Kristin Scott Thomas, intervista all'attrice

A pranzo con Kristin Scott Thomas che ci svela il suo dolce preferito

La dicono “di ghiaccio”, ma si scioglie per un semplice fritto e in cucina ama improvvisare

Durante il corso di una vita professionale, ci sono dei momenti in cui vengono soddisfatti dei desideri, altri in cui vengono confermati determinati valori ed altri ancora che vengono classificati come... la classica ciliegina sulla torta. Lo è per me Incontrare Kristin Scott Thomas. Nel suo curriculum più di 70 film e tv e prossimamente nei panni di regista nel suo film di debutto My Mother’s Wedding, ma per me sarà sempre la bellissima Katharine Clifton di Il paziente Inglese, coinvolta in un affare torrido con il conte ungherese László de Almásy interpretato da un magnifico Ralph Fiennes.

Sebbene ad Hollywood le abbiano affibbiato il soprannome di Ice queen, per via dell’essere distaccata, fredda grazie a quel muro che separa l’attrice dalla vita privata, quando si tratta di parlare di passioni, sapori e cucina, non c’è muro che resista alle papille gustative e al piacere di condividere emozioni comuni. Ed è su questo che l’abbiamo interrogata proprio come fa lei in Slow Horses, suo ultimo progetto tv in cui interpreta il capo dei famigerati servizi segreti M15 di sua maestà.

Domanda secca: dolce o salato?

Salato. Vivo a Parigi e amo i formaggi.

Il suo formaggio preferito?

Vacherin Mont d’Or. formaggio di mucca che considero il sacro graal dei formaggi a latte crudo. Lo compro da Barthélémy, l’iconico negozio che esiste da 50 anni, gestito dalla proprietaria Nicole. 200 tipi di formaggi maturi per tutte le occasioni, tutti amorevolmente stagionati nelle cantine sotterranee sotto il negozio. Mi piace l’odore del formaggio, sono cresciuta in campagna in un paesino remoto in Cornovaglia. Poi sono andata a Londra per studiare recitazione, e poi a Parigi.

Il suo snack preferito?

Adoro il tipico panino francese, jambon beurre, baguette croccante farcita con burro, prosciutto cotto, e cornichons.

Sa cucinare?

Sono brava a cucinare il pesce, ma sono una pessima pasticciera. Ho una qualità, o forse e’ un difetto, non faccio mai due volte lo stesso piatto. Non scrivo le ricette, improvviso. Sono molto brava con gli arrosti. Ma in generale il mio modo di cucinare non e’ affidabile. Trovo che sia molto più facile trovare ingredienti di qualità più elevata in Francia rispetto all’Inghilterra, a Parigi si trovano ottimi prodotti a un prezzo ragionevole.

Se qualcuno la vuole conquistare, dove la porta?

Sono una cheap date, mi basta poco, una Guinness al pub e anelli di cipolla fritti.

Fish & chips?

Non mangio più fish and chips perché prima di diventare attrice abitavo sopra un posto dove friggevano 12 ore al giorno. Non sopporto più l’odore, ma mangio volentieri una shepherd’s pie, lo sformato di carne d’agnello coperto con purè di patate.

La cosa preferita da fare dopo un piatto del genere?

Fare una passeggiata ai Jardin du Luxembourg e poi a snooze, la parola Inglese per pennichella.


Il cibo che associa a dei bei ricordi?

Mi piace il cibo asiatico, ma ho un problema con il piccante. Quando avevo quattro anni, mia nonna viveva a Hong Kong, aveva una casetta in cima al Victoria Peak, ci si arrivava in tram. Ricordo la vista stupenda sul Victoria Harbour e i deliziosi dim sum della Luk Yu tea house, fondata nel 1933.

Luk Yu tea house, fondata nel 1933.
courtesy

Il gesto più ecologico nella sua cucina?

Cerco di comprare a chilometro zero. Non sopporto quando un prodotto che si può trovare dietro casa, attraversa l’oceano. Però gli avocado li compro dal Sudamerica.

Si dice che è molto superstiziosa... è vero?

Si, (fa le corna davanti a noi, ndr) anche se con gli anni sono migliorata. Non cammino sotto le scale o metto i cappelli sul letto. Quando mangio le uova bollite, devo rompere tutto il guscio per evitare che le streghe lo rubino e portino il malocchio. Lo so è assurdo, ma questo non significa che non sia vero.

Come attrice, sente la pressione di stare attenta a quello che mangia?

Io no, ma nel cinema la gente è ossessionata dal peso. Da ragazzina ero bella rotonda, ma non ho mai voluto mettermi a dieta, ho perso naturalmente peso dopo essermi sposata. Trovo assurdo criticare qualcuno per il suo aspetto fisico. Con l’avanzare dell’età, Il mio mantra è diventato: mantenere invece che riparare.

Le manca Londra?

Si, ma ci vado spesso per lavoro. Mi piace la zona di Little Venice, mi piace camminare a Hampstead Heath, andare a pranzo da Spring della chef Skye Gyngell. Mi piacciono i suoi gnudi con verdure, burro alle arance rosse e ricotta salata.


Gnudi con verdure della chef Skye Gyngell.
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Un hobby che ha scoperto recentemente?

Durante il lockdown ho scoperto l’arte del potting, la coltivazione di verdure in vaso. Ho comprato vari pacchi di semi pensando che non sarebbe cresciuto niente. E poi hanno funzionato tutti! Avevo di tutto, soprattutto spinaci. Lasciavo borse piene fuori dal cancello per i miei vicini. Vedere crescere qualcosa, per quanto possa sembrare banale, è stato molto terapeutico, e mi ha aiutato a sentirmi meno ansiosa. Le cose vanno avanti a prescindere dai disastri, la natura è più forte di noi.

Nel 1986 ha lavorato con Prince in Under The Cherry Moon, il suo primo film come regista. Ed è stato anche il suo primo ruolo come attrice. Cosa ricorda di quel periodo?

Prince era un uomo molto dolce, con me e’ stato incredibile, mi ha scelta perché amava il mio lavoro teatrale. Aveva un cuore d’oro, ricordo che una volta ha cucinato per me, spaghetti al burro e parmigiano, uno dei suoi piatti preferiti che accompagnava sempre con succo d’arancia.

Confessionale. Il suo difetto peggiore?

Sono una frana nei contatti sociali. Non riesco mai a ricordare il nome o il volto di nessuno. Una volta stavo comprando delle scarpe a Parigi quando Dustin Hoffmann è entrato nella boutique e mi ha salutata. Si è avvicinato per abbracciarmi, ma non l’ho riconosciuto e lui si è tirato indietro all’istante, evidentemente pensando che fossi terribilmente scortese. Poi quando il danno era fatto, mi sono ricordata che avevamo cenato insieme due sere prima! Abbiamo mangiato sashimi di salmone e carpaccio di capesante, di cui va pazzo.

Un passatempo che la rilassa?

Adoro fare il bucato, mi da una sensazione di pace e mi permette di sedermi a leggere senza farmi sentire in colpa. Mi piace molto spulciare libri di cucina. L’ultimo mio preferito è First Generation di Frankie Gaw, sulla cucina di Taiwan con influenza Americana.

Il suo dolce preferito?

La Robert Redford cake, una torta al cioccolato senza farina, con miele al posto dello zucchero. Ho lavorato con Bob nel suo primo film come regista, L’uomo che sussurrava ai cavalli. Questa è la sua torta preferita, creata dalla leggendaria pasticciera americana Maida Heatter.

La ricetta della Robert Redford cake

Nina Van Der Kleij / EyeEmGetty Images

Ingredienti

2 cucchiai di burro + extra per ungere la teglia, pangrattato q.b., 1 tazza di mandorle, 350 g di cioccolato, ½ tazza di miele, 10 uova, ¼ di cucchiaio di sale; per la glassa: ¾ di tazza di panna da cucina, 300 g di cioccolato.

Preparazione

Preriscaldate il forno a 175°C. Imburrate una tortiera rotonda da 25 cm, foderatela con carta forno e imburrate anche questa, poi spolverate con pangrattato eliminando quello in eccesso. Riducete in polvere le mandorle. Sciogliete il cioccolato a bagnomaria. Nella ciotola di un mixer elettrico, sbattete il burro fino a renderlo morbido. Aggiungete gradualmente il miele e continuate a mescolare fino a ottenere un composto omogeneo. Unite i tuorli delle uova, due o tre alla volta, sbattendo fino ad amalgamarli dopo ogni aggiunta, infine la polvere di mandorle e il composto di cioccolato. In un’altra ciotola, montate gli albumi con il sale. Incorporate all’impasto al cioccolato in tre riprese. Versate nella teglia e cuocete a 175°C per 20 minuti, poi riducete a 150°C e cuocete per altri 50 minuti. Sfornate e fate raffreddare. Per la glassa: riscaldate la panna in un pentolino, aggiungete il cioccolato a pezzi e mescolate con una frusta e fate amalgamare bene. Lasciate raffreddare leggermente, poi versate la glassa sulla torta e lisciate la parte superiore e i lati fino a coprirla interamente. Servite subito o conservate per una notte a temperatura ambiente.

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