Il primo trailer di Glass Onion – Knives Out è oltre il cool

Il primo trailer di Glass Onion – Knives Out promette un Natale fighissimo

Il detective inventato da Rian Johnson e interpretato da Daniel Craig torna in un sequel che si presenta con il trailer più cool del mese.

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Courtesy Netflix

Oh wow, ehi, ciao, come sei bello, trailer di Glass Onion – Knives Out, ti sta proprio bene quel vestito, senti cosa fai il 23 dicembre sera? Ah guardi il film che stai pubblicizzando perché uscirà su Netflix, d’accordo, allora non ti disturbo, sarà per un’altra volta, però fatti dire che quelle scarpe ti stanno benissimo, sei proprio figo, trailer di Glass Onion – Knives Out, e non fai nulla per nasconderlo anzi te ne bulli. Guardate qui:

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Knives Out, uscito sul finire del 2019 e diventato così inconsapevolmente uno degli ultimi grandi successi al botteghino prima del Grande Lockdown, è esattamente il genere di film per il quale faccio il tifo da anni: un progetto originale, senza legami con universi pre-esistenti, che non adatta né un libro né una graphic novel né le pitture rupestri di Altamura, scritto da zero, con dei personaggi, ci pensate?, inventati per l’occasione! Certo, Knives Out era aiutato dal fatto che la sua più che originalità era personalità, e che la scrittura si appoggiava su alcuni dei modelli più sovrasfruttati nella storia del cinema, da Agatha Christie a Hitchcock con anche un pizzico di comicità alla Invito a cena con delitto.

Courtesy Netflix

Ma chissenefrega, come direbbe il filosofo! Costato 40 milioni di dollari, Knives Out è uno di quei sempre più rari casi di film a medio budget e grande successo, una storia originale che tre anni fa riuscì a ritagliarsi il suo spazio in mezzo a supereroi, film per famiglie e film di supereroi per famiglie. E quindi ora è diventato un franchise, e Glass Onion – Knives Out è il secondo capitolo del Benoitblancverse.

Non che sia una sorpresa: Knives Out era un c.d. “murder mystery” intricato ma tradizionale, che ruotava tutto intorno alle indagini del simpatico investigatore privato Benoit Blanc, una figura classicamente larger than life, un po’ Sherlock Holmes in versione Cumberbatch un po’ buzzurro americano. Il personaggio perfetto per essere riciclato in infinite avventure, al quale si possono tirare addosso infiniti misteri che lui regolarmente risolverà con la precisione chirurgica tipica della sua professione (l’investigatore privato nel giallo alla Agatha Christie). In fondo anche Sherlock Holmes, Poirot, Dylan Dog sono stati protagonisti di infiniti capitoli di saghe che pre-esistevano l’odierna ossessione per la franchise-izzazione. Per cui possiamo perdonare Rian Johnson perché ha accettato l’offerta di Netflix di girare almeno due sequel di Knives Out.

Courtesy Netflix

Tanto quello che ci interessa sono sempre le stesse robe. Ci deve essere di nuovo il protagonista del primo film, innanzitutto, altrimenti che franchise è. E quindi Daniel Craig torna, armato del suo accento improbabile: se chiedete a me, il suo personaggio era il vero punto debole del primo film, e non sono entusiasta all’idea di dovermelo sorbire per altre due ore. Ma mi rendo conto che la mia è un’opinione minoritaria, e che senza Benoit Blanc questa roba non avrebbe senso di esistere. Per cui incasso, e mi aggrappo al resto del cast.

E voglio dire, l’avete visto il resto del cast? Rian Johnson ha assemblato un mix di nuove stelle (Janelle Monáe, Jessica Henwick, Madelyn Cline che è la dimostrazione che a Hollywood esiste già un modello Florence Pugh), grandi nomi del passato recente e semi-recente (Edward Norton, Katherine Hahn, Ethan Hwake, KATE HUDSON!) e qualche scelta apparentemente bizzarra (Dave Bautista su tutti), ed è riuscito persino ad assicurarsi un piccolo cameo di Angela Lansbury in persona, registrato poco prima della sua morte. È tutta roba che ti fa già il film, soprattutto se Glass Onion (e non ho motivo di dubitarlo) sarà non solo divertente ma anche divertito abbastanza da lasciare spazio al cast di costruire personaggi assurdi e sopra le righe, senza troppe briglie formali: era il segreto di Knives Out e non vedo perché Johnson possa aver deciso di cambiare direzione.

Courtesy Netflix

Dopodiché, ehi, è chiaro che questo Glass Onion – Knives Out sa di essere un figo pazzesco, sa di essere cool e che è proprio la sua coolness il primo segreto del suo successo – più ancora del suo aspetto thriller/mystery, che nel primo capitolo era sì costruito con grande cura, ma anche fin troppo scolastico, forse per andare sul sicuro e non togliere spazio ai personaggi, appunto. Sarebbe bellissimo scoprire che anche in questo senso Johnson ha deciso di imprimere un’accelerata con Glass Onion, che abbia scritto un mystery non solo soddisfacente ma anche sorprendente; ma mi rendo anche conto che, come per il discorso su Benoit Blanc, è una fissa mia più che una necessità creativa o commerciale.

Perché da quel punto di vista direi che il film ha molto chiare le sue priorità: in due minuti abbondanti di trailer (montati così da mascherare il più possibile ogni rivelazione sulla trama), Glass Onion – Knives Out ci dice “guardatemi, sono bello, sono tornato, sono meglio di prima, sono di più sotto tutti gli aspetti”, come si addice a un Capitolo Due, insomma. Come si dice in questi casi? Cento di questi sequel?

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