Annette - Film (2021) - MYmovies.it

Annette

Film 2021 | Drammatico, Musical, +13 141 min.

Titolo originaleAnnette
Anno2021
GenereDrammatico, Musical,
ProduzioneFrancia, USA
Durata141 minuti
Regia diLeos Carax
AttoriAdam Driver, Marion Cotillard, Simon Helberg, Devyn McDowell, Russell Mael Ron Mael, James Reade Venable, Michele Rocco Smeets, Kiko Mizuhara, Rebecca Dyson-Smith, Wim Opbrouck, Verona Verbakel, Natalie Mendoza, Kanji Furutachi, Christian Skibinski, Nino Porzio, Filippo Parisi, Angèle, Natalia Lafourcade, Sinay Bavurhe, Franziska Grohmann, Rachel Mulowayi, Christiane Tchouhan, Iman Europe, Lauren Evans, Cindy Almouzni, Danielle Withers, Julia Bullock, Claron McFadden, Noémie Schellens, Rila Fukushima, Laura Jansen, Eva van der Gucht, Bettina Meske, David E. Moore, John Paval, Lemuel Pitts, Colin Lainchbury-Brown, Kait Tenison, Rebecca Sjowall, Geoffrey Carey, Alberto Chromatico, Okon Ubanga-Jones, Gabriela Leguizamo, Kamary Phillips, Aydogan Abay, Arvid Assarsson, Jeffrey Dowd, Graciela María, Clément Ducol, Richard McCowen, Michael Moore (V), Beatrice Reece, Eugene Stovall, Sarah Tsehaye, Fiora, Marina Bohlen, Elke Shari Van Den Broeck, Arina Yalaletdinova, Ella Leyers, Amos Kaden Chea, Apollo Colligan, Sonny Dunlap, Yossi Guetta, James Larson, Adrian Tupas, Nastya Golubeva Carax, Ai Nishina, Ayano, Alex Casnoff, Patrick Kelly (III), Stevie Nistor, Eli Pearl, Evan Weiss, Ryan Parrish, Joe Berry, Emmi Joutsi.
Uscitagiovedì 18 novembre 2021
TagDa vedere 2021
DistribuzioneI Wonder Pictures, Koch Media
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,37 su 35 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Leos Carax. Un film Da vedere 2021 con Adam Driver, Marion Cotillard, Simon Helberg, Devyn McDowell, Russell Mael. Cast completo Titolo originale: Annette. Genere Drammatico, Musical, - Francia, USA, 2021, durata 141 minuti. Uscita cinema giovedì 18 novembre 2021 distribuito da I Wonder Pictures, Koch Media. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,37 su 35 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 15 novembre 2021

Henry è uno stand-up comedian, Ann è una cantante di fama internazionale. I due sono una coppia perfetta, ma con la nascita della loro figlia Annette, una bimba con un dono unico ed eccezionale, la loro vita cambia. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha ottenuto 1 candidatura a Golden Globes, ha ottenuto 11 candidature e vinto 5 Cesar, ha ottenuto 4 candidature e vinto 3 Lumiere Awards, In Italia al Box Office Annette ha incassato 113 mila euro .

Consigliato sì!
3,37/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA 3,01
PUBBLICO 3,11
CONSIGLIATO SÌ
Un inno a tutte le forme di spettacolo. Un'esplosione di bellezza da guardare e ascoltare.
Recensione di Marzia Gandolfi
mercoledì 7 luglio 2021
Recensione di Marzia Gandolfi
mercoledì 7 luglio 2021

Ann è una diva della lirica che ogni sera muore in scena, Henry una star dello stand-up che fa morire dal ridere la platea. Ann ha preso la luce del sole, Henry tutta l'ombra. A Los Angeles si incontrano e contro ogni logica si innamorano. Anche il pubblico è sorpreso da quel sentimento smisurato come l'ego di Henry. Davanti agli obiettivi dei paparazzi, 'concepiscono' Annette, bambina, bambola, enfant prodige, miracolo e dannazione. Frutto della loro unione e 'giocattolo' delle loro aspirazioni, Annette cristallizza le speranze e i tormenti di due figure contrarie. Perché la 'bella' e il 'bastardo' si amano da morire e fino a morire.

Se davvero il cinema sta morendo, divorato da ogni parte dalla proliferazione conquistatrice delle piattaforme, Annette rimanda la sua fine con un ultimo respiro maestoso.

Il respiro che Leos Carax chiede allo spettatore di prendere nell'ouverture e poi trattenere il tempo che servirà a cantare la storia d'amore di due esseri folgoranti. Regista e direttore d'orchestra della partitura sinfonica degli Sparks, Carax avvia Annette dalla registrazione della colonna sonora.

Dei suoi film, sei prodigi girati in trentasette anni di carriera, sono d'altronde i 'numeri musicali' a impressionare la retina: la corsa a perdifiato di Denis Lavant sull'aria di "Modern Love" (Rosso sangue), l'headbanging di Mireille Perrier a tempo con "Holiday in Cambodia", la promenade di Kylie Minogue sulle note di "Who We Were" e dentro una Samaritaine ancora in rovina (Holy Motors). Perché il suo cinema è nato con MTV al debutto degli anni Ottanta, quando l'immagine divorava la musica.

Non sorprende allora che a dare il 'la' alla sua opera-film siano gli Sparks. La loro canzone, "So May We Start", racconta la paura che serra la gola agli artisti prima di andare in scena. Non si sentono mai pronti ma devono andare, come gli attori e il coro di Carax, impazienti di lanciare la rappresentazione.

Nel limbo che interroga le frontiere porose tra finzione e realtà, si trasformano improvvisamente in personaggi. Un accessorio, uno sguardo, una posa e Marion Cotillard diventa Ann Desfranoux, la diva dalle mille vite, Adam Driver 'cavalca' senza filtri Henry McHenry, umorista con pulsioni distruttrici. Ma c'è poco da ridere e molto da cantare. Per loro Carax trova l'aria e un'immagine potente: una coppia allacciata sopra una moto che corre. Corre veloce dentro una notte che conduce i sentimenti al parossismo e mette al mondo una marionetta con la cicatrice sulla fronte. Quella magica di Harry Potter, quella di un trauma prodotto dal narcisismo ferito dei suoi genitori.

Improntati ai personaggi del racconto popolare, agli archetipi delle favole ("Biancaneve", "La Bella e la Bestia", "Faust", "Pinocchio") come a quelli del melodramma lirico ("La Boheme", "Madame Bovary", "La Traviata", "Tosca"), Ann ed Henry scrivono con inchiostro nero la vita e la morte degli artisti dannati dal loro ego. Il soprano diafano fa il bagno nella sua piscina mordendo una mela rossa e mirandosi allo specchio, il principe nero flirta coi limiti della provocazione in lotta permanente contro i suoi demoni e il suo pubblico. Megalomani e narcisisti si ripetono per mano quanto si amano ma quello che amano è soprattutto l'immagine del loro amore.

Annette è un inno a tutte le forme di spettacolo, dall'opera a Broadway, ma è più precisamente il negativo del musical hollywoodiano, il rovescio di "Cantando sotto la pioggia", l'altra faccia della luna, il ritratto oscuro dell'industria dello spettacolo coi flash, la caccia mediatica, l'esibizione della star, la spettacolarizzazione oltraggiosa.

Nutrito da miti antichi ma in risonanza col presente, Annette evoca un concerto pop come il movimento #MeToo, col suo carico di fantasmi, di uomini violenti, di madri martiri e di figlie che condannano i genitori per sempre. L' essere colpevole è la grande questione di Annette, che porta in tribunale l'arte e la processa con la coppia uomo-donna. Di un'inventività formale permanente, l'opera tragica di Carax accoglie esplosioni di bellezza e fa bruciare Los Angeles con le sue star incandescenti. Due amanti che (ri)suonano superbamente lo spartito di un amore nato morto.

La potenza fisica di Adam Driver, disarticolato e prodigioso nel rendersi detestabile occupando tutto lo spazio, contrasta con la grazia di Marion Cotillard, che trova il gesto artistico di una cantante d'opera, vivendo "d'arte e d'amore" come Tosca e soccombendo al patriarcato come Violetta. 'Ridotto a uno spettro' dalla ferocità del suo mostro, il 'corpo lirico' lascia il campo alla bestia da palcoscenico, che fa del fallimento del desiderio coniugale una performance, una questione di vita o di morte.

Dotato di una plasticità rara, Adam Driver mette in forma l'ispirazione poetica di Leos Carax, assorbe tutto il nero di un mare in burrasca e poi rovescia come onda la tossicità dell'arte e dell'amore. Sul campo restano 'la morta e la ferita'. Annette non risolve o chiude soltanto troppo in fretta la questione tra vittima e aggressore. Come tonfo cala il sipario, cade il silenzio, scende la notte. Nera come lo schermo che si consuma sotto il fuoco dei nostri sguardi.

Sei d'accordo con Marzia Gandolfi?
PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
venerdì 19 novembre 2021
cardclau

Pensavo di aver toccato il fondo col primo premio a Cannes nel 2017, qualche anno fa, con “The Square” di Ruben Östlund, ma mi sbagliavo. Annette del regista Alexandre Oscar Dupont, 1960, “figlio d’arte”, francese, riesce ad essere peggio. Per la prima volta, dopo diversi decenni, devo fare i conti con una nuova sensazione: quella di sentirmi oltraggiato, [...] Vai alla recensione »

giovedì 28 aprile 2022
paolinapaperina

C'e' tanto impegno ma scarsissimo godimento per il pubblico. 

FOCUS
FOCUS
venerdì 19 novembre 2021
Pedro Armocida

Tutto è disvelato davanti ai nostri occhi. La quarta parete, ancora una volta come nell’inizio del precedente Holy Motors, immediatamente abbattuta. La sospensione dell’incredulità una responsabilità pretesa allo spettatore. È tutto vero, è tutto maledettamente finto. Tutto è artificiale e allo stesso tempo magicamente fantastico, come nel cinema delle origini, come in quello di Étienne-Jules Marey, come in Méliès ma anche come in Franju di Occhi senza volto.

C’è l’inganno e c’è il trucco, infatti c’è il jump cut. È il cinema di Leos Carax che, come in Holy Motors, appare all’inizio di Annette per ricordarci che è un suo film, che parla di lui, ovviamente. Di più, sentiamo proprio la sua voce darci delle indicazioni perché – attenzione! – «gli autori sono in sala, mostriamo un po’ di rispetto». Ancora di più: «La respirazione non sarà tollerata durante lo spettacolo, quindi, per favore, fai un ultimo respiro profondo adesso». Tratteniamo il fiato. Parte "So May We Start” ed entriamo in un mondo che è musical, così dolce e celestiale, sembra quasi di stare dalle parti di quello classico americano in cui, come scriveva Jacqueline Nacache in un celebre saggio, veniva riflessa l’hollywoodiana “ideologia della felicità».

E allora «ridiamo, ridiamo, ridiamo», si sente ripetere spesso. E non è certo un caso che questo sia il primo film in inglese del regista francese, per di più girato a Los Angeles. La sequenza iniziale è paradigmatica dello statuto del film, c’è il regista, c’è la sua reale figlia adolescente Nastya Golubeva Carax, entrambi dietro il mixer, ci sono i musicisti, gli Sparks, inizia la processione, a loro si uniscono i protagonisti, Adam Driver, Marion Cotillard e Simon Helberg, che ricevono i costumi e si trasformano nei loro personaggi, Henry, perennemente motomunito (ah holy motors!), si dirige all'Orpheum Theatre e Ann alla Walt Disney Concert Hall di Frank Gehry.

Con il loro spettacolo ha inizio anche quello di finzione del film. Lui famosissimo stand-up comedian che scantona, disturba il pubblico, usa il filo del microfono come un cappio e un po’ ricorda Lenny Bruce (a proposito, vi ricordate di Lenny di Bob Fosse, peraltro uno dei più grandi autori di musical della storia del cinema?). Lei, soprano conturbante, si esibisce con una grazia che ammalia carezzevole. Grandissima storia d’amore tra i due che non si vergognano certo di cantarsi l’amor cortese reciproco – «ci amiamo così tanto che è difficile da spiegare – con la strepitosa “We Love Each Other So Much”.

Ma, come in un’opera pucciniana, l’amore e la celebrità chiamano l’autodistruzione del personaggio maschile. Ecco il melodramma più puro perché intanto è nata una bambina, la protagonista assoluta del film che porta il suo nome. Il colpo di genio di Carax è di mostrarcela come una marionetta ossia un avatar - un po’ Chucky, un po’ Charlie McCarthy di Edgar Bergen - che si muove senza fili, come Pinocchio.

Nel mezzo, in una tempesta immaginaria, la morte della mamma quasi cercata dal padre. E qui, anche se lo sappiamo che il progetto musicale è una vecchia storia originale dei fratelli Sparks, Ron e Russell Mael (a proposito esiste un documentario su di loro, The Sparks Brothers, diretto da Edgar Wright), non si può non pensare al suicidio nel 2011 dell’attrice Katja Golubeva, precedentemente musa di Carax (Pola X) che le dedicava, in russo, Holy Motors in cui c’è la strepitosa sequenza, curiosamente anche questa musicale, del personaggio interpretato da Kylie Minogue che canta “Who Were We” prima di buttarsi giù dagli ex magazzini parigini dismessi La Samaritaine. La rielaborazione di questo lutto, la messa in stato di accusa, attraverso il personaggio di Henry, del carattere egocentrico e narcisistico di un uomo, di un artista, con tanto di vendetta dei fantasmi dell’oltretomba, sono una delle forme di spietata autoanalisi più autentiche e dolorose che si possa immaginare.

Ma poi c’è sempre la forma, strepitosa, di Carax che affonda il suo cinema, magniloquente e allo stesso semplice, puro e ingenuo, dalla portata così innovativa e rivoluzionaria di cui probabilmente nemmeno ci rendiamo conto, nel passato più classico e nel futuro più contemporaneo. «Non rivolgere mai lo sguardo verso l’abisso», dice Henry/Adam Driver alla figlia mentre Carax da quell’abisso ci guarda.

Fare un cinema così potente, qui e ora nel 2021, sinceramente è qualcosa di miracoloso. Oltre che una questione maledettamente (molto) personale.

CELEBRITIES
venerdì 12 novembre 2021
Marzia Gandolfi

Di tutti i film in competizione a Cannes, Annette era senza dubbio il più atteso. Tra timore e desiderio spasmodico, è la sorte riservata alle leggende. E Leos Carax è quella leggenda. È la rockstar che è sempre mancata alla Francia senza aver mai cantato o essersi mai esibito, contando piuttosto le sue parole e le sue apparizioni dietro gli occhiali neri, sparendo (tredici anni tra Pola X e Holy Motors) e risorgendo dalle ceneri di un’autocombustione crepitante.

A sessantuno anni, Carax è l’ultimo artista romantico (francese). Ha bruciato la sua vita come i suoi film, portando con sé la fiamma del lirismo purificatore e il giogo di grandi sofferenze. Ognuno dei suoi film sembra essere il primo e l’ultimo, ciascuna delle sue opere lascia dietro di sé un baleno, quello del cinema. La sua carriera si gioca su un lungo periodo e su una filmografia singolarmente ridotta (sei film). Trentasei anni per passare dallo statuto di genio a quello di fantasma (e ritorno), in mezzo il fallimento finanziario e la dannazione professionale.

Da dove cominciare allora per raccontare Leos Carax, per dire a parole il suo cinema, organismo vivente di immagini, musica e poesia? Dal piacere dello spettatore innanzitutto, basta ripensare al volto sublimato di Juliette Binoche o alla corsa folle di Denis Lavant sulle note di David Bowie, alla luce dei fantasmi della Samaritaine, carcassa vuota come un relitto arenato a bordo Senna, o alla geografia amorosa dei suoi amanti (del Pont-Neuf), alla dissertazione di una limousine sulla propria fine o alla Senna metafora della traversata, della rivelazione, della trascendenza, fino alla pelle del regista che si fa schermo e si consuma sotto il fuoco dei nostri occhi.

O magari potremmo iniziare dall’amara cronaca dei rischi del cinema, dagli incidenti a cascata sul set degli Amanti del Pont-Neuf (1991) e dalla rocambolesca saga produttiva che ne segue, rivelando la determinazione di un giovane autore e il doppio movimento di conquista e di distruzione che caratterizza la sua carriera. Tutto comincia il 4 luglio del 1988. Quel giorno, il regista più promettente della sua generazione - ha già girato Boy Meets Girl e Rosso sangue, due film follemente romantici - è pronto per il terzo ma Denis Lavant si ferisce gravemente e comincia il calvario. Gli Amanti del Pont-Neuf, vittima di disgrazie e decisioni imprevedibili, termina nel dolore e ottiene un modesto successo, insufficiente a coprire i costi di produzione e i danni dell’ambizione. Per la ‘gente che conta’ nell’industria il cine-poeta, che riconcilia i fantasmi della cinefilia con l’urgenza del tempo presente, diventa persona non grata, uno sperperatore irresponsabile. L’uomo che lo aiuterà a risalire la china è Bruno Pesery, produttore cinematografico che finanzia Pola X. Il film, magnifico ma incompreso, pianta un altro chiodo sulla sua reputazione. Segue la caduta, più industriale che artistica. Poi il nero per tredici anni, afflitti da progetti che non si realizzeranno mai. Nell’attesa Carax vede molti film, gira qualche clip, sogna ‘motori sacri’ e scrive le parole del primo album di Carla Bruni.

Poi il cinema ritorna, popolato di sparizioni: il suo produttore storico Alain Dahan, il suo direttore della fotografia Jean-Yves Escoffier, gli attori Guillaume Depardieu e Katerina Golubeva (la sua compagna). Ce n’è abbastanza per urlare e per tornare dal mondo dei dannati. Spettro della propria leggenda, ‘emerge’ dalle fogne per portare scompiglio in città con un’ironica e commovente ‘auto-rappresentazione’ incarnata da Denis Lavant, il corpo dell’attore è luogo ricorrente del suo cinema. Holy Motors diventa la messa a punto di troppi anni di reclusione e di silenzio, diventa la storia di una redenzione, lo strumento di una riabilitazione industriale e morale per il ‘figliol prodigo’ del cinema francese. Holy Motors prova che Leos Carax sa gestire un budget ma soprattutto che non lo abbiamo amato invano. Invano si cerca invece una formula critica per dire con lo stesso linguaggio il dritto e il rovescio di questo film, la sua superficie e la sua intimità, il suo oggetto e il suo soggetto. Perché Holy Motors è una straordinaria affermazione di arte cinematografica, è il più emozionante, tenero, feroce, provocatorio e completo ritratto umano che un film possa offrire. Quell’umano si chiama Monsieur Oscar, è un attore ma di un tipo nuovo che prefigura un mondo prossimo: recita in assenza di ‘camere’. Un solo corpo, quello di Denis Lavant, per undici personaggi e una doppia esplorazione: la ricerca di sé e di tutto il cinema perduto.

Se Holy Motors rompe il sonno livido della sua arte, coltivata nell’intimità del suo limbo, nove anni dopo Annette brucia i confini tra fiction e realtà e punta il dito sulla tensione irriconciliabile tra l’opera e l’artista. È un film esagerato Annette, pieno di simboli, allusioni e omaggi. Sembra il racconto di una storia d’amore, di una grande, smisurata storia d’amore ma diventa qualcos’altro. Qualcosa di completamento diverso. È un’opera pop, un dramma musicale, un film opera, un trip barocco di furore e passione…dove l’amore brucia nel girone infernale dello show business e l’essenziale dell’azione è cantata. Annette forma quasi un dittico con Holy Motors, moltiplicando i riferimenti e affermando una parentela: la natura meta-cinematografica del prologo, la struttura in atti, la figura del gorilla, la limousine come bolla virtuale, teatro ambulante, quadro temporale e spaziale del film, di tutti i film di Carax, che rinnova la sua leggenda e torna in maestà, con un’intelligenza dello sguardo che ci fa urlare: ça, c’est du cinéma.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
domenica 21 novembre 2021
Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

So may we start?, possiamo cominciare?, cantano gli Sparks nel prologo di Annette (Francia e Usa, 2021, 141'). E a cominciare non è solo il film/opera che Leos Carax ha scritto con Russell Mael, ma anche lo "spettacolo" di Henry (Adam Driver) e di Ann (Marion Cotillard). Stand up comedian lui, soprano lei, i due sembrano vivere su un palcoscenico. Il loro successo si nutre del desiderio di mille occhi [...] Vai alla recensione »

domenica 21 novembre 2021
Fabio Ferzetti
L'Espresso

Ci sono un padre e una madre. C' è una bambina che nasce, e per quasi tutto il film ha le fattezze (stupefacenti) di una marionetta. Ci sono splendori e miserie dello show business, perché lui (Adam Driver) è uno stand up comedian che vende sarcasmo e forse disprezzo al pubblico adorante, lei (Marion Cotillard) una cantante lirica votata al sublime ma destinata a una brutta fine.

sabato 20 novembre 2021
Marianna Cappi
La Voce di Mantova

Cabarettista cinico e acclama-to dalle folle, Henry McHenry (Adam Driver) s'innamora della cantante lirica Ann Desfranoux (Marion Cotillard) e del modo in cui muore ogni sera sulla scena. Dal loro matrimonio, pedinato dai paparazzi, nasce la piccola Annette, che ha le fattezze di un burattino senza fili, contenitore muto e senz'anima dei galoppanti ego di entrambi i genitori.

sabato 20 novembre 2021
Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Confessiamo di avere un debole. Più di uno. Perché è un musical spinto all' estremo: Marion Cotillard sta per partorire, attorno a lei i medici, le infermiere e il marito in coro scandiscono: "respira respira respira". Perchéadam Driver ( scoperto da Lena Dunham in "Girls", e non era neanche un ruolo donante) fa il cabarettista che sale sul palco in accappatoio, dice battute e insulta il pubblico, [...] Vai alla recensione »

venerdì 19 novembre 2021
Nicola Falcinella
La Provincia di Como

Sono fine settimana nei quali arrivano in sala alcuni dei più belli e singolari film del- l'ultimo Festival di Cannes, co- me gli ottimi scandinavi "La per- sona peggiore del mondo" o "Scompartimento n. 6", anche tra i maggiori favoriti per l'Oscar. E soprattutto c'è "Annette" di Leos Carax, pellicola d'apertura e vincitore del premio alla miglior regia.

venerdì 19 novembre 2021
Maria Lombardo
La Sicilia

Annette", premio per la miglior regia all'ultimo festval di Cannes, è un film molto particolare come sempre Io sono le scelte e lo stile di Leos Carax, cineasta francese (noto in Italia per "Rosso sangue" e "Les amants do Pont Neuf») che questa volta con il musical recitato e cantato in inglese inaugura un percorso nuovo. °Annette" è la storia di due amanti, di una coppia che finisce vittima della [...] Vai alla recensione »

giovedì 18 novembre 2021
Marina Pavido
Asbury Movies

Un regista che non passa assolutamente inosservato, Leos Carax. Già, perché, di fatto, il celebre cineasta di Suresnes fin dal suo esordio dietro la macchina da presa nel 1984 con Boy Meets Girl ha avuto modo di dare sfogo alla sua fervida fantasia e al suo del tutto personale e singolare approccio alla settima arte, catturando l'attenzione di spettatori e critici di tutto il mondo.

giovedì 18 novembre 2021
Alessandra De Luca
Avvenire

Lui è un comico dotato di un brutale umorismo, lei una cantante lirica di fama internazionale. I due, apparentemente una coppia perfetta, vivono a Los Angeles, ma con la nascita della loro figlia, dotata di una voce straordinaria, le loro vite cambieranno per sempre. Diretto dal francese Leos Carax, che per la prima volta si cimenta con un film in lingua inglese, interpretato da Adam Driver e Marion [...] Vai alla recensione »

giovedì 18 novembre 2021
Maurizio Porro
Il Corriere della Sera

Premiato a Cannes, Annette è un musical-melò particolare gestito dagli amanti attraverso il potere del palcoscenico, lui stand-up comedian di successo poi rifiutato quando oltraggia la moglie, lei una soprano che viaggia in auree note. Quando nasce la bambina, marionetta digitale fino all'ultima scena in cui vive, la relazione s'incrina, affonda. Carax pescando nel suo perfido post romanticismo, accusa [...] Vai alla recensione »

giovedì 18 novembre 2021
Alice Sforza
Il Giornale

Un narcisismo patologico che si ritorce contro. La Cotillard è Ann, famosa soprano amata dai fan; Driver è Henry, comico irriverente che soffre se non riceve il consenso del pubblico. Stanno insieme, ma lui è geloso del successo di lei, nonostante la nascita di una bimba, interpretata da una marionetta. Della trama perderete interesse dopo pochi minuti.

giovedì 18 novembre 2021
Francesco Alò
Il Messaggero

Pierfrancesco Favino torna a sottoporsi ad ore ed ore di trucco dopo Il traditore (2019), e soprattutto Hammamet (2020), per il melodramma bizzarro Promises, diretto da Amanda Sthers anche autrice dell' omonimo romanzo da cui è tratto. Eccolo nei panni dell' italo-inglese Alexander (nei flashback ambientati a Melfi è Alessandro, bambino ricco ma sfortunato), commerciante di libri antichi appassionato [...] Vai alla recensione »

giovedì 18 novembre 2021
Roberto Nepoti
La Repubblica

«Possiamo cominciare?», cantano i protagonisti nella prima scena. Ed è proprio il caso di chiederlo: occorre allacciare le cinture per entrare nel mondo di Annette , il film radicale, ipnotico, disperatamente lirico, eccessivo che ha fatto da apertura all' ultimo Festival di Cannes. Henry e Ann sono poli opposti - lui uno stand-up comedian che si fa chiamare la Scimmia di Dio e provoca il pubblico [...] Vai alla recensione »

giovedì 18 novembre 2021
Francesca Filiasi
Cult Week

L'arrivo della vecchiaia lo si vede da tanti piccoli indicatori. Dal non riuscire più a leggere i nomi sul citofono, col rischio che se dimentichi gli occhiali non sali a casa dagli amici, fino a desiderare un intenso rapporto serale con il paracetamolo da 1000. Ogni giorno sono inesorabili i segni, uno più brutale dell'altro. Credo di averne ricevuto un ennesimo qualche sera fa, all'anteprima dell'ultimo [...] Vai alla recensione »

giovedì 18 novembre 2021
Alessandra Levantesi
La Stampa

Una voce fuori campo ingiunge di trattenere il respiro fino al calar del sipario, che è poi l' effetto di wagneriana immersione che Leo Carax aspira a creare con il suo cinema. Le capacita artistiche per farlo le ha e lo dimostra anche Annette (sesto suo titolo in 37 anni), premiato per la regia a Cannes. Un musical che racconta una storia di «amore e furore» molto nelle corde dell' autore di Gli amanti [...] Vai alla recensione »

martedì 16 novembre 2021
Mauro Gervasini
Film TV

Carax è l'autore di un mio film d'innamoramento al cinema (Rosso sangue) e ha realizzato due capolavori (Gli amanti del Pont-Neuf e Holy Motors). Per la grandezza che gli riconosco non potrei mai considerare un suo film "irrisolto" o "modesto", non lo merita, sarebbe falso. Anche con Pola X aveva dimostrato di essere del tutto incapace di concepire un'opera trattabile con sufficienza, il cinema dell'abbasta [...] Vai alla recensione »

martedì 16 novembre 2021
Matteo Marelli
Film TV

Un padre e una figlia. Come comincia, Annette finisce. Diverso è il movimento: a un avvicinamento corrisponde una separazione. Da una parte un genitore che invita a guardare con lui; dall'altro uno che implora di «non gettare lo sguardo giù nell'abisso». Si tratta delle stesse persone? Forse. Di certo il padre su cui si chiude il film è venuto ad assomigliare sempre di più al primo, che è Carax, affiancato, [...] Vai alla recensione »

domenica 14 novembre 2021
Giovanni Spagnoletti
Close-up

A qualche mese di distanza da Titane esce, sempre grazie all'impegno della distribuzione bolognese I Wonder, anche un altro film particolarmente atteso dai cinefili, francesi e non, Annette, film d'apertura nonché opera vincitrice della Migliore Regia al passato Festival di Cannes 2021. Ed è anche un doppio evento al tempo stesso, dato che il suo autore Léos Carax tornava a realizzare un film dai tempi [...] Vai alla recensione »

sabato 7 agosto 2021
Pier Maria Bocchi
Cineforum

Il gesto autoriale è chiaramente anche un gesto politico. Del gesto autoriale forte, deciso, e, almeno in due occasioni (Rosso sangue, Holy Motors), decisivo, Leos Carax ha fatto una specie di pensiero di vita. Non ci può essere cinema senza vita. Non ci può essere cinema senza "gesto". Ma chi è più grande, il cinema o la vita? A me piace pensare - romanticamente - il cinema.

venerdì 23 luglio 2021
Sophie Grassin
L'Obs

All'inizio di Holy motors Leos Carax appariva in pigiama. Stavolta lancia l'azione dalla console di uno studio di registrazione. So may we start degli Sparks prende da parte lo spettatore e proietta gli attori in un meraviglioso piano sequenza. Poi comincia Annette, storia d'amore tra un comico in declino e una cantante in ascesa. Gesto artistico incontestabile, opera barocca infestata dai fantasmi [...] Vai alla recensione »

martedì 13 luglio 2021
Giona A. Nazzaro
Film TV

Grecia 2010, tra default e incubo Alba dorata. Prima parte: lezione di suspense. In vacanza invernale, il turista americano Beckett (John David Washington), esperto in informatica ma capra in politica, diventa bersaglio di una hitchcockiana caccia all'uomo, dopo un incidente d'auto nel quale muore la sua adorata, sensuale ed eccentrica ragazza, April (Alicia Vikander).

venerdì 9 luglio 2021
Federico Pedroni
Duels.it

Schermo nero. Una voce stentorea consiglia al pubblico un'immobilità sospesa, intima anche di trattenersi dal respirare. Leos Carax, in scena, è seduto a una console di registrazione in uno studio in cui echeggiano le note di So May We Start? prima accennate dai fratelli Ron e Russell Mael - gli Sparks, gruppo seminale nato negli anni Settanta, autori della colonna sonora e co-sceneggiatori - e presto [...] Vai alla recensione »

giovedì 8 luglio 2021
Enrico Azzano
Quinlan

Sul tappeto rosso del Grand Théâtre Lumière, pochi minuti prima della cerimonia d'apertura del Festival di Cannes 2021 e della proiezione di Annette, risuonavano le splendide note di Modern Love. L'immortale David Bowie, certo, ma anche e soprattutto Mauvais Sang\Rosso sangue di Leos Carax. Il carrello laterale, la corsa di un Denis Lavant venticinquenne, una delle prime esplosioni\implosioni del cinema [...] Vai alla recensione »

giovedì 8 luglio 2021
Emanuele Bucci
Ciak

Apertura (in concorso) attesissima di un'altrettanto sospirata 74esima edizione del Festival di Cannes, Annette è la sesta prova di Leos Carax nel lungometraggio, a quasi dieci anni di distanza Holy Motors (che proprio sulla Croisette aveva vinto il Prix de la Jeunesse). Una lunga e travagliata produzione e un esito destinato probabilmente a dividere, ma nessuna delle due cose è una novità per il regista [...] Vai alla recensione »

giovedì 8 luglio 2021
Adriano De Grandis
Il Gazzettino

Un musical, ma senza balli, un melò, ma raggelato dentro un'architettura invadente, scoppiettante, irrefrenabile, come sempre esagerata. Carax non delude se stesso probabilmente, ma spacca sempre la resistenza e il giudizio del pubblico. I francesi già gridano al capolavoro (lo fanno spesso con i loro film e qui ne hanno a iosa, ben 8 solo in Concorso), ma bisognerebbe rimanere calmi.

giovedì 8 luglio 2021
Giulio Sangiorgio
Film TV

Come un Demy ripensato da Franju: un musical stilizzato, respingente, contro la facile ironia. Una parabola sulla società dello spettacolo, con la domanda che Carax si pone da sempre, qui nel corpo di Adam Driver: esiste un fuori dal mio palcoscenico, da me? Può, il sentimento, nascere da immagini autistiche e incestuose, da freddi remix del (suo) cinema (come fa l'ultimo Almodovar)? Può l'autore, [...] Vai alla recensione »

mercoledì 7 luglio 2021
Gabriele Niola
Wired

Arriva un momento in cui gli uomini che i governi usano e possiedono come fossero armi, quegli stessi uomini che fanno vite piene di azione ed emozioni forti, iniziano a sognare una vita normale. La sogna il protagonista di True Lies, la sognano Mr. e Mrs. Smith, anche James Bond ad un certo punto si sposa (durerà pochissimo), addirittura anche un indipendente come Superman sogna una vita da Clark [...] Vai alla recensione »

mercoledì 7 luglio 2021
Andrea Martini
Quotidiano Nazionale

A sollevare la patina di malinconia e a riannodare il presente a un passato di glamour e di festa è stato chiamato "Annette", ultima fatica di Leos Carax autore maledetto (metà genio metà canaglia) la cui fama, absit iniuria, è inversamente proporzionale al numero dei film realizzati: sei in 40 anni. Annunciato musical roboante "Annette" tiene fede alla promessa, nutrito com' è di canzoni pop, opera, [...] Vai alla recensione »

mercoledì 7 luglio 2021
Cristina Piccino
Il Manifesto

Un ragazzo e una ragazza si incontrano, si amano: Boy Meets Girl, le storie cominciano sempre da qui. E poi cosa accade quando l' amore si scontra con la vita, e sembra mettersi in disparte, mutare in qualcosa di brutto, qualcosa che fa male? Ann Desfranoux (Marion Cotillard) è una soprano osannata da tutti, la sua figura a ogni esibizione tocca il sublime.

mercoledì 7 luglio 2021
Emiliano Morreale
La Repubblica

Confesso la mia antipatia per i film di Leos Carax, beniamino della critica più sofisticata. Il suo ultimo Holy Motors (2012), al primo posto nelle classifiche dei migliori film dell' anno o addirittura del decennio, mi era parso un completo bluff in cui il regista e il protagonista Denis Lavant facevano a gara a chi gigioneggiava di più. Al confronto, Annette è assai più digeribile: non che manchino [...] Vai alla recensione »

mercoledì 7 luglio 2021
Giampiero Raganelli
Cineclandestino

Per molti il genere musical è la quintessenza del cinema stesso, in quanto partitura combinata di immagini e musica; per altri il musical non regge la sospensione dell'incredulità, base stessa del cinema, in quanto i numeri di canto e danza interrompono ogni logica di verosimiglianza. Vere entrambe le cose, è il paradosso del musical perfettamente compreso da Leos Carax nel suo ultimo film, Annette, [...] Vai alla recensione »

mercoledì 7 luglio 2021
Andrea Chimento
Il Sole-24 Ore

Finalmente Cannes! Dopo l'assenza forzata dello scorso anno a causa della pandemia, riparte il Festival di cinema più glamour del mondo. E lo fa con uno dei più grandi registi francesi in attività, Leos Carax, attesissimo sulla Croisette nove anni dopo il meraviglioso «Holy Motors». Da sempre tra gli autori più eccentrici del cinema europeo, Carax è tornato dietro la macchina da presa per «Annette», [...] Vai alla recensione »

martedì 6 luglio 2021
Anna Maria Pasetti
Il Fatto Quotidiano

Dopo vaccini e tamponi a manetta, fatevi una meritata risata, arriva il cinema elettrico e ironico di Leos Carax. Che per aprire l'edizione più "QR Code" del Festival di Cannes, ha portato un kolossal formato opera rock, nonché il suo primo film in lingua inglese. Annette, musicato dagli Sparks, aspira a tutto quanto lo stage-cinema contemporaneo può esprimere senza invocare il 3D o la VR, fra il recupero [...] Vai alla recensione »

martedì 6 luglio 2021
Valerio Sammarco
La Rivista del Cinematografo

Solamente immaginando l'incontro tra Leos Carax e gli Sparks era facile intuire che sarebbe nato qualcosa di irripetibile. Musical noir, rock-opera, chi più ne ha più ne metta, Annette - film d'apertura di Cannes 74, già acquistato per l'Italia da I Wonder Pictures, che lo distribuirà in collaborazione con Koch Media e Wise Pictures - è cinema strabordante incapace di contenersi, al punto di cedere [...] Vai alla recensione »

martedì 6 luglio 2021
Teresa Marchesi
Huffington Post

Sontuoso. Ambizioso. Ma anche sovente tedioso, e non per amore di rima. Cannes affida all'opera rock "Annette" di Léos Carax - cineasta 'estremo' di casa venerato o detestato, a seconda, dalla cinefilia corrente - il compito di inaugurare l'anno della rivincita elefantiaca sull'edizione perduta dell'annus terribilis 2020. Per i film francesi in particolare, bloccati in sala d'aspetto per due annate, [...] Vai alla recensione »

NEWS
HOMEVIDEO
martedì 22 marzo 2022
 

Un'esplosione di bellezza da guardare e ascoltare. Con Adam Driver e Marion Cotillard. Vai all’articolo »

TROVASTREAMING
martedì 8 marzo 2022
 

Il pluripremiato musical di Leos Carax è ora disponibile anche online. Altra novità in piattaforma: Marie Curie, la storia di una delle più grandi menti del XX secolo. Vai all’articolo »

NEWS
giovedì 27 gennaio 2022
 

Per celebrare le 11 candidature ai premi César - tra cui quella per Miglior Film - il film di Leos Carax tornerà nuovamente in sala grazie a I Wonder Pictures. Vai all’articolo »

CELEBRITIES
venerdì 12 novembre 2021
Marzia Gandolfi

Il regista torna in sala con Annette, un film esagerato che brucia i confini tra fiction e realtà. Dal 18 novembre al cinema. Vai all'articolo »

TRAILER
sabato 23 ottobre 2021
 

Un'esplosione di bellezza da guardare e ascoltare. Diretto da Leos Carax, con Adam Driver e Marion Cotillard. Da giovedì 18 novembre al cinema. Guarda il trailer »

NEWS
giovedì 14 ottobre 2021
 

Henry è uno stand-up comedian, Ann è una cantante di fama internazionale. I due sono una coppia perfetta, ma con la nascita della loro figlia Annette, una bimba con un dono unico ed eccezionale, la loro vita cambia. Vai all'articolo »

POSTER
martedì 1 giugno 2021
 

La storia, da un'idea originale dello stesso regista di Holy Motors e degli Amanti del Pont-Neuf, è ambientata in una Los Angeles contemporanea e racconta di Henry, uno stand-up comedian con uno spiccato senso dell'umorismo, e Ann, cantante di fama internazion [...]

TRAILER
lunedì 19 aprile 2021
 

Marion Cotillard e Adam Driver nell'opera di Leos Carax, alla regia del suo primo film in inglese. Guarda il trailer »

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