La Pantera Rosa, storia di un mito imbranato e immortale
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La Pantera Rosa, storia di un mito imbranato e immortale

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La saga della Pantera Rosa, monumento al genio di Peter Sellers nei panni di Clouseau, ha provato a sopravvivergli.

La Pantera Rosa, storia di un mito imbranato e immortale

Quando si pensa alla Pantera Rosa, si materializza nella mente un personaggio iconico, l'"ispettore Clouseau della Sûreté", interpretato da Peter Sellers e massima personificazione dell'idiota incompetente, che magicamente non solo rimane al suo posto e fa carriera, ma sopravvive suo malgrado a ogni tentativo di sopprimerlo o di limitarne i catastrofici danni. Nonostante l'identificazione totale tra Sellers e Clouseau, nel corso dei decenni si è tentato più volte, con alterno successo, di rilanciare la saga affidandola ad altri attori. Partiamo dalle origini e arriviamo fino ai giorni nostri.

La Pantera Rosa, Peter Sellers e le origini dell'ispettore Clouseau

Quando il regista Blake Edwards è al lavoro su La pantera rosa (1963), commedia romantica interpretata da David Niven e Claudia Cardinale, pensa con lo sceneggiatore Maurice Richlin a un comprimario buffo: questo ispettore Clouseau dovrebbe goffamente cercare di afferrare il ladro "La Primula" (appunto Niven), in quel di Cortina d'Ampezzo, dov'è in compagnia di sua moglie, interpretata da Capucine. Proprio questa modella e attrice causa indirettamente l'incontro tra Peter Sellers e il suo personaggio più famoso: in effetti Edwards ha offerto il ruolo a Peter Ustinov, il quale rifiuta sdegnato quando sa del coinvolgimento della "non-attrice" Capucine. Sellers non si pone questi problemi. Il film si rivela un successo fenomenale, dovuto non poco anche al geniale tema musicale di Henry Mancini e alla creazione dell'effettiva Pantera Rosa ad opera del leggendario Fritz Freleng, nei titoli di testa animati dal suo studio. E' indubbio tuttavia che il pubblico sia rimasto folgorato da Clouseau: recitato con la buffonaggine mai urlata e un po' alienata tipica dello stile Sellers, Jacques è già un beniamino da recuperare al più presto possibile.


L'Ispettore Clouseau di Peter Sellers

Autore ma anche pragmatico professionista, Blake Edwards incappa poco dopo aver finito il film nel progetto di Uno sparo nel buio (1964), partito come adattamento di una piece teatrale: Sellers è già stato scelto come protagonista, ma ha espresso parere negativo sulla direzione che il regista Anatole Litvak ha intrapreso. Il produttore presenta il progetto a Edwards, che accetta di rilevare il film solo se potrà sostituire il personaggio protagonista con il freschissimo Clouseau. Uno sparo nel buio è confezionato al volo, giocando sempre sugli stessi elementi (come i titoli di testa della DePatie-Freleng) e un altro orecchiabile tema di Henry Mancini, inasprendo però i rapporti tra Edwards e Sellers, notoriamente perfezionista e polemico. Non c'è la "Pantera Rosa" nella storia o nel titolo, eppure vengono introdotti due personaggi chiave, irresistibili: l'ispettore capo Charles Dreyfus (Herbert Lom), ossessionato dall'incompetenza di Jacques, e il domestico Cato (Burt Kwouk), addestrato per sorprendere con esplosioni di violenza il suo padrone.
Trascorrono diversi anni prima che Sellers ed Edwards accettino di ripescare Jacques Clouseau. Litigi a parte, si sono già reincontrati nel 1968 per il capolavoro Hollywood Party, ma nei primi anni Settanta la fama di entrambi è declinante: abbastanza perché Blake proponga un nuovo film della saga, rielaborando un progetto cancellato per una serie tv. Trova la United Artists sorda all'offerta, ma riesce poi ad avviarlo con la Grade. La pantera rosa colpisce ancora (1975, The Return of the Pink Panther) vede un Sellers già piuttosto invecchiato e in realtà nemmeno troppo convinto dal progetto, ma ancora in forma. Il film è impreziosito, come lo sarà il successivo, dalle animazioni dei titoli di testa realizzate dallo studio del maestro Richard Williams, poi glorificato negli Ottanta da Chi ha incastrato Roger Rabbit. Siccome i diritti di questo capitolo appartengono a un'altra etichetta, il film non sempre è stato inserito nelle compilation home video della saga.
L'immediatamente successivo La pantera rosa sfida l'ispettore Clouseau (1976, The Pink Panther Strikes Again) rimane a nostro avviso il più divertente di tutti, questo a dispetto di una produzione tribolata, con Sellers sostituito spessissimo dalla sua controfigura a causa delle gravi condizioni di salute, fisiche e mentali. Dreyfus fonda un'organizzazione criminale volta all'eliminazione fisica di Clouseau, minacciando di disintegrare il mondo: già la premessa è un delirio, ma lo stile semi-improvvisato della comicità è irresistibile, con tante sequenze d'antologia e un Herbert Lom esilarante. Concepito per essere un kolossal comico di tre ore, viene poi ridotto a un'ora e mezza, ma le scene cestinate le rivedremo tra poco...


Il declino dell'Ispettore Clouseau di Peter Sellers

Con La vendetta della Pantera Rosa (1978), la saga è alla frutta: lo sa persino Edwards, che tenta di vendere alla United Artists l'idea di un film costruito sulle sequenze scartate del precedente, aggiungendovi nuovo girato per farle star su. Sellers non è per niente d'accordo e s'impone per un'opera tutta nuova. Già l'idea stessa che Dreyfus ricompaia nega ogni forma di continuity, ma le gag si trascinano stancamente, laciando presagire l'amaro sipario per Peter Sellers, scomparso nel 1980.
A questo punto la situazione diventa davvero imbarazzante: la United Artists ed Edwards, pur di battere il ferro finché è caldo, recuperano l'idea di un lungometraggio "riciclone" e nel 1982 arriva Sulle orme della Pantera Rosa (Trail of the Pink Panther), dove viene proposto il girato tagliato dal film del '76, intorno a una parodia di Quarto Potere: una giornalista indaga su Clouseau scomparso, e i personaggi della saga (David Niven incluso!) raccontano episodi che lo riguardano. La vedova di Sellers fa causa allo studio e a Edwards. Senza parole.

L'ispettore Clouseau non interpretato da Peter Sellers: i fallimenti

Alla United Artists hanno in realtà cercato già di riproporre la serie della Pantera Rosa, mentre Edwards e Sellers erano impegnati su Hollywood Party. Accade nel 1968: L'infallibile ispettore Clouseau, interpretato incredibilmente da Alan Arkin (!) e diretto da Bud Yorkin, cade velocemente nel dimenticatoio, sottolineando la difficoltà del pubblico nell'accettare qualcun altro (seppur bravo) nel ruolo dell'ispettore. Nonostante la produzione sia quella originale della Mirisch, nel film mancano Cato, Dreyfus e le musiche di Henry Mancini. Resiste solo l'animazione nei titoli di testa della DePatie-Freleng.
Nel 1983 è invece lo stesso Edwards a cercare il rilancio, dopo il rifiuto di Dudley Moore nell'interpretare un'idea di Sellers, "The Romance of the Pink Panther". Alla fine Pantera Rosa - Il mistero Clouseau (1983, Curse of the Pink Panther) propone un altro ispettore imbranato, Clifton Sleigh, interpretato dalla meteora Ted Was. Il coinvolgimento di Kwouk, Lom, Niven, Robert Wagner e Capucine non salva la situazione: il film è un disastro al boxoffice.
Nel 1993 arriva l'ultimo tentativo firmato da Blake Edwards, peraltro alla sua ultima regia, così come Henry Mancini è alla sua ultima colonna sonora: per entrambi è un amarissimo finale di gloriose carriere Il figlio della pantera rosa (1993), sbagliatissimo tentativo di lanciare all'estero Roberto Benigni, fresco di Johnny Stecchino. Edwards aveva prima cercato di convincere Kevin Kline, Gerard Depardieu e Rowan Atkinson. S'ipotizza che questo Jacques Gambrelli sia il figlio di Clouseau: Herbert Lom, Claudia Cardinale e Burt Kwouk danno volenterosamente i loro contributi, ma il risultato è imbarazzante.

La pantera rosa: il reboot con Steve Martin

Con questi chiari di luna, sembra incredibile immaginare che la serie abbia ancora qualcosa da dire al boxoffice, eppure nel 2006, inizio dell'era del nostalgismo disperato a oltranza, qualcosa cambia: arriva in sala il remake-reboot La pantera rosa, diretto da Shawn Levy, interpretato e cosceneggiato da un coraggiossimo Steve Martin. Per chi scrive, nemmeno un attore che pure merita ogni stima come Martin ha nulla a che vedere con lo stile di Sellers, e infatti il Clouseau di Steve Martin è buffonesco e sopra le righe, decisamente... alternativo. Il budget di 80 milioni di dollari è però benedetto da un incasso mondiale di 164, giustificando incredibilmente l'operazione e il suo prosieguo. L'unico sequel è giunto nel 2009, ma La pantera rosa 2 di Harald Zwart è naufragato con 76 milioni d'incasso per 70 di costo: come non detto, abbiamo scherzato. In questi reboot, Dreyfus è stato interpretato da Kevin Kline nel primo film e da John Cleese nel secondo.

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