La maledizione della prima luna, recensione della prima avventura di Jack Sparrow

La maledizione della prima luna, recensione della prima avventura di Jack Sparrow

La recensione della prima avventura di Capitan Jack Sparrow: pronti a salpare verso i mari dei Caraibi?

La maledizione della prima luna, recensione della prima avventura di Jack Sparrow
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Una banda di pirati, ai comandi del temibile Capitan Barbossa, arriva a Port Royale e rapisce Elizabeth Swann, la figlia del governatore. La giovane infatti è in possesso di un antico medaglione in grado di annullare la terribile maledizione che aleggia su Barbossa ed i suoi uomini. Will Turner, un giovane fabbro orfano, innamorato da sempre di Elizabeth, libera il pirata Jack Sparrow e grazie al suo aiuto ruba una nave per mettersi alle calcagna dei rapitori. Ma Sparrow ha anch'egli i propri interessi, a cominciare da una sua vendetta tutta personale proprio nei confronti Barbossa e della sua ciurma, rei di averlo abbandonato anni prima su un'isola deserta dopo averlo ammutinato. E la Perla Nera, nave oggetto e luogo del misfatto, è ora per Jack l'unica cosa a contare veramente.

La fuga verso la libertà, il mare aperto e incredibili avventure: chi da piccolo in fondo non ha mai sognato di essere un pirata? E' dovuta anche a quest'aspirazione fanciullesca insita nell'animo umano da sempre lo strepitoso successo ottenuto dalla saga dei Pirati dei Caraibi, iniziata nel 2003 proprio con l'iconico primo capitolo, La maledizione della prima luna.

He's a pirate!

Una gloria tutt'altro che scontata visto che le ultimi produzioni di genere non avevano esaltato né il pubblico né la critica, con rappresentante più osteggiato il Corsari di Renny Harlin, vero e proprio flop al botteghino del 1995. Incassi che non hanno comunque scoraggiato la Disney, che ha scelto nel 2003 di "trasporre" in versione cinematografica una della attrazioni più famose di Disney World, esistente sin dagli anni '50. Produzione imponente di un guru dei kolossal d'azione come Jerry Bruckheimer e regia affidata ad un regista "giovane" come Gore Verbinski, reduce soltanto l'anno prima del fortunato remake hollywoodiano di The Ring, e il cocktail è pronto. Un sapore frizzante, che gioca col citazionismo proponendo però contaminazioni fantasy insolite al filone, capace di generare una vera e propria mania nel pubblico, che ha premiato il film con lo strepitoso guadagno di oltre 600 milioni di dollari (recuperandone ampiamente il budget di 140), dando il via alla successiva realizzazione di due seguiti girati in contemporanea (Peter Jackson docet) e di un relativamente recente quarto tassello.

Senza un attimo di tregua

Gli ingredienti per il perfetto intrattenimento ci sono tutti, e non è difficile comprendere i motivi dell'apprezzamento pressochè generale degli spettatori e della critica. L'"esordio" dei Pirati dei Caraibi funziona per il suo riuscito mix di epica piratesca e frizzante ironia, con una componente action di primissimo livello, dialoghi ispirati e una storia, seppur un po' ingenua, assolutamente coinvolgente. Si ride e ci si esalta nelle oltre due ore di pellicola, grazie anche ad una componente tecnica d'eccellenza che coniuga nel migliore dei modi i più avanzati effetti speciali ad emozionanti duelli all'arma bianca, rocamboleschi arrembaggi e gag originali, in un concentrato di ritmo e passione non così comune alla Hollywood del nuovo millennio. La maledizione della prima luna, nonostante le sue tante anime, rimane indubbiamente l'episodio più riuscito del franchise grazie ad una saggia omogeneità di fondo che trova il giusto bilanciamento tra i generi, evitando le pacchianerie esagerate dei successivi capitoli. La parte fantastica è così superbamente integrata ad un'avventura di classico cappa e spada, ampliando il range di riferimento e rivelandosi giocosamente paurosa per i più piccini e ricca di smaliziato divertimento per gli adulti.

"Quindici uomini sulla cassa del morto oh oh oh e una bottiglia di rum"

Misteri e amori, caratterizzazioni efficaci e colpi di scena a profusione dimostrano l'abilità in fase di sceneggiatura di Ted Elliott e Terry Rossio, già intelligenti reinventori dell'universo favolistico con Shrek. Ma La maledizione della prima luna è un'operazione nata fortunata, e non si spiega altrimenti l'irresistibile colonna sonora firmata da Klaus Badelt e Hans Zimmer (non accreditato), tra le quali spicca l'iconico motivetto di He's a Pirate, divenuto uno dei pezzi di OST più famosi della storia. Una dea bendata benevola che ha messo una mano anche nelle scelte di casting, con un manipolo di attori di spessore ed altri emergenti intelligente e accurata. Senza dimenticare uno stuolo di caratteristi d'eccezione totalmente in parte, e la presenza in un ruolo comprimario del grande Jonathan Pryce (Brazil), gli eroi di quest'avventura senza sosta hanno i volti e il look giusto, a cominciare da Orlando "Legolas" Bloom e la bella Keira Knightley (ai tempi conosciuta per Sognando Beckham ed una piccola particina in Star Wars - Episodio I), fino ad arrivare all'istrionico villain di un memorabile Geoffrey Rush. Ma a sprizzare carisma da ogni poro con la sua interpretazione è un mastodontico Johnny Depp, in una via di mezzo tra Charlie Chaplin ed Errol Flynn, in un personaggio entrato ormai nella leggenda per la cui caratterizzazione l'attore si è ispirato alle movenze di Keith Richards (non a caso "reclutato" come padre di Sparrow nei capitoli futuri). 
"Ora, portami all'orizzonte! Gran filibustieri... Yo-ho, beviamoci su!"

La maledizione della prima luna La maledizione della prima luna svecchia il genere piratesco con un'avventura equamente divisa tra epica classicheggiante e spettacolo fantastico, offrendo oltre due ore di assoluto ed irresistibile divertimento. In una sceneggiatura incessante, ricca di colpi di scena e un ritmo forsennato, e una realizzazione tecnica di primissimo livello, diventa leggenda il personaggio di Jack Sparrow, interpretato magnificamente da Johnny Depp, qui autoironico erede del grande Errol Flynn.

8

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