Julianne Moore

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Julianne Moore al Festival di Cannes 2018
Statuetta dell'Oscar Oscar alla miglior attrice 2015

Julianne Moore, nata Julie Anne Moore Smith (Fort Bragg, 3 dicembre 1960), è un'attrice e scrittrice statunitense con cittadinanza britannica.

Ritenuta una delle migliori attrici della sua generazione, è stata candidata cinque volte all'Oscar, vincendolo nel 2015, e si è aggiudicata anche tre Golden Globe a fronte di dieci candidature, un Premio BAFTA, due Screen Actors Guild Awards, due Critics' Choice Awards e due Premi Emmy; inoltre è la seconda attrice donna nella storia (dopo Juliette Binoche) ad aver completato la cosiddetta "tripla corona europea della recitazione", ad essere cioè stata premiata a tutti e tre i principali festival cinematografici europei: l'Orso d'argento al Festival di Berlino, un Prix d'interprétation féminine al Festival di Cannes e due Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile alla Mostra del cinema di Venezia.

Dopo aver conseguito una laurea in teatro presso l'Università di Boston, inizia la propria carriera ricoprendo ruoli in alcune serie televisive, tra cui la soap opera Così gira il mondo. Il suo debutto cinematografico avviene nel 1990 con il film I delitti del gatto nero, mentre ha ottenuto successo a livello internazionale con Nine Months - Imprevisti d'amore (1995) e Il mondo perduto - Jurassic Park (1997).

A partire da fine anni novanta, viene acclamata dalla critica per il lavoro svolto in diverse pellicole cinematografiche. Ottiene le sue prime due candidature al Premio Oscar grazie alle interpretazioni in Boogie Nights - L'altra Hollywood (1997) e Fine di una storia (1999), mentre viene candidata ai Premi Oscar 2003 sia come migliore attrice che come migliore attrice non protagonista rispettivamente per Lontano dal paradiso e The Hours. Nel 2012 veste i panni della politica Sarah Palin nel film per la televisione prodotto da HBO Game Change, per cui vince il suo primo Golden Globe e il secondo Premio Emmy.

Per la sua magistrale interpretazione di Alice Howland in Still Alice (2014), si aggiudica il Golden Globe per la migliore attrice in un film drammatico, il BAFTA alla migliore attrice protagonista, lo Screen Actors Guild Award per la migliore attrice cinematografica e soprattutto il Premio Oscar alla miglior attrice[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nata in Carolina del Nord, è figlia di Anne Love, assistente sociale psichiatrica scozzese trapiantata negli Stati Uniti, e Peter Moore Smith, avvocato militare, giudice, pilota d'elicottero e colonnello dell'esercito di ascendenze albanesi.

Per via degli incarichi di suo padre, crebbe tra Stati Uniti ed Europa, diplomandosi nel 1979 presso la Frankfurt American High School di Francoforte sul Meno, nell'allora Germania Ovest, e laureandosi successivamente in teatro presso l'Università di Boston.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1983, all'età di 23 anni, si trasferisce a New York, dove lavora per qualche tempo come cameriera e appare in produzioni teatrali off-Broadway. Il successo ottenuto con la piéce Serious Money la mette in luce agli occhi di alcuni produttori televisivi, che la ingaggiano per interpretare un doppio ruolo nella soap opera Così gira il mondo, per cui vince un Emmy Award nel 1988. La scelta del suo nome d'arte è stata un po' complessa, infatti presso il Screen Actors Guild erano già registrate attrici con il nome di Julia Smith e Julie Moore, ed infine la scelta definitiva è caduta su Julianne Moore.[2]

Julianne Moore al Tribeca Film Festival 2008

[senza fonte]

Inizia una lunga gavetta televisiva e cinematografica, con ruoli marginali in film come La mano sulla culla (1992), Body of Evidence (1993) e Benny & Joon (1993). Inizia ad ottenere i primi riconoscimenti, venendo candidata all'Independent Spirit Awards 1994 come miglior attrice non protagonista per America oggi di Robert Altman, due anni più tardi viene candidata nuovamente al premio come miglior attrice protagonista per Safe (1995) di Todd Haynes, con cui inizia una proficua collaborazione che la porta ad apparire in quasi tutti i suoi film, diventando sua attrice feticcio.

Grazie ai molti riconoscimenti ricevuti, inizia a ottenere parti in film di stampo hollywoodiano, come Nine Months - Imprevisti d'amore (1995) e il block buster Il mondo perduto - Jurassic Park (1997); entrambi i film ottengono ottimi incassi al botteghino[3][4].

Nel 1998 ottiene la sua prima candidatura all'Oscar alla miglior attrice non protagonista per Boogie Nights - L'altra Hollywood di Paul Thomas Anderson, e due anni dopo viene candidata nuovamente all'Oscar alla miglior attrice per Fine di una storia (1999). Recita quindi in La fortuna di Cookie (1999), Un marito ideale (1999) e Magnolia (1999), dove torna a essere diretta da Anderson. Negli anni seguenti si alterna tra produzioni commerciali e film indipendenti. Nel 2001 accetta di recitare in Hannibal, ereditando il ruolo dell'agente dell'FBI Clarice Starling che fu di Jodie Foster ne Il silenzio degli innocenti.

Nel 2003 ottiene una doppia candidatura all'Oscar, come miglior attrice per Lontano dal paradiso ancora sotto la regia di Haynes, per la cui interpretazione riceve la Coppa Volpi al Festival di Venezia, e come non protagonista per The Hours, ma anche questa volta non le viene assegnata l'ambita statuetta. La Moore risulta una delle poche attrici ad aver ottenuto la doppia candidatura e una delle tre a non aver vinto per nessuna delle due statuette a cui era candidata, unitamente a Sigourney Weaver nel 1989, Emma Thompson nel 1994 e Cate Blanchett nel 2008.

Julianne Moore al Festival di Cannes 2014

Negli anni seguenti partecipa a svariate pellicole più o meno di successo come The Forgotten (2004), Il colore del crimine (2006), I figli degli uomini (2006) e Next (2007). Nel 2007 è protagonista del controverso e incestuoso film di Tom Kalin Savage Grace, e nello stesso anno viene di nuovo diretta da Todd Haynes, che le riserva una piccola parte nel pluripremiato Io non sono qui.

Nel 2008 partecipa al film di Fernando Meirelles Blindness - Cecità, presentato al Festival di Cannes 2008 e al Toronto Film Festival; successivamente prende parte all'esordio alla regia dello stilista Tom Ford con A Single Man (2009).

Nel 2010 recita con Annette Bening nella commedia I ragazzi stanno bene di Lisa Cholodenko. Partecipa al famoso calendario Pirelli, nell'edizione 2011 firmata Karl Lagerfeld e che ha come tema la mitologia, vestendo i panni di Era[5]. Nel 2011 recita nel film Crazy, Stupid, Love. Nel 2012 la sua interpretazione di Sarah Palin nel pluripremiato film TV Game Change le vale un Golden Globe, un Premio Emmy, un Critics' Choice Television Award e uno Screen Actors Guild Award.

A settembre 2013 entra ufficialmente nel cast del terzo capitolo del film Hunger Games, tratto dal romanzo Il canto della rivolta, nei panni della Presidentessa Alma Coin[6], mentre nel mese di ottobre dello stesso anno riceve la stella numero 2507 sulla Hollywood Walk of Fame[7].

Nel 2014 è protagonista delle pellicole Maps to the Stars, per cui si aggiudica il Prix d'interprétation féminine al Festival di Cannes, e Still Alice, in cui ricopre il ruolo di una donna a cui viene diagnosticato l'Alzheimer. Quest'ultima interpretazione, acclamata all'unanimità dalla critica, le vale il Golden Globe per la migliore attrice in un film drammatico, il BAFTA alla migliore attrice protagonista, lo Screen Actors Guild Award e soprattutto l'Oscar alla migliore attrice, ottenuto alla sua quinta candidatura[8][1].

Nel 2017 è nel cast del film La stanza delle meraviglie, diretto da Todd Haynes e presentato al Festival di Cannes[9]. Inoltre, nello stesso anno, affianca Matt Damon nella pellicola Suburbicon, che affronta il problema del razzismo negli anni cinquanta[10]. Il film viene presentato in concorso alla 74ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1986 al 1995 è stata sposata con l'attore e regista John Gould Rubin. Dal 2003 è sposata con il regista Bart Freundlich, conosciuto nel 1996 sul set de I segreti del cuore.[11] La coppia ha avuto due figli: Caleb e Liv, nati rispettivamente il 4 dicembre 1997 e l'11 aprile 2002.[12]

Sostenitrice del Partito Democratico statunitense[13], durante le elezioni presidenziali statunitensi del 2004 ha sostenuto John Kerry nella sua campagna presidenziale. Dal 2002 è collaboratrice del ST Alliance, associazione che si prodiga nel creare consapevolezza nei confronti della sclerosi tuberosa[14]. Nello stesso anno, in un'intervista concessa alla trasmissione televisiva Inside the Actor's Studio, si è dichiarata atea[15].

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Attrice[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatrice[modifica | modifica wikitesto]

Produttrice[modifica | modifica wikitesto]

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

  • Plenty di David Hare, regia di Edward Gilbert. Boston University Theatre di Boston (1983)
  • The Bug di Richard Strand, regia di Jules Aron. Actors Theatre di Louisville (1989)
  • Bone-the-Fish di Arthur Kopit, regia di James "Jim" Simpson. Actors Theatre di Louisville (1989)
  • The Vertical Hour di David Hare, regia di Sam Mendes. Music Box Theatre di Broadway (2006)

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Premi e riconoscimenti di Julianne Moore.

È stata candidata cinque volte all'Oscar, vincendo l'ambita statuetta nella sezione di miglior attrice per Still Alice nel 2015. Si è aggiudicata anche tre Golden Globe a fronte di dieci candidature, un Premio BAFTA, due Screen Actors Guild Award e due Premi Emmy per il suo impegno televisivo. È, infine, la seconda attrice donna nella storia (dopo Juliette Binoche) ad aver completato la cosiddetta tripla corona europea della recitazione essere stata premiata a tutti e tre i principali festival cinematografici europei: Berlino, Cannes e Venezia.

Doppiatrici italiane[modifica | modifica wikitesto]

Nelle versioni in italiano delle opere in cui ha recitato, Julianne Moore è stata doppiata da:

  • Roberta Greganti in Psycho, Un marito ideale, Magnolia, Next, Blindness - Cecità, La vita segreta della signora Lee, Crazy, Stupid, Love, Quel che sapeva Maisie, Game Change, Lo sguardo di Satana - Carrie, Il settimo figlio, Il piano di Maggie - A cosa servono gli uomini, La stanza delle meraviglie, Kingsman - Il cerchio d'oro, Sotto sequestro, The Glorias, Caro Evan Hansen, La storia di Lisey, Sharper, Mary & George
  • Franca D'Amato ne La fortuna di Cookie, The Shipping News - Ombre dal profondo, Lontano dal paradiso, The Hours, Uomini & donne, Io non sono qui, A Single Man, I ragazzi stanno bene, Shelter - Identità paranormali, The English Teacher, Non-Stop, Maps to the Stars, Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 1, Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 2, Dopo il matrimonio, May December
  • Cristina Boraschi in Surviving Picasso, Boogie Nights - L'altra Hollywood, Fine di una storia, Evolution, The Forgotten, Il colore del crimine, Chloe - Tra seduzione e inganno, Being Flynn
  • Roberta Pellini in Savage Grace, 30 Rock, Don Jon, Still Alice, Freeheld - Amore, giustizia, uguaglianza, Suburbicon, Gloria Bell, La donna alla finestra
  • Pinella Dragani in Benny & Joon, Il mondo perduto - Jurassic Park, I figli degli uomini
  • Eleonora De Angelis ne Il fuggitivo, Un adorabile testardo, Assassins
  • Rossella Izzo in Vanya sulla 42esima strada, Laws of Attraction - Matrimonio in appello
  • Alessandra Korompay in Safe, Nine Months - Imprevisti d'amore
  • Georgia Lepore in Così gira il mondo
  • Dania Cericola in Omicidi e incantesimi
  • Ludovica Modugno ne La mano sulla culla
  • Paola Valentini ne La pistola nella borsetta
  • Anna Cesareni in Body of Evidence
  • Loredana Nicosia in America oggi
  • Barbara Berengo Gardin ne I segreti del cuore
  • Elisa Galletta ne Il grande Lebowski
  • Francesca Fiorentini ne La mappa del mondo
  • Stefanella Marrama in Hannibal (entrambi i doppiaggi)
  • Margherita Sestito in Marie e Bruce - Finché divorzio non vi separi

Da doppiatrice è stata sostituita da:

Opere letterarie[modifica | modifica wikitesto]

Julianne Moore è un'autrice bestseller di libri per ragazzi.[16]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Benjamin Lee, Julianne Moore wins best actress Oscar for Still Alice role, in The Guardian, 23 febbraio 2015. URL consultato il 13 maggio 2016.
  2. ^ (EN) Margy Rochlin, FILM; Hello Again, Clarice, But You've Changed, in The New York Times, 11 febbraio 2001. URL consultato il 16 giugno 2022.
  3. ^ Nine Months (1995)
  4. ^ The Lost World Jurassic Park
  5. ^ Un dio per ogni occasione, su corriere.it, Corriere della Sera. URL consultato il 30 novembre 2010.
  6. ^ Hunger Games: Il canto della rivolta - Julianne Moore sarà Alma Coin - è ufficiale
  7. ^ Julianne Moore ha una stella sulla Walk of Fame 4 ottobre 2013
  8. ^ Golden Globes 2015: ecco tutti i vincitori, su comingsoon.it. URL consultato il 12 gennaio 2015.
  9. ^ Intervista a Julianne Moore, a Cannes con Wonderstruck, su marieclaire.it, 17 maggio 2017. URL consultato il 19 maggio 2017.
  10. ^ George Clooney: "L'America non è mai stata così arrabbiata", su repubblica.it, 2 settembre 2017. URL consultato il 3 settembre 2017.
  11. ^ Julianne Moore: beneath the skin, su www.telegraph.co.uk. URL consultato il 16 giugno 2022.
  12. ^ (EN) Julianne Moore News, su Us Weekly. URL consultato il 16 giugno 2022.
  13. ^ Julianne Moore's Federal Campaign Contribution Report, su newsmeat.com. URL consultato il 7 marzo 2010 (archiviato dall'url originale l'11 febbraio 2010).
  14. ^ PSAs and Videos, su tsalliance.org, TS Alliance. URL consultato il 7 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 21 aprile 2013).
  15. ^ Photos: Famous atheists and their beliefs, CNN, 25 maggio 2013
  16. ^ (EN) Children’s Picture Books - Best Sellers - Books - May 31, 2009 - The New York Times, in The New York Times. URL consultato il 19 maggio 2021.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Oscar alla migliore attrice Successore
Cate Blanchett
per Blue Jasmine
2015
per Still Alice
Brie Larson
per Room
Controllo di autoritàVIAF (EN117361625 · ISNI (EN0000 0001 0938 9014 · LCCN (ENno97011133 · GND (DE133541495 · BNE (ESXX1271314 (data) · BNF (FRcb14027878z (data) · J9U (ENHE987007449886805171 · WorldCat Identities (ENlccn-no97011133