Uno dei maggiori simboli della Cina e della sua storia è sicuramente la Città Proibita. Situata al centro di Pechino, il complesso di costruzioni ha ospitato per quasi cinque secoli la famiglia imperiale e le vicende ad essa legata, fungendo da vero e proprio epicentro della vita dei sovrani cinesi con riferimento in particolare alle dinastie dei Ming e dei Qing. Ma perché la Città Proibita porta questo nome? E come è strutturata? Andiamo a scoprire la sua storia.

La storia della Città Proibita

Come già anticipato, la Città Proibita è stata sede delle famiglie imperiali per quasi cinque secoli – precisamente per 492 anni – ed è stata costruita per volere della dinastia Ming a partire dal 1406 per essere conclusa nel 1420. La sua ubicazione è frutto di un sapiente studio sotto il punto di vista geomagnetico e la colloca al centro di quella che originariamente fu la Città Imperiale, il distretto regale che ospitava il fulcro del potere durante il periodo degli Yuan nel quattordicesimo secolo. La storia del complesso si intreccia con quella dell’imperatore Yongle, il quale, dopo aver conquistato il trono, decise di trasferire nuovamente la capitale da Nanchino a Pechino per ragioni di sicurezza, ordinando l’inizio del lavori di una nuova residenza regale - ispirata alla Città Imperiale del precedente centro nevralgico cinese. Il complesso continuò a essere il fulcro del potere imperiale fino al 1912, quando Pu Yi, l’ultimo imperatore, fu deposto in favore della nascita della Repubblica della Cina. In totale sono stati ben ventiquattro i sovrani ad aver condizionato le sorti del paese, controllando il trono dalle mura della Città Proibita - quattordici appartenenti alla dinastia Ming e dieci a quella successiva dei Qing. Dopo aver subito diversi danneggiamenti nel corso dei tumultuosi anni legati alla nascita della Repubblica Popolare Cinese, nel 1987 La Città Proibita fu dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO con il nome ufficiale di “Palazzo Imperiale delle dinastie Ming e Qing”.

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Il significato del nome

Città Proibita è il termine affascinante ed evocativo con cui è noto questo storico agglomerato sito a Pechino. Ma da dove deriva questo appellativo e che cosa significa? Fra i molti appellativi, Città Proibita Purpurea è il più utilizzato ed è anche il termine che, nell'antichità, serviva a raccontare gli elementi chiave della sede imperiale. La Città Proibita era una riproduzione della Città Purpurea. Secondo la mitologia, l’imperatore era considerato figlio ed emissario terrestre del Dio del Cielo. Proprio per questo motivo per entrare nel palazzo era necessario avere un invito.

Città proibita: la struttura

La Città Proibita è un ampio complesso che si compone di ben 980 edifici con un totale di 8707 stanze distribuite su una superficie di 720.000 m². Nel dettaglio, questa ampia struttura può essere divisa in tre zone principali: la linea di difesa, la corte esterna e la corte interna. La Città Proibita vanta un importante sistema di protezione concepito per la salvaguardia e la tutela della figura imperiale: mura alte 9,8 metri, per un perimetro di quasi 3 km e mezzo in totale, circondano la Città e presentano ai quattro angoli altrettante torri di guardia (una volta rigidamente sorvegliate) e fossato. Per accedere al cmplesso ci sono quattro porte principali: la Porta della Divina Potenza – oggi ingresso ufficiale del museo - a nord, la Porta Meridiana a sud e la Gloriosa Porta dell’Est e la Gloriosa Porta dell’Ovest nei punti rimanenti. Alla Corte Esterna si accede passando dalla Porta Celeste e poi dalla Porta Meridiana. Dopo aver attraversato il Ponte del Torrente Dorato, si snodano tre edifici principali di quest’area: Il Palazzo della Suprema Armonia – la più grande ed importante struttura della Città Proibita -, il Palazzo dell'Armonia Centrale e il Palazzo della Preservazione dell'Armonia. La Corte Interna è separata da quest’area per mezzo di un grande cortile chiamato la Porta delle Purezza Celeste. Qui avevano sede, tra gli altri, i tre palazzi principali noti come Palazzo della Purezza Celeste, Il Palazzo della Tranquillità Terrestre e il Palazzo dell’Unione. Il primo era la sede dell’imperatore, il secondo dell’imperatrice - con camera nuziale - e il terzo era un’ideale luogo d’incontro adibito in epoca Qing a sede dei sigilli imperiali. Dietro queste tre costruzioni si trova il Giardino Imperiale. Da segnalare anche il complesso posto a nord-est dall’imperatore Qianlong noto come Palazzo della Longevità Tranquilla e costruito rispecchiando fedelmente il disegno della Città Proibita.

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Il simbolismo della Città Proibita

Per custodire la figura imperiale, la Città Proibita è pregna di simbologia religiosa e riferimenti alla filosofia orientale. Uno degli elementi principali in proposito è ad esempio l’impiego sistematico dei colori giallo e rosso: il primo era tradizionalmente utilizzabile solo dall’imperatore, il secondo rimandava a buoni auspici. Altra particolarità riguarda le file di draghi, fenici e leoni che decorano le file dei tetti di alcuni palazzi o ancora la disposizione tripartita delle sale principali relative alle corti esterne ed interne.

La Città Proibita oggi

La Città Proibita continua ad esercitare un fascino senza tempo in tutto il mondo, configurandosi come un vero e proprio monumento della tradizione cinese che è stato in grado di attraversare i secoli e le forme di governo. Mantenendo un ruolo cardine nel bagaglio culturale moderno, la Città Proibita è una vera e propria pietra angolare della storicità non soltanto per via della sua ricca ed evocativa storia che l’ha resa soggetto di tributi, racconti e film ma anche in virtù del museo che essa ospita. Istituito nel 1925 il Museo del Palazzo di Pechino ospita quasi due milioni di opere d’arte ed è sede di mostre celebrative. Questo scrigno della tradizione della capitale cinese – composto da innumerevoli libri, bronzi, orologi, documenti storici e molto altro - attira ogni anno moltissimi visitatori, tanto che da tempo esiste un tetto giornaliero da rispettare. Per via del grande traffico turistico è necessario prenotare con largo anticipo la propria visita al museo tramite le agenzie o il sito ufficiale.