Perché commemoriamo i fratelli Rosselli e quale rilevanza hanno le loro vite oggi? – Euractiv Italia

Perché commemoriamo i fratelli Rosselli e quale rilevanza hanno le loro vite oggi?

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Carlo e Nello Rosselli. [Wikipedia]

In occasione dell’83° anniversario dell’assassinio dei fratelli Rosselli, Roger Casale, fondatore e segretario generale di New Europeans, scrive della loro eredità e dell’importanza della lotta contro il fascismo nel movimento per l’unità europea.

Per rispondere a questa domanda, dobbiamo chiederci chi erano i Fratelli Rosselli. Dobbiamo anche chiederci come sono vissuti e come sono morti.

I Rosselli furono vittime della violenza politica. Mentre il mondo intero reagisce con rabbia per l’omicidio di George Floyd, aggravato dal razzismo, la loro storia assume una rilevanza contemporanea.

Il 9 giugno 1937 Carlo e Nello Rosselli stavano guidando vicino alla città termale francese di Bagnoles-de-l’Orne. In una scena che ricorda il film Bonnie e Clyde, furono oggetto di un’imboscata sul ciglio della strada. Carlo fu colpito e accoltellato mentre andava in aiuto di coloro che pensava fossero in difficoltà. Quando Nello cercò di salvare suo fratello, fu anch’egli assassinato.

Entrambi i fratelli erano importanti antifascisti, ma Carlo era il vero l’obiettivo dell’agguato. Nello, storico e “letterato”, era meno pericoloso per il regime fascista. Per anni la polizia aveva vessato e intimidito la famiglia Rosselli. La loro proprietà era stata confiscata e distrutta. Quindi la decisione di seguire altri antifascisti italiani in esilio.

Nel 1936 Carlo aveva guidato la colonna italiana che combatteva con i repubblicani in Spagna, durante la guerra civile, al grido “oggi Spagna, domani Italia”. Era stato imprigionato per il suo ruolo nell’organizzazione della fuga del socialista italiano Filippo Turati. Con Carlo in quella impresa c’erano persone come Ferruccio Parri, che nel 1945 divenne poi Primo Ministro del governo italiano, e Sandro Pertini, che in seguito divenne presidente. Anche il destino di Carlo Rosselli, se fosse vissuto, avrebbe potuto essere simile.

I probabili aggressori di Rosselli provenivano dal gruppo fascista francese La Cagoule, che agiva per ordine di Mussolini. Alcuni furono arrestati, ma le autorità francesi non furono in grado di stabilire un collegamento con il governo italiano. Quando il governo di Daladier salì al potere, le accuse furono ritirate. La guerra era all’orizzonte. Non era il momento di alimentare le tensioni tra Francia e Italia. La giustizia passò in secondo piano.

Se Carlo Rosselli non fosse stato assassinato quel giorno di giugno, Mussolini avrebbe senza dubbio trovato un altro modo per ucciderlo. Gli assassini lo avevano seguito fino in Francia. Lo avrebbero seguito ovunque. Quando morirono, Carlo aveva 37 anni e Nello solo 36 anni. La protesta in Francia, quando scoppiò la notizia degli omicidi, fu straordinaria: oltre 100.000 persone seguirono il corteo funebre. Dopo la guerra i fratelli furono trasferiti nel cimitero di Trespiano, alle porte di Firenze, e seppelliti insieme ad altri leader della resistenza e della lotta antifascista italiana, tra cui Ernesto Rossi.

Chi erano i Rosselli, come pensatori e come uomini? Nati in una potente famiglia ebrea di Roma, servirono entrambi attivamente nella prima guerra mondiale. Il loro fratello maggiore, Aldo, vi perse la vita. Un’eccellente biografia a firma di Caroline Moorehead, Una famiglia pericolosa. La storia vera della famiglia Rosselli e della sua opposizione al fascismo di Mussolinidescrive le loro vite personali e il loro sviluppo intellettuale e politico. Entrambi gli uomini erano molto affezionati alla loro famiglia, con relazioni strette non solo tra loro ma con tutti i loro familiari.

La madre, Amelia Rosselli, era una drammaturga ed ebbe un’influenza significativa sul loro sviluppo intellettuale. La loro nipote, anch’essa chiamata Amelia Rosselli, divenne una nota poetessa dopo la guerra.

Influenzati dalle tradizioni liberali e socialiste, i fratelli scrissero apertamente di una nuova società. Oggi potremmo chiamarli riformatori socialdemocratici. In realtà ritenevano che le loro idee fossero molto vicine a quelle del Partito laburista britannico dell’epoca. I Rosselli erano vicini al loro amico e mentore, lo storico e antifascista Gaetano Salvemini, autore di La dittatura fascista in Italia. Con Salvemini, Ernesto Rossi e altri, Carlo Rosselli fondò nel 1925 il periodico antifascista “Non Mollare”. Successivamente, nel 1929, a Parigi, fondò il movimento ”Giustizia e Libertà”.

Ernesto Rossi e molti contemporanei dei Rosselli, come Altiero Spinelli ed Eugeno Colorni, furono confinati sull’isola di Ventotene, dove scrissero il Manifesto di Ventotene chiedendo un’Europa unita. Il progetto europeo nacque quindi proprio dal movimento antifascista in Italia, collegato fin dall’inizio con il superamento dei nazionalismi e con la costruzione di un’Europa unita come fondamento della pace e come presupposto per la salvaguardia dei diritti e delle libertà.

Queste idee sono sopravvissute attraverso il lavoro di politici contemporanei, come ad esempio Valdo Spini, con cui ho lavorato a stretto contatto quando eravamo entrambi membri del parlamento. Ispirati dai fratelli Rosselli, Valdo e io abbiamo trascorso molti anni a rafforzare i legami tra il parlamento italiano e quello britannico, e a promuovere collegamenti tra progressisti britannici e italiani. Siamo sempre stati consapevoli del fatto che i Rosselli furono uccisi perché hanno osato opporsi al nazionalismo e difesero la libertà, contro la tirannia.

Il loro sacrificio non dovrebbe essere dimenticato. Il loro contributo al movimento verso una società in cui tutti gli europei possono vivere insieme in libertà e in pace è fonte d’ispirazione per tutti coloro che oggi lavorano per un’Europa più forte e più resiliente. I fratelli Rosselli sono eroi europei, martiri della causa della libertà e della democrazia in Europa. Furono uccisi per ciò in cui credevano, così come i giudici Falcone e Borsellino, mezzo secolo dopo, furono uccisi per aver sfidato il potere della mafia.

Oggi, nel cosiddetto mondo sviluppato, vediamo ancora che la vita di un uomo come George Floyd, solo perché è nero, può finire sotto il ginocchio di un ufficiale di polizia del Minnesota. Anche George Floyd è un martire e dobbiamo imparare dalla sua vicenda e da ciò che ci rivela delle nostre società, così come possiamo  imparare molto dall’assassinio dei Rosselli. Sembra che la libertà sia solo superficiale, ancora oggi. La violenza politica ha radici profonde nella nostra società e le sue cause sono ancora presenti tra di noi.

La battaglia per creare un’Europa libera da razzismo, discriminazione, odio, non è mai finita. Non dovremmo mai dimenticare che l’estremismo alimenta la violenza e il dominio autoritario e che tale fascismo uccide. Ciò accade oggi per le strade del Minnesota, esattamente come accadde nei boschi presso Bagnoles-de-l’Orne nel 1937.

Speriamo che una nuova generazione di leader, come Yasmine Ouirhrane, vincitrice della Fondazione Schwarzkopf Young European of the Year 2019, e come altri che sfidano le convinzioni e i comportamenti che aprono le porte al fascismo, trovino forza e ispirazione nell’esempio di quei grandi uomini che furono Carlo e Nello Rosselli.

Il loro esempio che brilla oggi e continua a illuminare la strada della libertà.