Giappone: dopo decisione BoJ, yen ancora più giù

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Roma, 26 apr. (askanews) – Lo yen è sceso bruscamente a 156 per un dollaro oggi, dopo che la Banca del Giappone nella riunione mensile del Consiglio monetario ha mantenuto la sua politica monetaria.

La valuta nipponica è ai suoi minimi da 34 anni a questa parte, in uno smottamento che non sembra avere fine dopo la precedente riunione del policy board della banca centrale della quarta economia mondiale.

Nonostante fosse previsto che il Consiglio monetario della BoJ avrebbe confermato i tassi overnight in una banda d’oscillazione tra lo 0 e lo 0,1%, i mercati hanno reagito alla decisione della banca di mantenere la barra diritta, in un momento in cui il governo del premier Fumio Kishida non esclude propri interventi a sostegno della valuta. Questo tasso era stato deciso nella precedente riunione del 19 marzo.

La BoJ ha anche spiegato che continuerà ad acquistare i bond governativi giapponesi (JGB) in accordo alle decisioni assunte nella riunione di politica monetaria di marzo.

L’istituto centrale possedeva il 54% dei JGB alla fine del 2023, contribuendo ad abbassare i tassi a lungo termine ma rendendo il mercato obbligazionario illiquido. La BOJ ha accresciuto negli ultimi due gli acquisti, cercando d’impedire l’aumnto dei rendimenti dei decennali, nonostante la pressione inflazionistica.

Le proiezioni sull’inflazione sono state aumentate, al 2,8% dal 2,4% per l’anno fiscale 2024 e all’1,9% dall’1,8% per l’anno fiscale 2025. Per l’anno fiscale 2026, la banca centrale prevede l’1,9% dell’inflazione dei consumatori, suggerendo che la BOJ si sta avvicinando al suo obiettivo politico di mantenere l’inflazione al 2% o superiore “in modo sostenibile e stabile”. Gli anni fiscali giapponesi iniziano ad aprile.

Si tratta di un dato considerato auspicabile sia dall’esecutivo sia dalla banca centrale, che puntano a un’uscita dalla mentalità deflazionistica che ha caratterizzato l’economia nipponica negli ultimi tre decenni grazie a una viva dinamica prezzi-salari.

I mercati si aspettano che i tassi statunitensi rimangano più alti più a lungo a seguito di una serie di forti dati sull’inflazione. Anche se il prodotto interno lordo degli Stati Uniti nel primo trimestre potrebbe essersi raffreddato più del previsto, secondo i dati pubblicati giovedì si è mantenuto comunque a un ritmo sostenuto. L’indicatore dell’inflazione preferito dalla Federal Reserve, l’indice dei prezzi delle spese per consumi personali, sarà pubblicato oggi, con gli economisti che si aspettano che i prezzi siano aumentati a marzo.

Con il deprezzamento dello yen, i mercati anche con le orecchie tese a quanto farà il governo. Ancora ieri il ministro delle Finanze Shunichi Suzuki ha detto che “sta osservando i movimenti del mercato con un forte senso di urgenza”, suggerendo che una mossa potrebbe essere imminente.

La settimana scorsa i capi delle finanze di Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud hanno espresso preoccupazione per il deprezzamento dello yen e del won, lasciando intendere che i due paesi asiatici sono pronti ad intervenire.