Lenny Kravitz

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Lenny Kravitz
Lenny Kravitz nel 2013
NazionalitàBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
GenereRock[1]
Neopsichedelia[1]
Hard rock
Periodo di attività musicale1983 – in attività
Strumentovoce, chitarra, basso, batteria, pianoforte, sitar, armonica a bocca
EtichettaVirgin Records, Roadrunner Records/Atlantic Records RCA/BMG
Album pubblicati13
Studio11
Raccolte2
Sito ufficiale

Leonard Albert Kravitz, detto Lenny (New York, 26 maggio 1964), è un cantautore, polistrumentista, produttore discografico e attore statunitense.

Nella sua musica si ispira ad artisti come John Lennon, Jimi Hendrix[2], Elton John[3] e Prince. Oltre a cantare, suona anche chitarra, basso elettrico, batteria, pianoforte, armonica a bocca e sitar per ognuna delle sue canzoni.

Detiene il record per il maggior numero di Grammy Award alla miglior interpretazione vocale rock maschile, quattro consecutivi, con i brani: Fly Away (1999), American Woman (2000), Again (2001), Dig In (2002).

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Gli inizi[modifica | modifica wikitesto]

È di padre ebreo statunitense (Sy Kravitz, produttore discografico di origini ucraine) e madre originaria delle Bahamas (Roxie Roker, divenuta famosa per il suo ruolo come Helen Willis nella sitcom I Jefferson), ed è nato e vissuto in gioventù a New York. Il suo nome di battesimo è lo stesso di uno zio paterno morto durante la guerra di Corea, nel 1953.

Dopo che i suoi genitori emigrarono in California, Kravitz iniziò ad appassionarsi di musica. Così imparò subito a suonare il basso, il pianoforte, la chitarra e la batteria, e cominciò a cantare per il California Boys Choir e per la Metropolitan Opera.

Lenny Kravitz nel 2012.

Dopo essersi diplomato alla Beverly Hills High School, nel 1983 cominciò ad incidere dischi in proprio, con il nome d'arte di Romeo Blue. All'epoca si ispirava molto a Prince e agli Sly & the Family Stone, ma anche a musicisti jazz quali Duke Ellington, Sarah Vaughan, Count Basie, Ella Fitzgerald, Bobby Short e Miles Davis, a cui i suoi stessi genitori erano molto legati.

Alla fine degli anni ottanta, Kravitz ritornò a New York per intraprendere una vera carriera musicale. Si trovò a dividere casa con Lisa Bonet, un'interprete de I Robinson. I due si sposarono il 16 novembre 1987, e dalla loro unione nacque un anno dopo una figlia, Zoë Isabella. In quel periodo, il pop rocker newyorkese cominciò ad ascoltare anche Jimi Hendrix, i Beatles, i Led Zeppelin, Stevie Wonder, Curtis Mayfield e Bob Marley. Questi sarebbero diventati altri suoi ispiratori, al fianco degli Sly & the Family Stone e di Prince.

Nel 1988 firmò un contratto per la Virgin Records.

1989-1991: Let Love Rule e Mama Said[modifica | modifica wikitesto]

Lenny Kravitz incise nel 1989 l'album d'esordio Let Love Rule, che raggiunse il numero 61 di Billboard. Da esso furono estratti come singoli la title track e I Build This Garden for Us. Collaborò con Madonna nel 1990 per il brano Justify My Love (da Immaculate Collection), dove oltre ad essere tra gli autori partecipa come seconda voce. Fu grazie a questo album che ottenne i suoi primi veri successi. Nello stesso anno divorziò da Lisa Bonet e si legò temporaneamente alla Ciccone[4].

Nel 1991 Lenny Kravitz pubblicò Mama Said, che raggiunse il numero 40 di Billboard. Molte sue canzoni si riferiscono alla fine del legame con Lisa Bonet. Il suo singolo più noto e più di successo è It Ain't Over 'Til It's Over. Collaborò anche con Duff McKagan, nel suo primo album da solista, Believe in Me del 1993 e Slash, che militavano ambedue all'epoca nei Guns N' Roses, per una hit di Lenny, Always on the Run. Discreto successo ebbero anche Stand by My Woman e What Goes Around Comes Around. Inoltre a Mama Said contribuì, per la prima volta su un disco musicale, Sean Lennon.

1993-1995: Are You Gonna Go My Way e Circus[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1993 uscì Are You Gonna Go My Way, che raggiunse il numero 12 di Billboard. Grazie al suo terzo album, Kravitz vinse un anno dopo un BRIT Award come miglior artista maschile. Il video della title track, diretto da Mark Romanek, fu premiato agli MTV Video Music Awards. Altri singoli estratti dall'album furono Believe, Is There Any Love in Your Heart, Heaven Help e Spinning Around Over You. Dopo aver reinterpretato Deuce dei Kiss per un tribute album, Kravitz pubblicò nel 1995 Circus, arrivato al numero 10 di Billboard e trainato da Rock & Roll Is Dead e Can't Get You Off My Mind.

1998-2003: 5 e Lenny[modifica | modifica wikitesto]

Con la pubblicazione di 5 nel 1998, Kravitz sperimentò per la prima volta sonorità elettroniche. 5 ebbe molto successo soprattutto in Europa, grazie al singolo Fly Away. 5 arrivò al numero 28 di Billboard, e grazie ad esso il pop rocker di New York vinse consecutivamente quattro Grammy come miglior artista rock maschile, nel 1999.

5 ebbe come proprie hit anche If You Can't Say No, I Belong to You e la cover di American Woman dei Guess Who (quest'ultima originariamente nella colonna sonora di Austin Powers - La spia che ci provava).

Nel 2000 fu immesso sul mercato il suo primo Greatest Hits, contenente anche l'inedita Again (premiata l'anno successivo con un Grammy).

Nell'ottobre del 2001 Kravitz pubblicò il suo sesto album, Lenny. Raggiunse il 12º posto su Billboard e il nono in Canada. I suoi singoli sono Dig In (anch'esso vincitore di un Grammy nel 2002), Stillness of Heart, Believe in Me e If I Could Fall in Love.

Nel 2001 collabora con Mick Jagger alla composizione del brano God Gave Me Everything, che viene incluso nell'album solista di Jagger Goddess in the Doorway, e pubblicato su singolo accompagnato da un videoclip musicale al quale partecipano insieme Jagger e Kravitz.[5]

Nel 2002 Jay-Z invitò Kravitz ad incidere con lui la traccia Guns & Roses (da The Blueprint²: The Gift & the Curse). Al 2003 risalgono invece We Want Peace (contro la seconda guerra in Iraq) una collaborazione con Michael Jackson (Another Day) e un'altra con P. Diddy, Pharrell Williams e Loon a Show Me Your Soul (dall'OST di Bad Boys 2). Un anno dopo, collaborò con i N.E.R.D nell'album Fly or Die, e di nuovo con Jay-Z in Storm (da Baptism).

2004-2005: Baptism[modifica | modifica wikitesto]

Baptism, il suo settimo album, è uscito nel 2004 ed è stato trascinato principalmente dalle hit Where Are We Running? e California, ma anche da Storm e Lady.

Tra il maggio e il luglio del 2005, si è esibito nel proprio tour mondiale "Electric Church", terminato alla Brixton Academy a Londra. Nell'autunno dello stesso anno è stato anche in tour con gli Aerosmith.

Un singolo di Kravitz è stato realizzato in beneficenza per le vittime dell'uragano Katrina. Il brano, intitolato From the Bottom of My Heart, è stato scritto e composto da Michael Jackson ed è stato registrato a Londra (Gran Bretagna).

2008-2012: It's Time for a Love Revolution e Black and White America[modifica | modifica wikitesto]

Il 5 febbraio 2008 esce It's Time for a Love Revolution. L'album è il primo a debuttare alla No. 4 nella classifica di Billboard. In Italia raggiunge la posizione No. 3, conquistando il disco d'oro.

Sulla scena internazionale l'album ha debuttato al No.1 in Giappone, Argentina e Svizzera, è entrato nella Top 5 in Canada, Germania, Francia, Austria, Emirati Arabi Uniti, Paesi Bassi ed Italia, in Top 10 in Belgio, Spagna ed Hong Kong.

I singoli estratti sono stati: I'll Be Waiting, Bring It On e Love Love Love.

L'11 febbraio però Kravitz è stato ricoverato per bronchite e disidratazione in un ospedale di Miami Beach. La sua portavoce ha dichiarato che Kravitz soffriva di problemi respiratori da inizio gennaio a causa di una brutta influenza. Nei giorni seguenti le condizioni di Kravitz si sono aggravate e i medici hanno preferito ricoverarlo per fornirgli cure più adeguate. Il tour europeo che Lenny Kravitz avrebbe dovuto intraprendere per supportare l'album è stato posticipato.

In quell'anno partecipa anche al Festival di Sanremo come "ospite straniero". Nel 2009 debutta come attore, interpretando un infermiere nel film di Lee Daniels Precious. Nel 2011 viene pubblicato il suo album intitolato Black and White America anticipato dal singolo Stand. Inoltre ha interpretato nel 2012 e nel 2013 il ruolo di Cinna, lo stilista di Katniss Everdeen nei film della saga di Hunger Games.

Nel 2010 ha collaborato nell'album Michael, primo disco postumo di Michael Jackson. Kravitz, infatti, è presente come featuring nel brano (I Can't Make It) Another Day, ottava traccia dell'album, di cui è anche il produttore.

Lenny Kravitz ha cantato anche il 20 febbraio 2011 dopo la presentazione dei giocatori delle due selezioni East e West allo Staples Center di Los Angeles in vista dell'NBA All-Star Game 2011. Il 25 maggio 2012 ha collaborato con il dj Avicii per il singolo Superlove.

Il 12 dicembre 2012 ha eseguito la cover di Whole Lotta Love, al Kennedy Center Honors per la premiazione dei Led Zeppelin.

2014: Strut[modifica | modifica wikitesto]

Il 23 giugno 2014 viene pubblicato ufficialmente sul sito e in tutte le radio il primo singolo intitolato The Chamber, apripista del nuovo album di Lenny Kravitz intitolato Strut, che verrà pubblicato il 23 settembre dello stesso anno. Successivamente vengono estratti i singoli Sex e New York City, pubblicati rispettivamente il 6 agosto e il 21 ottobre 2014.

2018: Raise Vibration[modifica | modifica wikitesto]

L'11 maggio 2018 annuncia l'undicesimo album in studio Raise Vibration, previsto per il 7 settembre 2018. Nello stesso giorno viene pubblicato il singolo It's Enough!, primo singolo estratto dall'album.[6]

Il 25 maggio 2018 pubblica il singolo Low, secondo estratto dall'album, seguito da 5 More Days 'Til Summer. La promozione dell'album continua fino al 2020, anno in cui viene pubblicato il sesto ed ultimo singolo estratto dal progetto, Ride.[7]

Altri lavori[modifica | modifica wikitesto]

Fotografia e collaborazione con Leica[modifica | modifica wikitesto]

Kravitz ha collaborato con Leica in due occasioni. Nel 2015 un'edizione della Leica M-P (Typ 240) intitolata "The Correspondent", e di nuovo nel 2019 con un'edizione Monochrom intitolata "Drifter". 2019 ed è stato esposto fino al 25 agosto 2019 nella Galleria Leica a Wetzlar in Germania.

Kravitz aveva scoperto la fotografia a vent'anni grazie a suo padre, giornalista e corrispondente dal Vietnam per la NBC News, che gli regalò una Leica.

Ha inoltre lavorato come direttore creativo per Dom Perignon, allestendo una mostra fotografica per la maison alla galleria Skylight Modern di Chelsea, a New York.

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

È stato sposato con l'attrice Lisa Bonet dal 1987 al 1993, dalla quale ha avuto una figlia nel 1988, Zoë Kravitz, attrice e cantante.

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Discografia di Lenny Kravitz.
Kravitz durante un concerto

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Lenny Kravitz.

MTV Video Music Awards

Brit Awards

VH1/Vogue Fashion Awards

Grammy Awards

Radio Music Awards

My VH1 Awards

Blockbuster Entertainment Awards

American Music Awards

Microsoft Windows Media Innovation Awards

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Attore[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatore[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatori italiani[modifica | modifica wikitesto]

Da doppiatore è sostituito da:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Lenny Kravitz, su AllMusic, All Media Network.
  2. ^ FOXNews.com - Kravitz May Play Hendrix in Biopic - Celebrity Gossip | Entertainment News | Arts And Entertainment, su foxnews.com. URL consultato il 18 gennaio 2007 (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2007).
  3. ^ Elton John : Rolling Stone Archiviato il 1º maggio 2009 in Internet Archive.
  4. ^ Mtv | Mtv Archiviato il 13 dicembre 2006 in Internet Archive.
  5. ^ Goddess In The Doorway, in Rolling Stone. URL consultato il 2 aprile 2017.
  6. ^ √ Lenny Kravitz: il nuovo album ‘Raise Vibration’ esce a settembre. Ascolta il singolo ‘It’s Enough’, su Rockol. URL consultato il 17 maggio 2018.
  7. ^ Lenny Kravitz pubblica il video del nuovo singolo "Ride". Guardalo qui, su virginradio.it. URL consultato il 21 agosto 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Davide Caprelli, Lenny Kravitz: God Is Love. La vita, la musica, l'arte e la spiritualità Volo Libero Edizioni, 2015.
  • Davide Caprelli, Che Amore Sia ed. Arcana, 1999, collana Rock People.
  • Davide Caprelli, Tra Funk e Fede ed. Fazi Editore, 2004, collana Teen Spirit.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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