L’angelo del male - Brightburn, la recensione - Movieplayer.it

L’angelo del male - Brightburn, la recensione: Da grandi poteri non derivano grandi responsabilità

La recensione de L'angelo del male - Brightburn: un horror, ma non solo; è una storia archetipica del mondo dei fumetti completamente ribaltata e riscritta.

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L'angelo del male - Brightburn: una scena con Jackson A. Dunn

Uno degli "horror dell'anno" della passata stagione cinematografica, A Quiet Place, era tutto centrato sul silenzio. L'angelo del male - Brightburn, in uscita il 23 maggio, che si candida ad essere uno dei migliori film dell'orrore della stagione in corso, vive e respira proprio grazie al rumore. Boati, canzoni che partono all'improvviso nel cuore della notte, rumori meccanici sconosciuti, linguaggi incomprensibili. Dalla nostra recensione de L'angelo del male - Brightburn vi renderete conto che si tratta di un film che fa del mistero e dell'attesa il suo punto forte. Un horror? Sì, ma in realtà non ne siamo proprio sicuri. O meglio, non si tratta solo di un horror.

La trama: mi è sembrato di sentire un rumore...

È proprio un rumore, un boato, un tonfo tremendo a determinare l'inizio della trama de L'angelo del male - Brightburn. Interno, notte: vediamo una coppia che sta per iniziare a fare l'amore. Sono Tori Breyer (Elizabeth Banks) e Kyle (David Denman): si amano, si desiderano, e vorrebbero avere un figlio. Ma quel rumore, qualcosa di mai sentito prima, li interrompe. Grazie a un breve stacco e le immagini sgranate di un filmino domestico abbiamo capito che hanno avuto un bel bambino, Brandon. Dieci anni dopo, Brandon (Jackson A. Dunn) ha 12 anni, e gioca ancora a nascondino con la mamma, anche se il gioco è un po' inquietante. Ma ogni cosa, in lui, sembra inquietare. A scuola è un genio. Ma a volte sembra assente, a volte è insensibile. A volte è iracondo, ha reazioni violente e inattese.

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L'angelo del male - Brightburn: Jackson A. Dunn durante una scena del film

In che genere di film siamo?

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L'angelo del male - Brightburn: Jackson A. Dunn in un momento del film

Che cosa sta succedendo a Brandon? Per godere appieno di questa macchina quasi perfetta che è L'angelo del male - BrightBurn, è meglio non sapere troppo. Il piacere del guardare questo film, almeno nella prima parte, è cercare di capire che cosa stia succedendo. Ciò vuol dire chiedersi dove andrà a parare la storia ma soprattutto, da appassionati di cinema, in che genere di film ci troviamo. Siamo in un horror sulle possessioni sul modello de L'esorcista? Un film dell'orrore su un essere generato dal Male tipo La maledizione di Damien? O siamo in un altro tipo di storia, di quelle in cui un essere speciale, con un dono, viene incompreso, e bullizzato, e potrebbe vendicarsi (un po' Carrie - Lo sguardo di Satana, per capirsi...). E se invece fossimo in un'origin story di un supereroe, una sorta di Unbreakable - Il predestinato in chiave preadolescenziale? (Ma non dimentichiamo anche l'originalissimo Chronicle di Josh Trank).

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Non solo jump scares

Forse L'angelo del male - Brightburn non è niente di tutto questo. O è tutte queste cose insieme. Lo svelamento avviene a metà film, forse un po' troppo presto, ma ormai si è pienamente entrati nella storia. E la voglia di scoprire come va a finire è tanta. Perché niente in questo film è scontato. L'angelo del male - Brightburn, prodotto da James Gunn, il regista di Guardiani della Galassia, e diretto da David Yarovesky, è forte di un'ottima scrittura e di un uso davvero eccezionale del sonoro. Realizzati benissimo ed enfatizzati, i suoni non sono usati solo per spaventare (non c'è l'uso fine a se stesso del jump scare, ma qualche salto lo facciamo), ma per creare un senso continuo di pericolo e inquietudine, della presenza di qualcosa fuori dal normale. C'è un pericolo che può arrivare all'improvviso, e ovunque voi siate.

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Non è la Marvel

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L'angelo del male - Brightburn: Jackson A. Dunn in una scena del film

L'idea, semplicissima ma geniale de L'angelo del male - Brightburn, è aver preso una storia archetipica, e lineare, dal mondo dei fumetti e di averla trasportata al cinema non nella forma di un cinecomic o di un action, ma in un horror - e abbiamo parlato più approfonditamente di questo aspetto nel nostro articolo L'angelo del Male - Brightburn: se Superman fosse un horror - raccontandola con codici completamente diversi. Ma la sua originalità sta anche nel ribaltamento completo delle coordinate di questa storia, anche dal punto di vista della morale. Questo film è un "what if", anche piuttosto pessimista, che forse rispecchia il mondo di oggi, che ha bisogno di eroi che non arrivano. Non è detto che da grandi poteri derivino grandi responsabilità. Qui non siamo in un film Marvel.

Conclusioni

Nella recensione de L’angelo del male – Brightburn vi spieghiamo che si tratta di un film che fa del mistero e dell’attesa il suo punto forte. Un horror, ma non solo. È una storia archetipica del mondo dei fumetti ribaltata e portata in un altro universo cinematografico. Per certi aspetti è un’idea geniale.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
3.1/5

Perché ci piace

  • L’idea geniale è aver preso una storia archetipica dal mondo dei fumetti e averla trasportata al cinema non in forma di cinecomic ma di horror.
  • Il film ribalta completamente le coordinate di questa storia, anche dal punto di vista della morale.
  • È forte di un’ottima scrittura e di un uso davvero eccezionale del sonoro.

Cosa non va

  • Forse lo "svelamento" arriva un po’ troppo presto.