LEGO Batman Il Film - Recensione

Il secondo film dei Lego alla scoperta di Gotham City.

La recensione di Lego Batman – Il film - LEGO Batman Il Film


Dopo l'ennesimo successo di Batman contro un attacco di Joker e compagni criminali per conquistare Gotham City, il commissario di polizia Jim Gordon va in pensione e lascia l'incarico alla figlia Barbara, donna forte e affascinante decisa a non lasciare più solo a Batman il compito di proteggere la città. L’uomo pipistrello però, nonostante si sia invaghito di Barbara, non è dello stesso parere e, per dimostrarlo a tutti, riesce a imprigionare Joker in una prigione spaziale dalla quale è impossibile evadere. Batman però non immagina cosa abbia in serbo Joker una volta giunto in questo carcere…

Due registi e sceneggiatori come Phil Lord e Christopher Miller non si trovano tutti i giorni, soprattutto grazie a due gioielli (più il primo che il secondo) come The Lego Movie e Piovono polpette. Proprio il film sui Lego, baciato da un plauso critico unanime e da incassi notevoli, ha dato una sferzata contagiosa mica da ridere all’intero genere, ponendosi come l’unica alternativa davvero valida, intelligente (e a tratti geniale) allo strapotere del trittico Pixar-Disney-Illumination.

Non ritrovare quindi più i due amici-autori in Lego Batman – Il film spiace e non poco, anche perché il sostituto Chris McKay, seppur animatore esperto, non è che abbia combinato granché finora a parte la serie TV Robot Chicken. E la differenza tra i due film, benché inevitabile visti i diversi nomi in gioco, è forse ancora più pesante delle attese.


Chiariamo però un punto. Lego Batman – Il film è un film di animazione che non sa cosa sia il freno a mano tirato, che viaggia velocissimo, che cita, rimastica e risputa decine di omaggi pop (e non solo fumettosi). È anche un film che fa (sor)ridere a più riprese, che fa della comicità slapstick il suo cavallo di battaglia e che per fortuna, a parte l’atroce doppiaggio di Geppi Cucciari, è stato adattato in italiano come meglio non potevamo aspettarci.

È anche un film tecnicamente solidissimo (seppur privo dell’effetto novità di The Lego Movie) e con un protagonista che, come i Minions partoriti da Cattivissimo me, si è ritagliato con merito un ruolo da prima donna e riesce senza tanti problemi a sobbarcarsi l’intero film. E non dimentichiamo infine la moltiplicazione quasi ad libitum di supereroi e supercattivi, quasi come se i cinque sceneggiatori abbiano voluto inserire tutto lo scibile in fatto di DC Comics e non solo (fanno capolino anche Tolkien e Harry Potter).


C’è un però. Esci dal cinema con la sensazione di aver visto qualcosa di vuoto e che sei destinato a scordarti già dopo qualche ora. Quello di Chris McKay è il classico compitino ben fatto che però non appassiona, intrattiene ma non esalta, fa sorridere ma non sbellicare, è spettacolare ma anche ripetitivo nei suoi affondi action sempre un po’ tutti uguali e in una scansione dei tempi priva della varietà (anche cromatica e “paesaggistica”) di The Lego Movie.

Non c’è un messaggio di fondo particolarmente originale (l’unione fa la forza, viva la famiglia) ma nemmeno ce l’aspettavamo e alla fine, a rimanere davvero impresse, sono le espressioni dei personaggi-mattoncini, là dove una bocca storta, degli occhioni “manga” piangenti, una divisa di Batman anni ‘60 e la gestualità del corpo-Lego infondono un po’ di calore a un film assolutamente non brutto ma dannatamente freddo.

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