondamento della certezza.
2) dimostrativa: quando l’accordo/disaccordo non è visto subito e necessita di idee intermedie
chiamate prove—> catena di conoscenze intuitive—> una moltitudine di idee ha un margine
di errore alto, quindi la conoscenza dimostrativa è molto meno certa di quella intuitiva.
3) conoscenza delle cose esterne idee: realtà esistenti al di fuori di noi (l’io, Dio e le cose)
Esistono 3 ordini di realtà: l’Io, Dio e le cose:
1. L’ esistenza dell’Io è data dall’intuizione; io penso quindi esisto (Cartesio—>cogito)
2. l’esistenza di Dio è data dalla dimostrazione: il nulla non può produrre nulla, qualcuno deve
quindi aver creato il mondo
3. l’esistenza delle cose è data dalla sensazione: l’idea ci giunge dall’esterno attraverso i sensi, e
nel momento in cui ci giunge a noi, siamo certi essa esista.
• A favorire l’esistenza delle cose vi sono altre ragioni:
1. le idee non le percepiamo senza i sensi, quindi è certo che esse derivino da esperienze
esterne
2. le idee ci giungono senza che noi le possiamo evitare, quindi non sono prodotte dal nostro
spirito ma giungono dall’esterno
3. i sensi, come tatto e vista, confermano l’esistenza di una cosa
Accanto alla conoscenza certa (l’io, Dio e le cose), esiste anche la conoscenza probabile—> si afferma l’esistenza o meno delle cose attraverso l’esperienza o con la testimonianza altrui.
Le 2 conoscenze costituiscono la Ragione, da quest’ultima si distingue la fede, che si basa sulla rivelazione, la quale dipende dalla ragione poiché sta alla ragione decidere sulla sua attendibilità o meno, la fede è quindi subordinata alla ragione.