Sabreen, è morta la neonata simbolo di speranza nella Striscia di Gaza - la Repubblica

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Gaza, è morta Sabreen, la neonata che era diventata simbolo della speranza nella Striscia

Gaza, è morta Sabreen, la neonata che era diventata simbolo della speranza nella Striscia
(afp)

Estratta viva dal ventre della madre uccisa in un bombardamento israeliano, la sua immagine aveva fatto il giro del mondo

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TEL AVIV — È morta la bambina partorita dall’orrore della guerra. Non ci sono buone notizie a cui aggrapparsi, per non guardare il baratro nell’ecatombe di Gaza. Sabreen al-Rouh, lo “Spirito di Sabreen”, era un fiore sbocciato all’inferno. L’avevano estratta viva domenica dal ventre della mamma in fin di vita, ma è sopravvissuta solo 5 giorni al resto della sua famiglia: la bomba israeliana che ha centrato la loro casa li ha sterminati tutti.

Concepita solo trenta settimane prima, era nata di un chilo e 400 grammi con difficoltà respiratorie ma sembrava essere riuscita a conquistarsi il diritto a sopravvivere. I medici dell’Ospedale specializzato del Kuwait a Rafah speravano di salvarla aiutandola a respirare con l’incubatrice, ma il sogno è durato pochi giorni: «Mi ha chiamato l’ospedale — racconta lo zio Rami — per dirmi che le sue condizioni purtroppo erano rapidamente peggiorate, fino a quando ha raggiunto anche lei la sua famiglia». Rami l’ha già seppellita, ieri stesso, nel cimitero di Rafah con mamma Sabreen al-Sakani, papà Shoukri e la sorellina Malak, che aveva tre anni.

Nella strage senza fine della Striscia, la sua nascita incredibile era il miracolo che fa sperare nella vita nonostante tutto. I medici avevano capito subito che la mamma era spacciata, le restavano «al massimo dieci minuti di vita», ma quella creatura che maturava nel suo ventre aveva ancora la possibilità di salvarsi se avessero agito immediatamente. Non c’era neppure il tempo per l’anestesia, hanno fatto un cesareo d’urgenza e l’hanno estratta poco prima che mamma Sabreen esalasse l’ultimo respiro. Per questo le avevano dato quel nome terribile e dolcissimo, “Spirito di Sabreen”.

Quella notte, un altro missile aveva sventrato anche la casa della famiglia Abdel Aal, sempre a Rafah, uccidendo 13 bambini. Quando la bomba ha distrutto casa di Sabreen, i soccorritori hanno trovato mamma Sabreen, papà Shoukri e la piccola Malak vivi ma gravissimi. La corsa in ospedale non è riuscita a salvarli. Ieri si è seccato anche il minuscolo fiore che, sbocciando, aveva commosso il mondo.

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