Fotografia, film e video negli anni dell’Arte Povera

Una panoramica attenta che mette in luce il ruolo rivoluzionario della fotografia nel lavoro dei maggiori rappresentanti dell’Arte Povera

Triennale di Milano

Milano

Difficilmente quando pensiamo alle opere dell’Arte Povera, associamo medium fotografici o filmici. Piuttosto, lavori più materici, fatti di ferro di recupero, stracci, oggetti riciclati, legno, terra, plastica e così via. Triennale Milano presenta allo spettatore una mostra che invita letteralmente a “rovesciare i propri occhi” attraverso una lettura inedita del movimento artistico, collocandolo nel contesto sociale e politico degli anni Sessanta e Settanta in Italia. Reversing the Eye, organizzata in collaborazione con Jeu de Paume e LE BAL di Parigi, è a cura di Quentin Bajac, Direttore di Jeu de Paume; Diane Dufour, Direttrice di LE BAL; Giuliano Sergio, curatore indipendente e Lorenza Bravetta, curatrice per fotografia, cinema e new media di Triennale Milano.

Frutto di un’ampia ricerca negli studi degli artisti e nelle collezioni private e pubbliche, l’esposizione, il cui titolo riprende quello dell’opera di Giuseppe Penone del 1970, con 250 opere realizzate da 49 artisti, rivela la ricchezza di un periodo in cui gli artisti italiani sono stati tra i più importanti interpreti della trasformazione dei linguaggi visivi. Michelangelo Pistoletto, Giuseppe Penone, Giulio Paolini, Elisabetta Catalano, Mario Cresci, Luigi Ghirri, Mimmo Jodice e Ugo Mulas, per dire solo alcuni nomi degli artisti che troviamo nel percorso espositivo suddiviso in quattro capitoli tematici: Corpo, Esperienza, Immagine e Teatro ne innescano la dinamicità. 

Ciascuno di questi termini racchiude un interrogativo specifico riguardo al rapporto con il tempo e lo spazio (Esperienza), alla decostruzione della realtà e alle sue rappresentazioni per immagini (Immagine), alla dimensione della teatralità insita in questi media (Teatro), al concetto stesso di identità e al ruolo dell’autore (Corpo). In risposta alla Pop Art americana e in concomitanza con l’attività dei protagonisti della scena concettuale internazionale, l’arte povera aspirava all’incontro tra arte e vita. Benché raramente associati a questa tendenza, la fotografia, il cinema e il video sono stati di fatto ampiamente utilizzati dai suoi esponenti e possono quindi essere annoverati tra i media “poveri”.

Lorenza Bravetta, curatrice per fotografia, cinema e new media di Triennale Milano, ha dichiarato: «In questo nuovo corso Triennale ha intrapreso un progetto di ricerca per approfondire l’evoluzione dei media e le loro possibili contaminazioni con le nuove tecnologie, con altre discipline e forme di espressione artistica. Con Reversing the Eye. Fotografia, film e video negli anni dell’arte povera aggiungiamo un tassello fondamentale al nostro racconto, testimoniando il dialogo tra arte e fotografia che, in quegli anni, ha liberato definitivamente i media da una funzione di mera documentazione, anticipando l’iconosfera nella quale oggi ci troviamo».
A cinquant’anni di distanza, dunque, chiedersi: cosa vediamo, se rovesciamo i nostri occhi?

TUTTI GLI ARTISTI

Claudio Abate, Carlo Alfano, Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Elisabetta Catalano, Mario Cresci, Gino De Dominicis, Plinio De Martiis, Luciano Fabro, Giosetta Fioroni, Luigi Ghirri, Luciano Giaccari, Paolo Gioli, Laura Grisi, Marcello Grottesi, Franco Guerzoni, Paolo Icaro, Mimmo Jodice, Jannis Kounellis, Ketty La Rocca, Piero Manzoni, Plinio Martelli, Paolo Matteucci, Eliseo Mattiacci, Fabio Mauri, Mario Merz, Marisa Merz, Ugo Mulas, Paolo Mussat Sartor, Ugo Nespolo, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Claudio Parmiggiani, Pino Pascali, Pier Paolo Pasolini, Luca Maria Patella, Giuseppe Penone, Gianni Pettena, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini, Salvo (Salvatore Mangione), Gerry Schum, Cesare Tacchi, Andrea Taverna, Franco Vaccari, Michele Zaza e Gilberto Zorio.

Articoli correlati