Lingua portoghese
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Il portoghese (ascoltaⓘ português, /puɾtuˈɣeʃ/, /poɾtuˈɡes/ o /poɾtuˈɡeis/ a seconda delle varietà) è una lingua romanza, appartenente al gruppo delle lingue gallo-iberiche. Al 2022, è parlata da 257,7 milioni di parlanti totali[1].
Portoghese Português | |
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Regioni | Penisola iberica (Portogallo), America meridionale come seconda lingua maggioritaria, Africa centro-occidentale, Mozambico, ex possedimenti coloniali portoghesi (Capo Verde, Timor Est, Macao, Sao Tomé e Principe), territori d'oltremare portoghesi (Madeira, Azzorre) e gruppi di immigrati costituenti enclavi in diverse parti del mondo |
Locutori | |
Totale | 257,7 milioni (Ethnologue, 2022) |
Classifica | 5 (2021) |
Altre informazioni | |
Scrittura | Alfabeto latino |
Tipo | SVO + VSO flessiva - accusativa (ordine semilibero) |
Tassonomia | |
Filogenesi | Lingue indoeuropee Lingue italiche Lingue romanze Lingue italo-occidentali Lingue romanze occidentali Lingue gallo-iberiche Lingue ibero-romanze Lingue iberiche occidentali Lingua galiziano-portoghese |
Statuto ufficiale | |
Ufficiale in | Unione europea OMS Unione africana Mercosul UNASUR OAS CPLP Portogallo Angola Brasile Capo Verde Guinea-Bissau Guinea Equatoriale Macao Mozambico São Tomé e Príncipe Timor Est Unione latina |
Regolato da | CPLP e Instituto Internacional de Língua Portuguesa |
Codici di classificazione | |
ISO 639-1 | pt
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ISO 639-2 | por
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ISO 639-3 | por (EN)
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Glottolog | port1283 (EN)
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Linguasphere | 51-AAA-a
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Estratto in lingua | |
Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1 Todos os seres humanos nascem livres e iguais em dignidade e em direitos. Dotados de razão e de consciência, devem agir uns para com os outros em espírito de fraternidade. | |
La lingua portoghese nel mondo: Lingua materna Lingua ufficiale e amministrativa Lingua culturale o secondaria | |
Con 232,4 milioni di locutori madrelingua (L1) al 2021, è la nona lingua madre più parlata al mondo, la prima dell'emisfero sud e del subcontinente sudamericano (circa metà dei parlanti), ed è inoltre la seconda lingua neolatina più parlata, dietro soltanto allo spagnolo.
La lingua portoghese si diffuse nel mondo nel XV e XVI secolo, cioè nel momento in cui il Portogallo, il primo e più duraturo impero coloniale e commerciale d'Europa, stava estendendosi in America e fino a Macao, in Cina, e in Giappone.[2] Il risultato di questa espansione è che il portoghese, al giorno d'oggi, è la lingua ufficiale di nove paesi indipendenti ed è largamente parlato o studiato come seconda lingua in molti altri. Esistono ancora circa venti lingue creole basate sul portoghese.
Importante lingua minoritaria in Andorra, Germania, Lussemburgo, Paraguay, Namibia, Svizzera e Sudafrica, esistono, inoltre, comunità parlanti portoghese in molte città e regioni del mondo, come per esempio Parigi in Francia, Tokyo in Giappone, Boston, New Jersey e Miami negli Stati Uniti d'America, nonché le province argentine di Corrientes, Misiones, Entre Ríos e Buenos Aires.
Il portoghese si sviluppò nella parte occidentale della penisola iberica dal latino parlato portato dai soldati romani a partire dal III secolo a.C. La lingua incominciò a differenziarsi dalle altre lingue romanze dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente e con l'inizio delle invasioni barbariche nel V secolo. Incominciò a essere utilizzata in documenti scritti circa dal IX secolo, e nel XV secolo si era già trasformata in una lingua letteraria con una ricca letteratura.
Colonizzazione romana
I Romani conquistarono la parte occidentale della penisola iberica, composta dalla provincia romana della Lusitania, attuale Portogallo, e dalla regione spagnola della Galizia, nel 218 a.C. e portarono con loro una versione popolare del latino, il latino volgare, dal quale si pensa che derivino tutte le lingue neolatine. Circa il 90% del lessico del portoghese deriva dal latino: nonostante la penisola iberica fosse abitata anche prima della colonizzazione romana, pochissime parole delle lingue autoctone sono oggi presenti nel portoghese moderno.
Invasioni barbariche
Tra il 409 e il 711 d.C., nel momento in cui l'Impero romano entrava in collasso, la penisola iberica fu invasa da popoli di origine germanica, conosciuti dai Romani come barbari. Questi barbari (principalmente gli Svevi e i Visigoti) assorbirono rapidamente la cultura e la lingua romana dalla penisola; tuttavia, nel momento in cui le scuole romane furono chiuse, il latino fu "liberato" e incominciò a evolversi naturalmente. Poiché ogni tribù barbarica parlava latino in maniera differente, l'uniformità linguistica della penisola si ruppe, portando alla formazione di lingue ben differenti (galiziano-portoghese, spagnolo e catalano). Si pensa, in particolare, che gli Svevi siano i responsabili della differenziazione linguistica dei portoghesi-galiziani con i castigliani. Le lingue germaniche influenzarono particolarmente le parole portoghesi riguardanti la guerra e la violenza. Le invasioni avvennero in due ondate principali. Con la prima penetrazione di barbari ci fu l'assimilazione culturale romana. I barbari godettero di una certa "ricettività" al punto di ricevere piccole aree di terra. Col passar del tempo, i loro costumi e le loro lingue si persero, soprattutto perché non ci fu un rinnovamento nel contingente di persone. La seconda ondata fu più lenta, non ebbe gli stessi benefici dei guadagni di terra, ma aumentò il contingente di persone a causa della prossimità delle terre occupate con le frontiere interne dell'Impero romano.
Invasione dei mori
Dal 711 d.C., con l'invasione dei mori nella penisola, l'arabo fu adottato come lingua amministrativa nelle regioni conquistate. Tuttavia, la popolazione continuò a parlare latino; nel momento in cui i mori furono espulsi, l'influenza esercitata sulla lingua fu minima. L'effetto principale si ebbe nel lessico: il portoghese moderno conserva ancora un gran numero di parole di origine araba, specialmente in relazione al cibo e all'agricoltura; qualcosa di simile accadde, nell'area romanza, solo nel siciliano. L'influenza araba è visibile anche nei toponimi nel Sud del Paese, come, per esempio "Algarve" e "Alcácer do Sal".
La nascita della lingua portoghese
Estratto di una poesia medievale portoghese |
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Das que vejo nom desejo outra senhor se vós non, e desejo tan sobejo, mataria um leon, senhor do meu coraçon: fin roseta, bela sobre toda fror, fin roseta, non me meta en tal coita voss'amor! |
João de Lobeira (1270?-1330?) |
L'antica provincia romana della Lusitania si divise in due province, la Lusitania a sud e la Galizia a nord. La lingua portoghese si sviluppò principalmente nel Nord del Portogallo e nella Galizia, ma fu largamente influenzata dai dialetti romanzi parlati nel Sud del Portogallo. Per alcuni anni, il dialetto latino di questa regione si sviluppò solo come una lingua parlata.
Le tracce più antiche di una lingua portoghese distinta appaiono in documenti amministrativi del IX secolo, queste sono però mischiate con molte frasi in latino.
Il dialetto scritto divenne gradualmente di uso generale nei secoli seguenti. Il Portogallo divenne un paese indipendente nel 1143, col re Alfonso I. La separazione geografica e politica tra Portogallo e Castiglia (più tardi, Spagna) fece sì che i due paesi sviluppassero i loro dialetti latini in direzioni opposte. Nel 1290, il re Dinis creò la prima università portoghese a Lisbona (Estudo Geral) e decretò che il portoghese, che intanto era chiamato "lingua volgare" o "latino volgare", fosse utilizzato al posto del latino classico e venne denominato "lingua portoghese". Nel 1296, il portoghese fu adottato dalle Cancellaría Reale. Da questo momento non venne usato solo in poesia, ma anche nella stesura di leggi e atti notarili.
Fino al 1350, la lingua galiziano-portoghese permase solo come lingua nativa della Galizia e del Portogallo; ma dal XIV secolo, il portoghese divenne una lingua matura con una tradizione letteraria ricchissima e venne adottato anche da molti poeti leonesi, castigliani, aragonesi e catalani. Durante questa epoca, la Galizia incominciò a essere influenzata dal castigliano (fondamentalmente lo spagnolo moderno), mentre la variante del Sud divenne la lingua del Portogallo.
Le scoperte portoghesi
Nel periodo compreso tra il XIV e il XVI secolo, con le scoperte geografiche portoghesi, la lingua portoghese si espanse per molte regioni, dall'Asia, all'Africa fino all'America. Nel XVI secolo divenne una "lingua franca" in Asia e Africa, usata non solo per l'amministrazione coloniale e per il commercio, ma anche per la comunicazione tra gli ufficiali locali e gli europei di tutte le nazionalità. A Ceylon (attuale Sri Lanka) vari re divennero locultori correnti di portoghese e i nobili normalmente acquisirono nomi portoghesi. Il diffondersi della lingua fu aiutato dai matrimoni misti tra portoghesi e le genti indigene (qualcosa di molto comune anche in altre zone del mondo), e ciò, unito anche agli sforzi missionari cattolici fecero sì che la lingua fosse chiamata "do Cristão" ("del cristiano") in molti Paesi. La lingua continuò a essere popolare anche nel momento in cui venne ostacolata con vari mezzi la sua diffusione dagli olandesi a Ceylon e in Indonesia.
Alcune comunità cristiane parlanti portoghese in India, Sri Lanka, Malaysia e Indonesia preservarono le loro lingue anche dopo essersi isolate dal Portogallo, e svilupparono nei secoli varie lingue creole derivanti dal portoghese. Inoltre, molte parole portoghesi entrarono nel lessico di molte altre lingue, per esempio "sepatu" che deriva da "sapato" (scarpa) in indonesiano, "keju" che viene da "queijo" (formaggio) in malese e "meza", da "mesa" (tavolo) in swahili.
Il Rinascimento
Col Rinascimento aumentò il numero di parole erudite con origine nel latino classico e nel greco arcaico e, di conseguenza, aumentò la complessità del portoghese. La fine del "portoghese arcaico" venne segnata con la pubblicazione del Cancioneiro Geral di Garcia de Resende nel 1516. Ma il portoghese arcaico è ancora parlato da molte popolazioni a São Tomé e Príncipe, in Brasile e nel Portogallo rurale.
Le lingue relazionate
- Ela fecha sempre a janela antes de jantar / ceiar (portoghese)
- Ela pecha sempre a xanela / ventá / fiestra antes de cear (galiziano)
- Ella cierra siempre la ventana antes de cenar / yantar (spagnolo)
- Lê a sera sénpre o barcón prìmma de çenâ (ligure)
- Issa serrat semper sa ventana antes (prima) de chenare (sardo logudorese)
- Issa serrada sempir sa ventana antis (prima) de cenai (sardo campidanese)
- Edda sarra sempri lu balchoni prima di zinà (turritano)
- Ella tanca sempre la finestra abans de sopar (catalano)
- Elle ferme toujours la fenêtre avant de dîner (francese)
- Jê e siere simpri il barcon prin di cenâ (friulano)
- Lee la serra semper su la fenestra ante de cenar (lombardo)
- Ella/lei chiude sempre la finestra prima di cenare (italiano)
- Ella chjudi sempri u purtellu prima di cenà (corso)
- Iḍḍa chiudi sempre 'a fenestra avanti dâ cena (siciliano)
- Essa 'nzerra / chiure sempe 'a fenesta primma 'e cenà (napoletano)
- Chila a sara sempre la fnestra prima 'd fé sin-a (piemontese) (si noti che il piemontese per dire "cenare" utilizza la costruzione "fare cena").
- La sèra sempre la finestra prima de zhenàr (veneto: bellunese)
- Ea închide intotdeauna fereastra înainte de cină (rumeno)
- Illa[m] claudi[t] semper [il]la[m] fenestra[m] / fenestra[m] illa[m] (ab)ante de / prima de cenare (latino volgare)
Essendo una lingua neolatina, il portoghese è, naturalmente, imparentato con l'italiano (anche con queste valgono le considerazioni fatte prima) e tutte le altre lingue derivanti dal latino. Peraltro, non mancano caratteristiche che il portoghese non condivide con nessun'altra lingua romanza, ad esempio la coniugazione personale dell'infinito del verbo (presente solo in portoghese e galiziano).