La ragazza della palude di Delia Owens: la recensione del libro

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La ragazza della palude di Delia Owens

Nella palude «La vita decade e comincia a puzzare e torna nel sottobosco marcio; uno straziante sguazzare di morte che genera vita».

E la vita di Kya sembra proprio questo: una montagna russa segnata da picchi pericolosamente bassi seguiti da pochi momenti di felicità. Kya ha sei anni quando sua madre, seguita poi da tutti i suoi fratelli uno per volta, se ne va, lasciandola sola ad arrangiarsi con un padre ubriaco e violento. Ma quando poi se ne va anche lui, Kya si ritrova da sola in mezzo alla palude, in una baracca che cade a pezzi, senza soldi e senza nessuno. La sua solitudine, una condizione che si porterà dietro per gran parte della sua vita, la sommerge, la ingloba, rendendola diffidente verso qualunque altro essere umano.

La sua unica consolazione è la palude stessa, che diventa una protagonista a sé stante, con la sua acqua, le piante, gli animali, i suoi ritmi, che per Kya sono così noti e accoglienti. E quindi Kya si ritrova spesso a parlare con i gabbiani, a raccogliere conchiglie, a correre scalza tra gli alberi, a chiedersi come mai tutti l’abbiano abbandonata a sé stessa, andando via, «laggiù, dove cantano i gamberi», come diceva sua mamma per indicare un posto lontano.

La ragazza della palude
La ragazza della palude Di Delia Owens;

Kya vive a Barkley Cove, un piccolo villaggio in mezzo alla palude. Sola e abbandonata dai genitori e dai fratelli, imparerà a vivere in questo mondo surreale e onirico, fino al giorno in cui non sarà accusata di un omicidio.

Ma Kya è forte: soffre molto ma sopravvive, si arrangia e si difende, cresce selvaggia e indipendente. Impara anche a fidarsi, in particolare di Tate, un ragazzo che le insegna a leggere e di cui si innamora.

Le cose però cambiano, le persone se ne vanno, ne arrivano altre, ci si ritrova in situazioni che non ci si aspetta: è così che Kya, ormai ventiquattrenne, si ritrova accusata dell’omicidio di Chase Andrews, sua frequentazione passata. Il processo si svolge in un serrato interrogatorio, tra colpi di accusa e difesa, tra alternanza di momenti del presente e momenti del passato, con elementi che non fanno mai capire in maniera certa se sia stata Kya o no a commettere l’omicidio.

È così che La ragazza della palude diventa un romanzo commovente, con un ritmo incalzante, che non sembra lasciare respiro. È un romanzo sull’abbandono, sulla sofferenza e sulla solitudine, sull’impossibilità di stabilire verità o menzogna, sui segreti, sulla paura del diverso.

Ma forse, più di tutto, è un romanzo sull’amore.

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