Emiliano e le categorie di Sciascia. Alla ricerca dell’intervallo perduto - la Repubblica

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Emiliano e le categorie di Sciascia. Alla ricerca dell’intervallo perduto

La disperazione dei parenti delle vittime della Crocus City Hall
La disperazione dei parenti delle vittime della Crocus City Hall (afp)

Posta e risposta del 27 marzo 2024

2 minuti di lettura

Caro Merlo, la morte e lo strazio che hanno provocato rende orribili i 4 terroristi islamisti della Crocus City Hall, ma la colpa orribile non rende meno orribile la tortura. I terroristi, presunti, non hanno diritti umani?

Sonia Mogavero — Palermo

Purtroppo devo dirle, cara signora Mogavero, che non gli vengono riconosciuti. In Russia le torture, esibite addirittura in tribunale, sono una pratica abituale, nelle carceri e nelle caserme, sino alla morte, e non solo dei terroristi. Con le torture è stato ucciso l’eroe della dissidenza, l’indomabile Navalny. Ma la rabbia per l’11 settembre prese la mano anche agli americani che, pur vergognandosi di Guantánamo, non sono ancora riusciti a chiuderlo completamente. Lì la tortura è stata inflitta in nostro nome.

Caro Merlo, i “simpaticoni” di destra fingono di non sapere che Emiliano da magistrato arrestò i mafiosi e da amministratore li tiene a bada. Il segreto? In una città di “quaquaraquà” gli riconoscono l’antropologia sciasciana di “uomo”.

Marcella Polizzi — Bari

Sicuramente è una garanzia antimafia, ma Emiliano populista illuminista, mammasantissima riformatore, pasticcio sinistra-destra, tra le categorie di Sciascia è un unicum: certamente uomo, ma anche quaquaraquà.

Caro Merlo, leggo della probabilità della formazione di questo movimento per la civiltà dell’intervallo e deciderei di farne parte…

Mariateresa Venura

Benvenuta. Il Movimento è nato e sta valutando se presentare un lista alle europee.

Caro Merlo, a proposito del suo divertente scritto sull’abolizione degli intervalli (ormai tutto d’un fiato e se il fiato manca peggio per te) Renzo Piano racconta che nel corso dei lavori di allestimento del Prometeo, gli riuscì di convincere un recalcitrante Luigi Nono a “spezzare” almeno in due parti la rappresentazione, descrivendogli i movimenti tellurici che si sarebbero verificati in platea (con “fatali” ricadute sulla performance) se le 5 ore dello spettacolo non avessero previsto almeno un’interruzione. Nono impallidì e acconsentì a introdurre l’intervallo. Dunque si doveva resistere solo per due ore e trenta minuti.

Silvana Sermisoni — Milano

Potrebbe essere una pena alternativa al carcere, tra “la messa alla prova” e i “servizi sociali”: legato alla sedia per tutto il film di Scorsese, tre ore e venti minuti, ben più di mezzo Nono.

Caro Merlo, ho visto “Killers of the flower moon” in aereo in quelle interminabili 9 ore e mezza che separano Parigi da Vancouver e l’ho piantato non per ragioni di vescica, ma perché è opprimente e posso vedere il resto al ritorno. Già mi preparo alle cinque e passa ore del Guglielmo Tell alla Scala, dove per fortuna gli spettatori sono graziati da ben due intervalli! Anche all’opera, però, si tende a minimizzarli e a Berlino ho visto una Traviata con Barenboim senza interruzioni...

Attilia Giuliani

“Viva Verdi” che compose la Traviata in tre atti, il Don Carlo e La Forza del destino in quattro.

Caro Merlo, sono anziana e vivo a Catania dove c’è rimasto qualche cinema, perché la maggior parte hanno chiuso. Non so se è l’unica città, ma le assicuro che al cinema c’è l’intervallo e forse non dovrei dirlo perché magari sono intervalli abusivi. Qui — lei ci conosce bene — siamo abituati a fare tutto “ammucciuni”.

Angioletta Finocchiaro — Catania

U fuiri non è virgogna ma sarvamentu i vita si dice a Catania. L’intervallo abusivo è disobbedienza civile.

Caro Merlo, leggo incredulo che apprezza lo stupro dei film perpetrato dall’intervallo, il violento strappo nel flusso di sentimenti ...Vibrata protesta.

Luciano Roffi - Roma

Chissà che emozione… tenersela.

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