Causa morte Kurt Cobain: l'ultima notte del re del grunge | Radio Deejay
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Morte di Kurt Cobain: cosa è successo nell’ultima notte del re del grunge

Morte di Kurt Cobain: cosa è successo nell’ultima notte del re del grunge

Quali furono le cause della morte di Kurt Cobain? Fu suicidio o omicidio? Perché quella lettera? I misteri ancora irrisolti a 30 anni dalla scomparsa del rocker icona di una generazione

DI Redazione Web / 05 aprile 2024

L’8 aprile del 1994 Kurt Cobain, leader dei Nirvana, venne ritrovato senza vita nella soffitta della sua villa di Seattle. La rockstar, si disse poi, era morta già da qualche giorno, il 5 aprile.
Suicidio o omicidio? Il mistero attorno al ragazzo dallo sguardo fragile e dal cardigan sempre addosso è vivo ancora oggi. Come quelli che riguardano altre rockstar entrate nel ‘Club dei 27’, scomparse cioè alla fatidica età di 27 anni.

Cerchiamo di capire meglio cosa è successo nella notte del 5 aprile 1994, quali sono le cause della morte, di cosa parlava la famosa lettera di Cobain, quali sono i sospetti e cosa ha lasciato il leader dei Nirvana al mondo del rock .

Clicca qui sotto per leggere l’articolo sull’ultimo messaggio di Kurt Cobain:

Kurt Cobain: come è morto

Ad avvistare per primo il corpo senza vita del cantante fu Gary Smith, un elettricista che lavorava nella villa di fronte a quella di Cobain e che avvisò la polizia di Seattle che arrivò sul posto velocemente.

Accanto all’uomo c’erano una scatola con alcune dosi di eroina e valium, il fucile da cui è partito il colpo mortale e una lettera di addio indirizzata a Boddah, il suo amico immaginario.

Il cantautore era bipolare e, secondo i racconti degli amici, non riusciva a reggere il peso della fama di rockstar globale. Teoria pienamente confermata anche dalle parole deliranti lasciate su carta che spiegano quanto la musica per lui non fosse più un divertimento e quanto cantare su un palco lo facesse sentire come un impiegato costretto a timbrare il cartellino. La ricostruzione delle indagini decretò che l’artista si fosse drogato e poi si fosse poi sparato un colpo di fucile.

Dove si è sparato Kurt Cobain

Anche i giorni precedenti alla sua morte fecero subito pensare a un gesto estremo: l’artista era stato ricoverato in una clinica per disintossicarsi dall’abuso di alcol e di sostanze stupefacenti perché ritenuto pericoloso per se stesso e per gli altri.

Nel febbraio precedente Cobain era infatti sopravvissuto miracolosamente a un’overdose avvenuta poco dopo lo storico concerto dei Nirvana a Roma del 21 febbraio 1994, che Luca De Gennaro racconta nel suo podcast Live io c’ero!.

Successivamente si era chiuso in un appartamento completamente da solo e con una pistola in mano. Dalla clinica il cantante fuggì pochi giorni dopo il ricovero e fece completamente perdere le sue tracce a partire dal 5 aprile, data presunta della morte. Il suicidio si consumò nella soffitta della villa di proprietà di Cobain.

Guarda la gallery delle foto inedite della scena del suicidio di Kurt Cobain:

Kurt Cobain: suicidio?

Ma perché, di fronte ad alcune prove palesi, si sollevarono dubbi sul suicidio della rockstar che viveva una vita al limite? A non vederci chiaro fu Tom Grant, ex sceriffo e investigatore privato assunto da Courtney Love – la controversa moglie di Cobain – per indagare sul caso.

Nel sangue del cantante vennero poi ritrovati 225 milligrammi di eroina e valium. Secondo Grant le quantità di sostanze stupefacenti rinvenute nel corpo di Cobain corrispondevano al triplo di una dose letale.

Anche ammesso che l’uomo fosse riuscito a sopravvivere, quel quantitativo lo avrebbe subito mandato in overdose, impedendogli di mettere tutto in ordine e poi di trovare la forza di spararsi.

Kurt Cobain, quindi, si è davvero ucciso? E se invece si è trattato di omicidio, chi è stato a drogarlo e a sparargli? Ne parla anche Carlo Lucarelli nell’episodio del podcast Dee Giallo dedicato al ‘Club dei 27’.

Kurt Cobain: la morte e la lettera

Indizio particolarmente discussi riguardano il fucile e la penna utilizzata per scrivere l’ultima lettera di Kurt Cobain. Su entrambi gli oggetti le impronte dell’artista non erano chiare ed è come se fossero state in qualche modo pulite e, quindi, in parte cancellate e danneggiate. Da chi? E perché?

La stessa missiva, poi, era stata scritta come un addio alla musica e alla figura della rockstar e non come un addio alla vita, come avrebbe potuto essere il messaggio di chi meditava il suicidio. Solo nelle righe finali Kurt Cobain salutava Courtney Love e la loro figlia Frances, ma la grafia era da subito apparsa differente rispetto a quella del resto della lettera. Non era la sua?

Leggi l’articolo in cui si parla di Cesare Cremonini nello studio di registrazione dei Nirvana:

Morte Kurt Cobain, i sospettati

I sospetti principali al tempo ricaddero su sua moglie Courtney Love perché il cantante voleva lasciarla, pensava al divorzio e l’aveva anche esclusa dal testamento. Secondo i fan era stata proprio lei a provare ad ucciderlo a Roma, in occasione del concerto dopo cui il frontman dei Nirvana andò in overdose, perché in quell’occasione la donna aveva parlato di un biglietto su cui l’artista aveva scritto di voler morire. Biglietto che non è mai stato ritrovato.

Ad aiutare la vedova nell’omicidio sarebbe stato un amico di famiglia che era presente a Roma e si trovava nella villa di Seattle pochi giorni prima del ritrovamento del corpo.

I sospetti si spostarono poi su Eldon Hoke, cantante dei Mentors, un gruppo punk di Seattle. L’uomo disse nel corso di un’intervista (concessa a Nick Broomfield per il documentario Kurt & Courtney, registrata l’11 aprile 1997) che la vedova di Cobain gli aveva offerto 50mila dollari per uccidere il marito e che era pronto a sottoporsi alla macchina della verità per provarlo. Una testimonianza, la sua, che non arrivò in tempo perché il 19 aprile dello stesso anno venne travolto da un treno mentre era in compagnia di un certo Alden Brent. Quest’ultimo confessò poi di aver spinto Hoke sulle rotaie e disse anche di essere lui il vero assassino del frontman dei Nirvana.

Le testimonianze raccolte sul presunto omicidio di Kurt Cobain vennero considerate insufficienti e il caso venne infine archiviato come suicidio.

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