28 marzo 2024
di Redazione Oscar Mondadori
Nel panorama della letteratura contemporanea americana, pochi autori riescono a catturare l'essenza della vita nelle vaste pianure americane come Kent Haruf. Con uno stile semplice ma estremamente evocativo, l'autore trasporta i lettori in un mondo di emozioni delicate e paesaggi suggestivi, creando storie che si intrecciano in una struggente normalità.
Partita Maggie, i due tornarono in cucina senza dirsi una parola, finirono il caffè ancora nelle tazze, si rimisero berretti e guanti, si infilarono le soprascarpe e le allacciarono, poi scesero i gradini della veranda per tornare in cortile a lavorare, muti e storditi come se quella proposta li avesse gettati di colpo e per sempre in un silenzio sbigottito.
Nato a Pueblo, nel 1943, Kent Haruf è cresciuto in un piccolo villaggio agricolo nel Colorado orientale, e ha trascorso la sua infanzia immerso nella natura selvaggia, negli spazi aperti delle grandi pianure, trovando in questi una grande ispirazione per la propria scrittura: bellezza e solitudine, che riflettono le terre da lui molto amate, sono infatti concetti che hanno segnato la sua opera in maniera significativa.
Fuori, il vento era aumentato rispetto al pomeriggio. Lo sentivano ululare attorno alla casa, gemere e rumoreggiare fra gli alberi spogli. La neve farinosa, sollevata dal vento, passava davanti alle finestre e sfrecciava in raffiche improvvise attraverso il cortile gelato, alla luce di un fanale appeso a un palo del telefono sul retro. Candidi, vorticosi mulinelli nella luce azzurrina. In casa regnava il silenzio.
Dopo aver conseguito una laurea in letteratura inglese presso l'Università del Nebraska-Lincoln, Kent Haruf ha intrapreso una carriera nell'insegnamento e nella scrittura. Ha lavorato come insegnante di inglese al Gordon College in Massachusetts e all'Università del Nebraska-Kearney prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura.
Kent Haruf è stato uno scrittore americano molto apprezzato, la cui opera, catturando l’autenticità della vita rurale americana, ha dato vita a un mondo narrativo sincero ed emozionante, la contea di Holt: un mondo fittizio del Colorado, presente nella narrativa di Haruf già a partire dal suo primo romanzo, Vincoli. Alle origini di Holt (1984), opera che ha ricevuto un’ampia attenzione da parte della critica.
Ma è con Canto della pianura (1999), primo romanzo della Trilogia della pianura, che l'autore raggiunge la notorietà arrivando finalista al National Book Award. Nel 2004 pubblica il secondo titolo della trilogia, Crepuscolo, che vince il Colorado Book Award for Literary Fiction; mentre il terzo, Benedizione, viene pubblicato nel 2013, un anno prima della sua scomparsa.
Tra le sue altre pubblicazioni ricordiamo anche La strada di casa (1990) e Le nostre anime di notte (2015), bestseller postumo da cui è stato tratto l’omonimo film di Ritesh Batra nel 2017.
La Trilogia della pianura (Canto della pianura, Crepuscolo e Benedizione) insieme al bestseller Le nostre anime di notte entrano nel catalogo Oscar Mondadori grazie a una modalità particolarmente nota e sviluppata in paesi come Francia e Gran Bretagna, una modalità che permette di stringere accordi con alcuni piccoli e medi marchi editoriali per ripubblicare i loro titoli in formato paperback.
Gli Oscar Mondadori infatti, insieme a NN Editore (casa editrice fondata nel 2015 da Eugenia Dubini), danno una seconda vita ai titoli di maggiore successo del prestigioso autore americano, racchiudendo così le storie di Holt nel catalogo degli Oscar Moderni e continuando ad affascinare nuovi e vecchi lettori.
Oltre ai diritti, la sub-licenza in Oscar Mondadori si estende anche all’impeccabile traduzione di Fabio Cremonesi. In questo modo, viene rinnovata l’importanza di titoli frontlist senza correre i rischi di un’attività di catalogo.
Ciò che rende le opere di Kent Haruf così straordinarie è la sua capacità di catturare la bellezza e la tristezza della vita quotidiana con una semplicità disarmante. Con uno sguardo compassionevole e rispettoso, Haruf ci invita a esplorare il paesaggio umano nelle sue molteplici sfaccettature, rivelando la complessità che risiede nel cuore di ognuno.
In un'epoca dominata dalla frenesia e dalla superficialità, le opere di Haruf ci ricordano l'importanza di rallentare, di ascoltare e di apprezzare le piccole cose che rendono la vita degna di essere vissuta.
Scopriamo quindi insieme la Trilogia della Pianura...
Si mise a fissare gli alberi silenziosi e la strada buia e le case dall’altro lato, dove le persone si muovevano nelle stanze illuminate dietro le finestre, come era normale che fosse, e sollevava lo sguardo verso gli alberi ogni volta che venivano scossi da un colpo di vento. Rimase lì seduta, con lo sguardo fisso, senza muoversi.
E anche voi – sorrise – dannati vecchi solitari, avete bisogno di qualcuno. Qualcuno o qualcosa di cui prendervi cura, per cui preoccuparvi, oltre a una vecchia vacca fulva. C’è troppa solitudine qui. Prima o poi morirete senza aver avuto neppure un problema in vita vostra. Non del tipo giusto, comunque. Questa è la vostra occasione.
Anche tu ci mancherai, disse. Quando non ci sarai più, vagheremo come vecchi cavalli da lavoro sfiniti. Ce ne staremo qui soli a guardare oltre la recinzione.
Lui e il fratello vivevano a diciassette miglia a sud di Holt, ed erano rimasti soli dal giorno in cui, ancora adolescenti, avevano saputo che i genitori erano morti nel loro camion Chevrolet su una strada asfaltata a est di Phillips. Ma erano rimasti soli insieme e avevano fatto tutto il lavoro che c’era da fare e mangiato e parlato e capito a fondo le cose insieme, e la sera erano andati di sopra a dormire alla stessa ora e avevano iniziato ogni giornata di lavoro insieme, ciascuno in presenza dell’altro, sempre, quasi fossero una coppia di sposi di lungo corso oppure due gemelli che non possono essere separati perché chissà cosa succederebbe.
In Benedizione, Kent Haruf ci porta nuovamente a Holt, esplorando le vite intrecciate di un nuovo gruppo di personaggi. C’è Dad Lewis, proprietario di un negozio di ferramenta a cui resta poco da vivere, c’è Alice, ragazza orfana che arriva nella cittadina come il problematico Lyle, un reverendo tormentato dai rimorsi e da oscuri segreti.
Se ne stava seduto nella veranda davanti a casa, sorseggiando la birra e stringendo la mano della moglie. Il fatto era che stava morendo. È di questo che parlavano. Prima della fine dell’estate sarebbe morto. Entro l’inizio di settembre quel che restava di lui sarebbe stato ricoperto di terra nel cimitero tre miglia a ovest della città. Qualcuno avrebbe scolpito il suo nome su una pietra tombale e sarebbe stato come se lui non fosse mai esistito.
L’America di provincia qui non è solo uno sfondo narrativo, ma una realtà autentica: vaste pianure, pochi negozi, case con veranda e campi di grano. In questa cornice Haruf sviscera la quotidianità degli abitanti di Holt e affronta temi come la perdita, il perdono e la redenzione.
Cucendo insieme storie apparentemente lontane tra loro e proiettando, come diapositive, le immagini tangibili, e spesso malinconiche, di esistenze che scorrono lente e implacabili, Benedizione racconta i drammi dell’esistenza e l’assurda normalità del vivere.
Di notte restava sveglio accanto a Mary nella camera al piano terra, senza poter dormire, ricordando ogni cosa, ripensando a tutta la sua vita. Decise che voleva guardare ancora una volta il mondo fisico che gli stava intorno.
Sembra una specie di benedizione, una benedizione a doppio taglio, disse Lyle. Dad lo guardò. Eh, sì. Un sacco di volte le benedizioni non sono andate per il verso giusto. Deve averne viste parecchie nel corso della sua vita. Sono cresciuto in Kansas, nelle pianure occidentali. Ne ha visti di cambiamenti.
Mi chiedevo se ti andrebbe qualche volta di venire a dormire da me. Cosa? In che senso? Nel senso che siamo tutti e due soli. Ce ne stiamo per conto nostro da troppo tempo. Da anni. Io mi sento sola. Penso che anche tu lo sia. Mi chiedevo se ti andrebbe di venire a dormire da me, la notte. E parlare.
Le notti sono la cosa peggiore non trovi?
Adoro questa cosa. È meglio di quel che speravo. È una specie di mistero. Mi piace per il senso di amicizia. Mi piace il tempo che passiamo insieme. Starcene qui al buio di notte. Parlare. Sentirti respirare accanto a me se mi sveglio.
Amo questo mondo fisico. Amo questa vita insieme a te. E il vento e la campagna. Il cortile, la ghiaia sul vialetto. L’erba. Le notti fresche. Stare a letto al buio a parlare con te.
Scegli tra le Newsletter Mondadori