Kinsey. E ora parliamo di sesso. | Chiave Psicologica

Kinsey. E ora parliamo di sesso.

Kinsey. E ora parliamo di sesso.

Alla fine degli anni 40 del secolo scorso l’America assistette alla prima vera rivoluzione sessuale, grazie all’incredibile ricerca del biologo Alfred Kinsey che, divulgando i dati statistici riguardanti le abitudini sessuali degli americani, spianò la strada, facendo vacillare i tabù dell’epoca, alla più nota e attiva rivoluzione degli anni 60-70.

Qualche tempo fa ho rivisto il film del 2004 diretto da Bill Condon, che racconta la vita di Kinsey (interpretato da Liam Neeson). La sessuologia moderna, deve molto a Kinsey. Infatti la sua nascita si fa risalire risalire convenzionalmente al 1948, anno in cui venne pubblicata l’incredibile ricerca di Kinsey sul comportamento sessuale dell’uomo (e in seguito nel 1953 sul comportamento sessuale della donna) che riguardava una serie dettagliata di dati statistici sulle abitudini sessuali degli americani. Questo importante studio spianò la strada a grandi cambiamenti socioculturali. È infatti da qui in avanti che la medicina inizia a considerare la sessualità come un fatto naturale e a spostare il focus sul piacere e non solo sugli aspetti psicopatologici come era avvenuto in passato.

Ma torniamo al film che si apre mostrandoci un nodo cruciale per l’evoluzione di questa figura così importante per la storia della sessuologia, ossia la figura del padre di Kinsey, pastore metodista, mentre ammonisce duramente una platea di fedeli sull’immoralità delle zip sui pantaloni che, a suo dire, facilitavano i giovani e gli uomini a consumare il peccato. In questo clima di proibizioni, in cui la sessualità era il demone più temuto e combattuto, Kinsey crebbe con un grande senso di colpa nei confronti delle sue pulsioni che cozzavano fortemente con le sue osservazioni sul mondo animale e la natura. Per questo motivo, deludendo il padre che l’avrebbe voluto medico, Alfred Kinsey si laureò ad all’università di Harvard in biologia e per diversi anni insegnò zoologia concentrando le sue ricerche sull’entomologia e in particolar modo sulle vespe cinipidi.

Kinsey psicologia problemi sessuali oristano

Secondo una controversa biografia, scritta da James Howard Jones, uno storico dell’università di Houston, (biografia sulla quale probabilmente si basa il film) Kinsey aveva progettato di sposare una donna che non era la sua ex alunna Clara McMillan (sposata nel 1920), ma pare che avesse cambiato idea in quanto non sapesse come consumare con lei un rapporto sessuale. Il film invece ci suggerisce che, una volta conosciuta e sposata Clara, a causa delle dimensioni del suo pene queste difficoltà fossero di altro tipo, e recandosi da un medico che gli consigliò di cambiare semplicemente la posizione del coito, diede il via ad un matrimonio sessualmente interessante e appagante. Nel 1938 un’associazione studentesca femminile propose a Kinsey di coordinare un corso sul matrimonio all’università dell’Indiana. Fino ad allora i corsi di Igiene delle università si focalizzavano sull’educazione all’astinenza incutendo il timore per il sesso in quanto portatore di malattie sessualmente trasmissibili come la sifilide. Kinsey invece, grazie alla sua esperienza e alle sue ricerche come zoologo, sentiva l’esigenza di corsi matrimoniali in quanto si rendeva conto che la società dell’epoca, tramite l’inibizione e l’eccessiva morale stava interferendo con ciò che secondo lui era il naturale sviluppo biologico (una sessualità funzionale alla coppia) provocando un ritardo dell’attività sessuale (compresa la scoperta del proprio corpo e della masturbazione) causando difficoltà sessuali e relazionali all’interno del matrimonio.

Partendo dal principio che doveva esistere un notevole divario tra ciò che le persone fanno nell’intimità delle loro camere da letto e ciò che in genere le persone conoscevano della sessualità, Kinsey decise di trattare il problema esattamente come un fenomeno naturale, sostituendo all’osservazione (cosa di cui era esperto grazie agli studi sulle vespe) l’interrogazione diretta alle persone sulla propria sessualità. Avvalendosi dell’aiuto dei suoi collaboratori diede il via alla prima e più vasta inchiesta statistica condotta nel campo del comportamento sessuale umano. Nei dieci anni dedicati calla raccolta dei dati per i suoi due testi, “Il comportamento sessuale dell’uomo” e “il comportamento sessuale della donna” (ribattezzati dai media “Il rapporto Kinsey”), Kinsey e la sua equipe intervistarono ben 18.000 persone, di cui 7985 condotte personalmente da lui, su circa duecento aspetti della loro storia sessuale.

Il comportamento sessuale dell’uomo” venne pubblicato nel 1948, ed era costituito da più di 800 pagine di materiale statistico, commentato in modo totalmente asettico e scientifico, senza riferimenti di natura indecente o maliziosa, nulla che potesse distrarre dall’obiettivo della ricerca. Ma in una società che riteneva l’astinenza sessuale (ad eccezion fatta per la procreazione all’interno del matrimonio) e l’eterosessualità la norma indiscussa, i rapporti Kinsey rappresentarono un vero e proprio terremoto etico. I dati raccolti riguardavano argomenti considerati tabù e sfidavano le conoscenze che all’epoca si avevano sulle abitudini sessuali.

I risultati del suo lavoro ebbero un’enorme risonanza presso la gente comune e media, avidi di scalpore sessuale, e grazie anche ad una massiccia pubblicità, vendette cinquecentomila copie solo negli Stati Uniti. Anche il resto del mondo era morbosamente incuriosito dal clamore del libro. Si dice che in Unione Sovietica ne esistesse una sola copia, e che al Cremlino ci fosse una sala in cui solo il personale autorizzato poteva accedervi per sfogliare l’opera che confermava la decadenza occidentale e in particolar modo dei nemici Americani. Il libro successivo di Kinsey “il comportamento sessuale della donna”, uscì cinque anni dopo il primo libro ma non vendette altrettanto bene. I tempi non erano ancora maturi per ammettere che anche le donne provavano piacere sessuale e vivevano una vita sessuale intensa.

Probabilmente le scoperte più citate dai Rapporti Kinsey riguardavano l’esistenza di differenti orientamenti sessuali. Kinsey introdusse una nuova scala di valutazione che sostituiva le tre categorie fino ad allora accettate di eterosessualità, bisessualità e omosessualità. La Scala Kinsey, valutava la storia sessuale dell’individuo in base alle esperienze omosessuali anche occasionali, senza per questo rilegare rigidamente l’individuo in categorie come l’omosessualità o l’eterosessualità. Fu inoltre creata una particolare categoria per indicare coloro che erano privi di desiderio sessuale. Circa un terzo degli uomini intervistati avevano avuto esperienze omossessuali fra l’inizio dell’adolescenza e l’età anziana, eppure solo il 6,3% del numero complessivo di orgasmi deriva da contatti omoerotici. I rapporti trovarono che quasi il 46% degli individui maschi ha “interagito” sessualmente con persone di entrambi i sessi nel corso della vita adulta, e che il 37% ha avuto almeno un’esperienza omosessuale.

Da ciò che emerse dai dati di Kinsey, l’uomo comune raggiungeva il picco di virilità a 16 o 17 anni e solitamente i maschi fra i 16 e i 20 anni sostenevano un’erezione per 42,88 minuti, dopodichè la durata diminuiva immediatamente. Il 70% della popolazione utilizzava esclusivamente la posizione del missionario. Gli uomini più istruiti erano più propensi a praticare il cunnilingus rispetto a quelli non istruiti. Gli operai avevano rapporti extraconiugali nei primi anni di matrimonio, quando erano sani e virili, mentre gli impiegati più tardi, quando avevano la pancia, ma anche il portafogli più gonfio. Il 17% dei ragazzi cresciuti nelle fattorie americane, tra gli anni Trenta e Quaranta, ammetteva di aver avuto esperienze sessuali con gli animali. Per ciò che riguarda le donne invece, su 5.940 donne intervistate, il 62% ammetteva di masturbarsi rispetto al 92% degli uomini; una parte considerevole del campione dichiarò di non aver mai provato l’orgasmo ma traeva ugualmente eccitazione dal rapporto sessuale. Il 26% delle donne ammetteva di aver avuto esperienze sessuali extraconiugali entro i quarant’anni. Dal 2% al 6% delle donne di età compresa tra i 20 e i 35 si dichiarava omossessuale. Una volta pubblicati i risultati delle ricerche di Kinsey, il gruppo sociale che trasse più beneficio dalle sue indagini, fu quello delle donne sopra i trenta, le quali scoprirono con grande conforto, che le loro fantasie, le loro voglie e comportamenti, erano del tutto normali e che la donna non è una creatura asessuata, destinata al ruolo di madre, imprigionata dietro alle faccende domestiche.

Se il volto pubblico di Kinsey era quello di un uomo distinto, con i suoi bei papillon, padre di famiglia e marito devoto alla moglie Clara, nella sua vita privata era del tutto differente. Secondo la biografia di Jones, e anche il film ce lo mostra, Kinsey intratteneva tranquillamente e da lungo tempo un  menage-à-trois con uno dei suoi collaboratori, Wardell Pomeroy. Kinsey, come afferma Jones, era bisessuale, ma con una preferenza per gli uomini. Era anche soggetto a depressione e sin dall’adolescenza si interessava a pratiche sadomasochistiche e all’inserimento di oggetti nell’uretra tant’è che una volta, si era circonciso in bagno da solo, senza anestesia. Si dice che fosse anche un voyeur, e una volta offrì un dollaro ad un intervistata di colore che aveva affermato di avere il clitoride di cinque centimetri, per potergli dare un’occhiata.

Niente di tutto questo dovrebbe sminuire l’importanza dello straordinario lavoro statistico e sociale che ci ha lasciato Kinsey. Le sue statistiche ebbero il merito di far prendere coscienza alle persone che qualunque modo scegliessero per vivere la loro vita sessuale era giusto, poiché c’erano altre persone che facevano come loro. In un epoca così proibizionistica, il concetto della normalizzazione (anche se diede adito a diverse critiche, anche pesanti, nei confronti di Kinsey, vedi argomento pedofilia), era un modo per vivere la sessualità senza sensi di colpa e dunque in modo appagante.

 

 

Invia il tuo Commento