Le sei mogli di Enrico VIII d'Inghilterra

Le sei sventurate mogli di Enrico VIII

La caccia affannosa all’erede maschio che non arrivava (e non certo per colpa delle consorti), la grande volubilità nella scelta delle sue spose, i cavilli e le strategie per affidarle l’una dopo l’altra al boia, mentre era in atto lo scisma anglicano, che pure fece le sue nobili vittime

Thomas Cromwell, il primo ministro di Enrico VIII, fu decapitato davanti alla Torre di Londra il 28 luglio del 1540. Il boia, un giovane inesperto, eseguì il proprio compito in maniera piuttosto cruda. Altrove, tuttavia, quello fu un giorno di giubilo e festeggiamenti. A 25 chilometri di distanza, nel suo nuovo ed enorme palazzo di Oatlands, nel Surrey, il re si sposava con Caterina Howard, la sua quinta moglie. Indifferente alla sofferenza del suo ex uomo di fiducia, il re, all'epoca quarantanovenne, era al colmo della felicità. L'età della nuova regina non è sicura, ma a quanto sembra aveva appena 18 anni: era poco più di una sposa-bambina. Minuta ed elegante, adorava il re. E lui era «tanto innamorato di lei che le dimostrazioni di affetto gli paiono sempre poche, e la accarezza più delle altre». Caterina gli aveva reso la giovinezza.

Enrico VIII ritratto nel 1540, in occasione delle nozze con Anna di Clèves, da Hans Holbein il Giovane. Palazzo Barberini, Roma

Enrico VIII ritratto nel 1540, in occasione delle nozze con Anna di Clèves, da Hans Holbein il Giovane. Palazzo Barberini, Roma

Foto: Bridgeman / Aci

Enrico riteneva di meritare la felicità assieme a Caterina Howard. I suoi quattro matrimoni precedenti erano falliti per motivi diversi. La sua prima moglie, Caterina, figlia di Isabella di Castiglia e Ferdinando d'Aragona, i Re Cattolici, lo gettò nella disperazione quando non fu in grado di dargli un erede maschio. Caterina era al suo secondo matrimonio, dal momento che prima era stata sposata con il fratello maggiore di Enrico, il principe Arturo. Dobbiamo tuttavia essere giusti con Enrico: i primi quindici anni di matrimonio con la principessa spagnola furono molto felici per entrambi. Essendo solo il secondo monarca della casa dei Tudor, Enrico sapeva che i diritti di suo padre al trono d'Inghilterra erano piuttosto fragili. Un'alleanza con la casa reale dei Trastámara, che governava in Castiglia e Aragona, gli diede la necessaria fiducia nel suo status di sovrano.

La prima rottura

Per Enrico non fu sufficiente che Caterina gli avesse dato una figlia sana, intelligente e robusta (la futura regina Maria I d’Inghilterra). Era tormentato dai dubbi sull'opportunità di sposarsi con la vedova del fratello, cosa proibita dalla Bibbia, e soprattutto sulla validità della dispensa che il papa gli aveva concesso per sposarla. Quando si innamorò di Anna Bolena, una damigella di corte di soli 20 anni, il destino si compì. Il monarca era disposto a rompere con la Chiesa cattolica pur di potersi sposare con una donna che potesse dargli ciò che più desiderava: un figlio maschio.

Caterina d'Aragona, la prima moglie di Enrico VIII d'Inghilterra

Caterina d'Aragona, la prima moglie di Enrico VIII d'Inghilterra

Foto: Topham / Cordon Press

Come è noto, nel 1533 Enrico riuscì a far considerare nullo il matrimonio con Caterina d’Aragona (che sarebbe poi morta di malattia nel 1536) e sposò Anna Bolena. Poiché anche Anna Bolena aveva “fallito” nel compito di dargli un figlio maschio, il re pensò di disfarsi della moglie: così, a meno di tre anni di distanza dal matrimonio, la donna fu giudicata colpevole di tradimento, adulterio e incesto con il fratello, condannata a morte e decapitata il 19 maggio del 1536 presso la Torre di Londra.

Undici giorni dopo, Enrico sposò Jane Seymour, che assolse rapidamente ai suoi obblighi reali e il 12 ottobre 1537 diede alla luce a Hampton Court un principe, il futuro re Edoardo VI. La gioia, però, fu accompagnata dalla tragedia: Jane morì qualche giorno dopo per le complicazioni del parto. Fu l'unica moglie di Enrico ad avergli dato un erede maschio e, in un raro atto di tenerezza, il re diede disposizioni per essere sepolto accanto a lei nella cappella di San Giorgio del castello di Windsor.

Il primo incontro di Enrico VIII e Anna Bolena. Collezione privata. 1835.

Il primo incontro di Enrico VIII e Anna Bolena. Collezione privata. 1835.

Foto: Fine Art Images / Heritage

Abbattuto e addolorato, Enrico aspettò tre anni prima di sposarsi di nuovo. Il divorzio da Caterina d'Aragona gli aveva fatto guadagnare l'ostilità del nipote di lei, l'imperatore Carlo V, e il re temeva che questi potesse allearsi con l'altra potenza cattolica dell'epoca, la Francia, per poi muovergli guerra. Fu per questo che Enrico cedette alle pressioni del suo ministro Thomas Cromwell affinché sposasse la principessa tedesca Anna di Clèves, stringendo in questo modo un'alleanza con i principi tedeschi nemici della dinastia degli Asburgo. Le nozze furono celebrate nel gennaio del 1540.

Tuttavia, il matrimonio fu annullato poco dopo. Le circostanze dell'annullamento dimostrano come Enrico alternasse generosità e crudeltà. Il re dichiarò che Anna non era giunta vergine al matrimonio, adducendo come prova il fatto che aveva «i seni cascanti». L'argomentazione decisiva, però, fu che dopo sei mesi il matrimonio non era stato ancora consumato. Allo stesso tempo, Enrico diede mostra anche del suo lato generoso, offrendo alla giovane sposa ripudiata la possibilità di scegliere tra fare ritorno in Germania o rimanere con il titolo di «Amatissima Sorella del Re». Anna rimase in Inghilterra per il resto dei suoi giorni.

Probabile ritratto di Caterina Howard. Miniatura di Hans Holbein il giovane. 1540 circa. Royal Collection Trust

Probabile ritratto di Caterina Howard. Miniatura di Hans Holbein il giovane. 1540 circa. Royal Collection Trust

Foto: Bridgeman / Aci

Probabile ritratto di Caterina Howard. Miniatura di Hans Holbein il giovane. 1540 circa. Royal Collection Trust

 

 

Una seconda giovinezza

La vita di Enrico iniziava a ripetersi sempre uguale a se stessa. Così come a suo tempo aveva accusato il cardinale Thomas Wolsey di non essere riuscito a convincere il papa Clemente VII a sciogliere il suo matrimonio con Caterina d'Aragona, ora faceva pagare a Thomas Cromwell un prezzo terribile, condannandolo a morte per averlo convinto a sposare Anna di Clèves, che secondo una voce popolare non veritiera avrebbe definito «la cavalla delle Fiandre».

Tra le damigelle di Anna di Clèves vi era Caterina Howard, nobile di nascita, giovane, affascinante. Il sovrano ne rimase molto colpito, la corteggiò assiduamente e un mese dopo la separazione dalla principessa tedesca furono celebrate le nozze. Sposando Caterina Howard, Enrico entrava di nuovo nella famiglia di Anna Bolena, che era cugina di primo grado della nuova regina, e sembrò anche rivivere quella grande passione di gioventù.

Caterina Howard fu sepolta sotto l'altare della cappella di St. Peter ad Vincula, all'interno della grande fortezza londinese usata come prigione dal XII al XX secolo

Caterina Howard fu sepolta sotto l'altare della cappella di St. Peter ad Vincula, all'interno della grande fortezza londinese usata come prigione dal XII al XX secolo

Foto: Tomas Sereda / Getty Images

Il sovrano, in effetti, era molto innamorato di Caterina, che chiamava «rosa senza spine». Secondo l'ambasciatore francese, nessuna delle sue precedenti mogli «aveva fatto spendere [a Enrico] tanto denaro in abiti e gioielli». La regina, seppur non innamorata, provava rispetto e un certo timore reverenziale per il re; non per nulla, il suo motto era Non autre volonté que la sienne, «Nessun altro desiderio che quello di lui». Mantenne un rapporto cordiale con Anna di Clèves, ma lo stesso non si può dire per quanto riguarda Maria Tudor, la figlia di Enrico e Caterina d'Aragona, che peraltro era rimasta fedele alla religione cattolica della sua famiglia materna.

La tragedia di Caterina Howard e della sua caduta in disgrazia ebbe inizio il 2 novembre del 1541. Il re e la regina erano appena rientrati da un lungo giro nel nord dell'Inghilterra. Mentre Enrico assisteva alla messa nella cappella di Hampton Court, l'arcivescovo di Canterbury, Thomas Cranmer, amico di lunga data del re, in rappresentanza degli altri membri del Consiglio Privato del monarca, lo raggiunse per rivelargli i segreti del passato della regina. Non osò neppure parlare direttamente al sovrano, consegnandogli invece una lettera nella quale erano elencate le colpe di Caterina.

Nel dipinto di autore sconosciuto vediamo il re insieme alla terza moglie, Jane Seymour, e al loro figlio. A sinistra e a destra compaiono Maria ed Elisabetta, da poco ritornate a corte

Nel dipinto di autore sconosciuto vediamo il re insieme alla terza moglie, Jane Seymour, e al loro figlio. A sinistra e a destra compaiono Maria ed Elisabetta, da poco ritornate a corte

Foto: Bridgeman / Aci

Nel dipinto di autore sconosciuto vediamo il re insieme alla terza moglie, Jane Seymour, e al loro figlio. A sinistra e a destra compaiono Maria ed Elisabetta, da poco ritornate a corte

 

 

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Le accuse non erano infondate. Prima di arrivare a corte e di sposare il re, Caterina era vissuta ed era stata educata dalla duchessa vedova di Norfolk, seconda moglie del nonno della giovane, e a quell'epoca aveva avuto una relazione intima con il suo insegnante di musica, Henry Manox. Ella stessa ammise in seguito che «non essendo che una ragazza molto giovane [...] gli permisi diverse volte di toccare e sfiorare le parti segrete del mio corpo». Inoltre, sembrava che avesse contratto una specie di matrimonio con un certo Francis Dereham. Si chiamavano reciprocamente «marito» e «moglie», e Caterina spiegò come «con molte lusinghe, mi piegò ai suoi propositi viziosi e ottenne prima di giacere sul mio letto in farsetto e calzamaglia, poi dentro il letto ed infine giacque nudo con me e fece con me quel che fa un uomo con sua moglie, molte e svariate volte». Fu la duchessa a porre fine alla relazione, quando un geloso Manox li tradì. Una volta divenuta regina, Caterina nominò Dereham suo segretario, probabilmente nel tentativo di comprare il suo silenzio sui loro trascorsi. Non mancavano dunque le prove del fatto che Caterina non fosse illibata al momento delle nozze con Enrico e che non fosse libera, secondo il diritto canonico, di contrarre matrimonio. Sia lei sia la sua famiglia erano colpevoli di aver nascosto al sovrano i suoi trascorsi giovanili.

Probabilmente questi fatti da soli sarebbero costati a Caterina il divorzio dal re, ma nulla di più. Ciò che impresse una svolta tragica alla vicenda fu l'accusa di Dereham nei confronti della giovane di aver intrattenuto un'altra relazione sessuale, quando già era regina, con uno dei favoriti del sovrano e suo Gentiluomo della Camera Privata, Thomas Culpeper. Gli incontri segreti venivano organizzati con la complicità della damigella di Caterina, lady Jane Parker, viscontessa Rochford, vedova dello sventurato fratello di Anna Bolena. Il destino di Caterina fu segnato da una lettera che scrisse a Culpeper, nella quale confessava: «Il mio cuore muore al pensiero di non poter stare sempre con te», e che chiudeva dichiarandosi «Tua fino alla fine dei miei giorni». Caterina ammise la relazione, ma negò l'adulterio, confermato invece da lady Rochford.

Caterina Parr fu l'ultima sposa di Enrico VIII,  «la più gradevole di tutte per il suo cuore», secondo un cortigiano, e una matrigna attenta per i tre figli del re

Caterina Parr fu l'ultima sposa di Enrico VIII, «la più gradevole di tutte per il suo cuore», secondo un cortigiano, e una matrigna attenta per i tre figli del re

Foto: Bridgeman / Aci

Caterina Parr fu l'ultima sposa di Enrico VIII, «la più gradevole di tutte per il suo cuore», secondo un cortigiano, e una matrigna attenta per i tre figli del re

 

 

Dopo un primo momento di smarrimento, in cui Enrico, solitario, senza altro svago che la caccia, appariva sempre «triste e pensieroso», la sua reazione fu tremenda. Dereham e Culpeper furono arrestati, torturati, giudicati colpevoli di alto tradimento e giustiziati; pochi giorni dopo, Caterina venne rinchiusa prima nell'ex abbazia di Syon e poi nella Torre di Londra. Nel gennaio del 1542, il Parlamento la condannò a morte. L'ex regina fu decapitata il 13 febbraio 1542, insieme con lady Rochford.

L'esito del suo quinto matrimonio distrusse la fiducia di Enrico. La sua sesta e ultima moglie, Caterina Parr, di 31 anni, non aveva un passato da nascondere, poiché era di pubblico dominio che fosse rimasta vedova due volte prima di sposare il re nel 1543. Enrico l'aveva notata quando la donna frequentava la corte e la casa della principessa Maria, e con lei trovò una certa felicità domestica durante i suoi ultimi anni, soprattutto grazie al buon rapporto che ella mantenne con i tre figli del re.

In qualche modo, delle sei mogli di Enrico VIII, quella che ebbe il destino più tragico fu Caterina Howard. Anche se tutto sommato fu lei stessa responsabile della propria disgrazia, resta il dubbio che forse fu vittima di un re dal carattere difficile e di una famiglia che non seppe proteggerla, né da fanciulla né da regina.

The Royal Nursery 1538. Marcus Stone vi ritrasse, nel 1872, Enrico VIII mentre gioca con il figlio ed erede Edoardo. Sono presenti anche le altre due figlie del sovrano: Maria (22 anni) ed Elisabetta (5)

The Royal Nursery 1538. Marcus Stone vi ritrasse, nel 1872, Enrico VIII mentre gioca con il figlio ed erede Edoardo. Sono presenti anche le altre due figlie del sovrano: Maria (22 anni) ed Elisabetta (5)

Foto: Akg / Album

The Royal Nursery 1538. Marcus Stone vi ritrasse, nel 1872, Enrico VIII mentre gioca con il figlio ed erede Edoardo. Sono presenti anche le altre due figlie del sovrano: Maria (22 anni) ed Elisabetta (5)

 

 

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