Kissing Gorbaciov: recensione del documentario
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    Kissing Gorbaciov: recensione del documentario di Andrea Paco Mariani e Luigi D’Alife

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    Nel cuore di una gelida giornata di marzo del 1989, Annarella Giudici, Benemerita soubrette, si destreggiava con eleganza dinanzi alla maestosa Cattedrale di San Basilio, indossando un pittoresco costume da matrioska. La sua esibizione, insieme a quella dei CCCP – Fedeli alla linea, avrebbe potuto costarle caro in termini di libertà. Tuttavia, malgrado le austere normative della Piazza Rossa moscovita, nessuno degli artisti venne sanzionato.

    “Come mai non ci hanno arrestati?” Questo interrogativo echeggia nel documentario Kissing Gorbaciov, opera congiunta di SMK Factory e AAMOD – Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico, sotto la regia di Andrea Paco Mariani e Luigi D’Alife. A formulare la domanda sono proprio i CCCP – Fedeli alla linea, tra i protagonisti di un epico percorso di oltre 3.500 km da Melpignano a San Pietroburgo, attraversando la fervente Emilia e la capitale russa. Per comprendere le ragioni di tale impresa, è necessario guardare al passato: il nostro. Kissing Gorbaciov non narra solamente la storia dei CCCP; è piuttosto un sublime viaggio musicale che intreccia culture, nazioni e identità disparate, un’odissea che si snoda tra cinema e musica, rivelando, mediante testimonianze dirette, materiali d’archivio inesplorati e narrazioni intense, l’incontro di due mondi in un’epoca di svolta storica.

    L’avventura documentaristica prende le mosse nel 1988: il tranquillo borgo di Melpignano, nel cuore del Salento, si trasforma nell’epicentro di un evento rivoluzionario, destinato a segnare un’intera generazione: la prima esibizione ufficiale di rock band sovietiche al di là della cortina di ferro. Tale manifestazione, battezzata “il primo sbarco ufficiale della nuova armata musicale russa”, vide il coinvolgimento di eminenti gruppi italiani, dando vita a un tour di otto giorni che toccò Mosca e Leningrado. Il festival, conosciuto come “Le Idi di Marzo”, rappresentava l’ultimo ponte culturale eretto a ritmo di punk prima del tramonto del muro di Berlino. Una delegazione italiana, annoverante artisti del calibro dei CCCP e Litfiba, si imbarcò su un volo Aeroflot per due memorabili concerti in terra sovietica.

    Kissing Gorbaciov: recensione del documentario di Andrea Paco Mariani e Luigi D’Alife

    Kissing Gorbaciov

    La trama si dipana lungo due direttrici principali: il tour italiano e quello sovietico, entrambi ricreati con una sapiente mescolanza di riprese storiche e racconti personali. Ciò che si profila è il ritratto di un’avventura musicale che, osservata con gli occhi di oggi, appare quasi surreale. La storia è vista attraverso le esperienze di Giovanni Lindo Ferretti, Annarella Giudici, Massimo Zamboni e Danilo Fatur che, radicati nel movimento punk, hanno sfidato con audacia l’opulenza occidentale, contrapponendovi la cruda realtà dell’est. Con intrepidezza e spirito provocatorio, hanno messo in discussione l’ideologia del “produci, consuma, crepa” propria del capitalismo occidentale, volgendo lo sguardo verso l’Unione Sovietica, un gigante vacillante ma fondato su principi nobili. 

    In quel periodo, l’atmosfera era carica di presagi di mutamenti epocali: la perestrojka, l’audace riforma di Gorbaciov, aveva già iniziato a vibrare nelle fondamenta dell’Unione Sovietica, preludendo al crollo del Muro di Berlino. In Italia, i CCCP si affermarono come un fenomeno culturale dirompente, portatori di un’intera era di dissonanze, con una sintesi inusitata di etica ed estetica, imprimendo un segno indelebile nella cronaca storica, in un’epoca in cui la pacificazione si profilava come un’utopia collettiva. Fu un’era in cui il punk e la modernità si intrecciavano alla politica, generando un dialogo incessante e un’autoriflessione costante. 

    La narrazione dei CCCP si dispiega come un percorso attraverso un’era di transizione, un sogno visionario di Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni e che si concretizzò contro ogni previsione. Il loro anelito di esibirsi a Mosca, un tempo mera aspirazione, si materializzò grazie a un progetto culturale sostenuto dall’Arci Nova Pugliese e dal municipio di Melpignano. Il festival rock Le Idi di Marzo, benedetto dallo stesso Gorbaciov, fu palcoscenico di un incontro senza precedenti tra gruppi del blocco comunista e complessi italiani, in una fusione culturale senza pari. Questo avvenimento, e il successivo tour nell’URSS, non solo incise profondamente nella storia musicale, ma rappresentò anche un’occasione di dialogo e di speranza tra due realtà che si avvicinavano.

    Si può diventare eretici solo se si è padroni dell’ortodossia

    Kissing Gorbaciov

    Nei 97 minuti di riprese, Kissing Gorbaciov non si limita a farci rivivere quegli istanti, ma ci narra anche di una scommessa coraggiosa intrapresa da alcuni amministratori locali del Salento, tra cui Sergio Blasi, che avrebbe poi dato vita alla rinomata Notte della Taranta. Il documentario traccia il ritratto di un periodo di transizione cardine nella storia, contrassegnato dalla conclusione della Guerra fredda e dall’ascesa della globalizzazione, attraverso le esperienze personali di musicisti che, trovandosi al crocevia di questi cambiamenti geopolitici, hanno evoluto e affinato la loro arte.

    Un documentario imperdibile, denso, politico, che ci restituisce il calco di una generazione che credeva nell’artigianalità della musica e nella sintesi ideologica che sottendeva la formazione di una gruppo, piuttosto che il processo culturale che accompagna la creazione di un festival: artigianalità, ideologia, processo, una triade che accompagna un gruppo punk, politico come i CCCP, che non si assolve mai e per questo eretico, perché si può diventare eretici solo se si è padroni dell’ortodossia.

    Dopo la première al 64° Festival dei Popoli di Firenze, Kissing Gorbaciov è approdato al cinema  il 24 novembre 2023. L’elenco dei cinema in cui è possibile vederlo è in aggiornamento sul sito ufficiale.

    Overall
    8/10

    Valutazione

    Kissing Gorbaciov è un documentario imperdibile, denso, politico, che ci restituisce il calco di una generazione che credeva nell’artigianalità della musica e nella sintesi ideologica che sottendeva la formazione di un gruppo, piuttosto che il processo culturale che accompagna la creazione di un festival: artigianalità, ideologia, processo, una triade che accompagna un gruppo punk, politico come i CCCP, che non si assolve mai e per questo eretico, perché si può diventare eretici solo se si è padroni dell’ortodossia.

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    Gloria! Recensione del film di Margherita Vicario

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    Gloria!

    Margherita Vicario, attrice e cantautrice, ha debuttato come regista con Gloria!, lungometraggio che ha ricevuto la sua prima alla Berlinale e ora ha fatto il suo ingresso nei cinema italiani. La pellicola trae ispirazione da una scoperta fatta da Vicario e dalla sceneggiatrice Anita Rivaroli: un’accademia di musica per giovani donne, un santuario di talenti inespressi, dove si celavano le melodie di grandi compositrici, soffocate dalle convenzioni sociali di un’era governata dagli uomini. 

    Il film ci catapulta in un collegio femminile che ospita orfane, nei pressi di Venezia, nel 1800. Il cuore della storia è rappresentato da un gruppo di ragazze unite da un legame profondo, cresciute insieme tra le mura del collegio. Tra di loro emerge la figura di Lucia, interpretata da Carlotta Gamba, la più temeraria e ingenua, che cade preda delle lusinghe di un nobile seduttore. Nel ruolo di Teresa, troviamo Galatéa Bellugi, una domestica costretta a soffocare la propria voce su ordine di Perlina, il prete e maestro di musica, interpretato da Paolo Rossi. Il suo personaggio è incaricato di creare composizioni per un concerto dedicato a Pio VII, un compito che si rivela troppo arduo per lui, ma non per le sue allieve e per Teresa, che di nascosto, nella notte, animano un pianoforte abbandonato con le loro melodie segrete.

    Gloria!: il canto di lode di Margherita Vicario per le compositrici dimenticate

    Gloria!

    Gloria! è un omaggio alla passione e al genio musicale femminile, un film che rende onore alle voci silenziose di quelle donne che, nonostante le barriere del loro tempo, hanno saputo trovare una via per esprimere il loro talento. È un canto di lode per le compositrici dimenticate che Margherita Vicario riesce a portare sullo schermo con grande abilità e delicatezza.

    Gloria! si fa portavoce di un linguaggio cinematografico fresco e potente, fondendo una vicenda storica con la musica contemporanea, opera della stessa Vicario, tessendo così un dialogo tra passato e presente. Le musiche che vengono scritte e composte dalle allieve durante le prove segrete sono musiche sempre molto liturgiche, istituzionali, legate al segno del tempo, musiche che raccontano un’ideologia ben precisa di fede, scrittura, visione e tempo.

    Mentre le musiche che compone Teresa sono diverse, hanno un sapore moderno, sono più avanti di qualsiasi cosa abiti quel collegio, e non vengono comprese, sono inascoltabili secondo le altre ragazze perché Teresa non è stata istruita in senso più strutturale e pedagogico alla musica ecclesiale, non ha cognizione della liturgia, non ha dalla sua la conoscenza degli strumenti e del suono, non sa leggere il pentagramma, suona a suo modo, segue il suo spartito, sente il ritmo, e il suo approccio alla musica per questo è diverso, incomprensibile.

    Gloria!: non solo musica

    Gloria!

    Ma non è solo la musica ad avere pieno protagonismo all’interno dell’economia visiva del film di Vicario. Al centro ci sono sì le donne ma c’è il potere, un potere istituzionale, verticistico, piramidale, e un potere femminista quindi condiviso, plurale. Questi due poteri interferiscono tra loro e creano un vortice ben visibile durante ogni scena: non c’è una sola immagine in cui patriarcato e femminismo non trovino punti di sutura, abissi di senso che portano l’uno a essere la porta basculante dell’altro, in cui non c’è spazio per soprassedere alla presenza dell’uno se l’altro ha modo di entrare nell’ordine logico delle cose, nel quotidiano più piccolo e rivoluzionario. Dal modo in cui si mangia, al modo in cui si parla, ai momenti in cui si compone musica, si ascolta musica e si canta, insieme, e soprattutto si balla, insieme.

    Nel tessuto narrativo di Gloria!, si intrecciano citazioni luminose che evocano un universo letterario e cinematografico variegato, spaziando dalle atmosfere de Il corsetto dell’imperatrice e Piccole donne al fascino suggestivo di Picnic a Hanging Rock. Quest’opera, tuttavia, trascende la mera evocazione di influenze culturali per puntare verso una visione rivoluzionaria che rifiuta ogni risonanza della struttura gerarchica e piramidale del potere, tipica del patriarcato.

    L’ambizione di Gloria! non è quella di sostituire il vertice della piramide con nuove figure femminili, ma piuttosto di demolire completamente tale costrutto, proponendo al suo posto una rete orizzontale e inclusiva. Questa visione si allinea con le narrazioni femministe più incisive e progressiste, quelle che riconoscono che la vera libertà non risiede nel rimpiazzare un ordine esistente con un altro, ma nell’annullare completamente l’ordine stesso.

    Reinventare il potere

    Il progresso non si ottiene semplicemente sostituendo vecchie categorie con nuove, ma piuttosto mettendo in discussione le categorie stesse, interrogandole e, infine, superandole. Gloria! ci invita a riflettere su come le storie femministe possano guidarci in questo percorso di trasformazione, mostrandoci che il potere può e deve essere reinventato in una forma più equa e condivisa.

    Le incredibili protagoniste del film, Galatéa Bellugi, Carlotta Gamba, Veronica Lucchesi in arte La rappresentante di lista, Maria Vittoria Dallasta, Sara Mafodda, scrivono una lettera d’amore, un canto soave e ribelle che risuona fino a oggi e che, senza chiedere il permesso, travalica la contemporaneità e parla a tutte le donne di domani con la sua musica leggera e moderna. 

    Gloria! è disponibile nelle sale italiane dall’11 aprile 2024, distribuito da 01 Distribution.

    Overall
    8/10

    Valutazione

    Gloria! è un omaggio alla passione e al genio musicale femminile, un film che rende onore alle voci silenziose di quelle donne che, nonostante le barriere del loro tempo, hanno saputo trovare una via per esprimere il loro talento. 

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    IF – Gli amici immaginari: trailer, trama e cast del film di John Krasinski

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    IF - Gli amici immaginari

    Il 16 maggio arriverà nelle sale italiane IF – Gli Amici Immaginari, film di John Krasinski con protagonista Ryan Reynolds. Una commedia a sfumature fantastiche adatta a tutta la famiglia, che oltre a Ryan Reynolds e allo stesso John Krasinski è forte della presenza nel cast di Cailey Fleming e Fiona Shaw. John Krasinski, noto universalmente per la sua prova come attore nell’acclamata serie televisiva The Office, torna alla regia dopo i successi di A Quiet Place – Un posto tranquillo e del seguito A Quiet Place II. Ryan Reynolds, che a breve vedremo anche in Deadpool & Wolverine, è reduce invece da Come ti ammazzo il bodyguard 2 – La moglie del sicario, Red Notice e The Adam Project.

    A dare le voci ai personaggi che riflettono l’incredibile potere dell’immaginazione di un bambino ci sono invece Phoebe Waller-Bridge, Louis Gossett Jr., Steve Carell e molti altri. L’edizione italiana del film potrà invece contare sulle voci di doppiatori d’eccezione come Ciro Priello e Pilar Fogliati. Diamo un’occhiata a quello che ci aspetta con il trailer ufficiale del film.

    Il trailer ufficiale italiano di IF – Gli Amici Immaginari

    Questa la sinossi ufficiale del film:

    Scritto e diretto da John Krasinski, IF – Gli amici immaginari è l’incredibile e magica storia di una bambina e della sua capacità di vedere gli IF, cioè gli amici immaginari di tutte le persone. Grazie a questo suo insolito superpotere, si imbarcherà in una magica avventura per ricongiungere gli IF dimenticati con i loro bambini.

    In conclusione, ecco il poster ufficiale italiano del film, che arriverà in sala il 16 maggio, distribuito da Eagle Pictures.

    IF - Gli amici immaginari
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    Challengers: trailer, trama e cast del film di Luca Guadagnino

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    Challengers

    Il 24 aprile arriva nelle sale italiane Challengers, nuovo film di Luca Guadagnino basato su una sceneggiatura di Justin Kuritzkes. Il film ha per protagonisti Zendaya, Josh O’Connor e Mike Faist e racconta un torbido triangolo amoroso, che si sviluppa nell’arco di diversi anni dentro e fuori dal campo di tennis. Amici, ambizione, ossessione ed erotismo si intrecciano in una storia in cui gli equilibri e i rapporti di forza si modificano costantemente, proprio come nel tennis.

    Il team creativo di Guadagnino include diversi suoi collaboratori abituali come il direttore della fotografia Sayonbhu Mukdeeprom, la scenografa Merissa Lombardo, il montatore Marco Costa e il costumista Jonathan Anderson. La colonna sonora del film è invece firmata da Trent Reznor e Atticus Ross. I produttori del film sono Amy Pascal, Luca Guadagnino, Zendaya e Rachel O’Connor, con Bernard Bellew coinvolto invece nel ruolo di produttore esecutivo. Gustiamoci una piccola anteprima di quello che ci aspetta attraverso il trailer ufficiale italiano.

    Challengers: il trailer ufficiale italiano del film di Luca Guadagnino con Zendaya

    Questa la sinossi ufficiale del film:

    Dal visionario regista Luca Guadagnino arriva Challengers, con protagonista Zendaya nel ruolo di Tashi Duncan, un’ex prodigio del tennis diventata allenatrice: una forza della natura che non ammette errori, sia dentro che fuori dal campo. Sposata con un fuoriclasse reduce da una serie di sconfitte (Mike Faist), la strategia di Tashi per la redenzione del marito prende una piega sorprendente quando quest’ultimo deve affrontare sul campo l’oramai rovinato Patrick (Josh O’Connor), un tempo suo migliore amico ed ex fidanzato di Tashi. Mentre il loro passato e il loro presente si scontrano e la tensione sale, Tashi dovrà chiedersi quale è il prezzo della vittoria.

    Vi ricordiamo che Challengers arriverà nelle sale italiane il 24 aprile, distribuito da Warner Bros. In conclusione, ecco il poster ufficiale italiano del film.

    Il poster ufficiale italiano di Challengers, film di Luca Guadagnino con Zendaya, Josh O'Connor e Mike Faist.
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