Scimmie assassine

Un gruppo di giovani studenti è inviato nella jungla thailandese. In apparenza i ragazzi devono aiutare il professor Hamilton, già sul posto, ad esplorare parti di foresta ancora intatte. In realtà il folle luminare li utilizza come cavie. Obiettivo: catturare dei primati appartenenti ad una nuova e ferocissima specie. Peccato che queste scimmie oltre che cattive siano anche più intelligenti dei predatori.
Il film, ambientato interamente nella jungla, ha un buon ritmo e sprazzi di originalità benché parta da un'idea, gli animali feroci che si rivoltano contro l'uomo, già troppe volte abusata. Particolari le inquadrature, realizzate alternando all'uso della normale cinepresa, la telecamera di uno dei ragazzi, stile The Blair Witch Project e la prospettiva rossastra delle scimmie.
Si difende bene il finale: lascia di stucco, rinunciando alla deriva banale tipica del genere. Convincente F. Murray Abrahams nell'interpretazione dello scienziato invasato, senonché stupisce l'ingenuità dei ragazzi, vera e propria carne fresca da macello, che non chiedono mai spiegazioni e si lasciano prendere all'amo.
Unico neo del film, se vogliamo, l'insorgere di ovvie storie d'amore fra le cavie. Una maggiore dietrologia sull'origine dei primati sarebbe stata più accattivante.
Infine citazione letteraria: la prima ad essere sacrificata è Sydney, la più avvenente fra le ragazze. Bionda come l'Angelica di ariostesca memoria, pronta ad essere data in pasto all'orca marina sull'Isola del pianto. Purtroppo per Sydney, però, sulla Thailandia non volano ippogrifi.