La leggenda del mese pazzo: Marzo, il pastore e il suo gregge - News In Quota

La leggenda del mese pazzo: Marzo, il pastore e il suo gregge

La leggenda del mese pazzo: Marzo, il pastore e il suo gregge

Ben arrivato marzo.

Una mattina, all’inizio della primavera, un pastore uscì con il suo gregge di pecore e incontrò Marzo per la via: «Buongiorno pastore, dove porti oggi il gregge?». 

«Lo porto al monte». 

«Ah, bene. Pastore, buon viaggio!». 

E Marzo, che era pazzo, architettò un piano: quel giorno, all’improvviso, la brezza tiepida si trasformò in un forte vento e cominciò a diluviare. Ma il pastore aveva visto il viso di Marzo e non gli sembrava avesse buone intenzioni. Così si diresse nella direzione opposta.

Il giorno dopo lo incontrò e Marzo chiese: «Pastore come è andata ieri?». 

«Benone – rispose – al piano c’era un gran sole!», 

Marzo dava segni di insofferenza: «E oggi vai lì?». 

«Sì, ci ritorno. L’erba comincia a essere fresca e le giornate belle». 

«Molto bene», disse Marzo. E il pastore si diresse al monte, mentre al piano cominciò a diluviare.

In pratica, fino alla fine del mese, fece il contrario di ciò che diceva: Marzo si arrabbiò tantissimo. Così tanto da chiedere ad Aprile un giorno ancora per fare i suoi dispetti. Aprile accettò: il mattino, di buon’ora, il pastore prese la strada del piano con le sue pecore, mentendo ancora a Marzo, che però stavolta non ci cascò. 

Il sole piano, piano si nascose dietro le nuvole e le pecore si spaventarono a causa del forte vento. Una pioggia battente lo accompagnò per tutta la strada del rientro all’ovile.

Soddisfatto, Marzo all’imbrunire chiese al pastore: «Come è andata oggi, buon pastore?». 

«Non me ne parlare, un tempo del genere non si vede neppure in gennaio». 

Marzo, soddisfatto, aveva compiuto la sua missione, “rubando” un giorno ad Aprile.

Ecco perché il terzo mese dell’anno ha 31 giorni ed ecco perché si dice sia pazzerello! Portatevi sempre l’ombrello.

Alla prossima!

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