"Joker: Year One": un viaggio nelle origini del Joker, tra ombre e follia - Fumettologica

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“Joker: Year One”: un viaggio nelle origini del Joker, tra ombre e follia

Il ciclo di storie di "Batman" scritto da Chip Zdarsky, raccontato numero per numero da Andrea Fiamma.

ATTENZIONE: QUESTO ARTICOLO CONTIENE SPOILER PER BATMAN 142-144

batman joker year one

In Batman, la principale serie a fumetti dell’omonimo personaggio, è andata in scena una vicenda potenzialmente facile da riassumere: le origini del Joker, raccontate nell’arco narrativo Joker: Year One.

Raccontare la vera storia del personaggio è una promessa che, negli anni, tanti autori hanno fatto e poi mai mantenuto davvero. Oggi la questione è ancora più ingarbugliata, perché l’ultima volta che abbiamo parlato di Joker, in realtà, ce n’erano tre.

Pubblicata su Batman 142-144, Joker: Year One è stata realizzata da team creativo stellare, composto da Chip Zdarsky, Giuseppe Camuncoli e Andrea Sorrentino. Saranno stati in grado di soddisfare le aspettative?

Cosa succede nella storia

batman joker year one

Siamo nella Gotham City dei primi anni di attività di Batman. L’eroe sventa una rapina da parte della banda di Cappuccio Rosso all’impianto Ace Chemical e il loro leader, Cappuccio Rosso Uno, cade in una vasca di sostanze chimiche. La sua pelle diventa bianca, i suoi capelli verdi e la sua mente è distrutta: è diventato il Joker.

Al quartier generale della polizia di Gotham City, il commissario McLeod critica il rapporto del detective Gordon sulla rapina alla Ace Chemical, poiché questi attribuisce a Batman il merito di aver salvato la città. Ordina allora a Gordon di riscriverlo, ricordandogli che Batman è un vigilante. McLeod convoca poi un altro detective, Manny Gabris, e gli dice che Gordon sta iniziando a diventare un problema per entrambi. Gabris è in realtà Cappuccio Rosso Due, il nuovo leader della banda. Nel loro nascondiglio, Gabris dice agli altri che il loro vecchio capo è tornato e devono ucciderlo.

Il Joker riceve la visita di Daniel Captio, un uomo che si professa «colui che ha addestrato Batman» e che gli promette di farlo diventare la forza più grande che il mondo abbia mai conosciuto. Captio gli insegna le stesse tecniche che ha insegnato a Batman per resistere al dolore e alla paura e persino quelle per creare personalità alternative per esigenze specifiche. Il Joker fa rapidi progressi e sviluppa tre alter ego: un clown, un demone e un assassino silenzioso. 

Il criminale uccide Captio, per poi organizzare un attentato al commissariato di polizia, sventato da Gordon. Gabris finisce tra le grinfie del Joker, che, prima di seviziarlo, gli rivela che tutta la gang del Cappuccio Rosso, compreso McLeod, era parte di un esperimento per testare la sua tossina. Ora la sua attività criminale nei panni del Joker può avere finalmente inizio.

batman joker year one

A questa vicenda si alterna una ambientata in un imprecisato futuro in cui Joker è imprigionato in una realtà virtuale dove combatte costantemente contro Batman, in modo da non tentare di evadere da Arkham Asylum. Tuttavia, un medico, nella speranza di studiarlo, libera il Joker, che crea un virus che si propaga attraverso il suono e che infettato la città e poi il mondo, trasformando tutti tranne Batman nel Joker.

È poi il Joker a fornire la soluzione al suo stesso problema: il criminale informa Batman che i suoni emessi dai pipistrelli curano il virus, e così l’eroe fa tornare le cose alla normalità. Joker vuole che il gioco tra lui e Batman continui così all’infinito, ma il supereroe è scosso da un tragico dubbio: quante volte il Joker avrebbe potuto portare a termine i suoi folli piani, se solo lo avesse voluto?

Appunti sparsi

Scritta da Chip Zdarsky e disegnata da Giuseppe Camuncoli e Andrea Sorrentino, Joker: Year One è stata pubblicizzata come la storia delle origini di Joker, ma Zdarsky ci ha tenuto a precisare che «questa NON è la storia delle origini del Joker. Non scoprirete che il suo nome vero è Joe Kerr e che suo padre era un mimo. È solo una storia figa (si spera) sui momenti immediatamenti successivi a quando cadde nella vasca delle sostanze chimiche e come quel periodo influenzò il futuro di Batman».

Se The Killing Joke raccontava le origini del Joker prima della fatale caduta nella vasca di sostanze chimiche, Zdarsky si insinua tra le pieghe degli eventi e colma la lacuna tra quegli antefatti e il nostro presente, mostrando cosa è successo dopo la trasformazione e prima dell’inizio della sua carriera criminale nei panni del Joker. In particolare prima de La carta vincente, arco narrativo di Tom King e Mitch Gerads pubblicato nel 2023 sulla serie antologica Batman: The Brave and the Bold in cui si raccontava il primo incontro tra Batman e Joker, aggiornandolo alla sensibilità contemporanea.

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Cosa c’entra tutto questo con i tre Joker che citavo all’inizio? Dunque*: nel 2015, Batman si impossessò della sedia di Mobius, un artefatto di proprietà della divinità Metron. In quell’occasione Batman domandò alla sedia quale fosse il vero nome del Joker. La risposta, svelata qualche numero più tardi, fu: «Ci sono tre Joker».

{*Mega respirone.}

Nell’albo DC Universe: Rebirth vedevamo Batman nella sua caverna osservare sui monitor tre incarnazioni del Joker, il Criminale, il Clown e il Comico, ognuno legato a un momento storico e a un personaggio preciso: il Joker classico con cui si scontra abitualmente Batman, quello degli anni Ottanta che assaltò Barbara Gordon in The Killing Joke e quello che uccise Jason Todd – il secondo Robin, ora noto con il nome Cappuccio Rosso – in Una morte in famiglia

I tre Joker sono poi stati protagonisti di Tre Joker, una miniserie che sembrava confermare la tripartizione del personaggio, senza però dare ulteriori delucidazioni, anzi, inserendo un paio di elementi nuovi, tra cui l’esistenza della famiglia del Joker, composta dalla moglie Jeannie e dal figlio, che vivono in Alaska sotto la custodia di Batman. Il punto centrale della questione che non è mai stato sbrogliato è: queste tre incarnazioni del Joker sono canoniche? Che origine hanno? Vivono e operano tutte e tre nell’universo regolare di Batman? 

Joker: Year One svela che, dopo la rinascita del Multiverso, i tre Joker sono semplicemente tre aspetti della personalità del Joker, decretando quindi Tre Joker come una storia canonica, in teoria: qualche tempo fa la storia Il killer dell’orologio, pubblicata su Flashpoint Beyond, rivelava che la famiglia del Joker (cioè il colpo di scena con cui si chiudeva Tre Joker), Jeannie e il figlio, esistevano nella realtà di Batman. E questa nuova storia non nega nulla di quello successo in Tre Joker, quindi, a rigor di logica, nonostante quest’ultima sia stata pubblicata con l’etichetta dei progetti fuori continuity Black Label, è ancora in qualche modo legata alle vicende principali dei personaggi.

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La storia offre inoltre una spiegazione che si lega a un altra storia di Zdarsky, Batman: Il Cavaliere, in cui erano raccontate la gioventù di Bruce e il suo addestramento supereroistico in giro per il mondo. Nella vicenda compariva per la prima volta anche Daniel Captio, lo psicologo che ha addestrato Batman e il Joker, che era una invenzione dello sceneggiatore. Captio fu colui che addestrò Bruce a manipolare la sua mente come una macchina per resistere al dolore fisico e alterare la personalità, introducendo per esempio il Batman di Zur-En-Arrh. Captio avrebbe voluto trasformare Bruce in un assassino a sangue freddo, ma l’allievo accolse gli insegnamenti solo fino a certo punto. È Captio dunque a insegnare al Joker come sopportare il dolore e soprattutto come scindere la propria mente in personalità multiple, quelle che abbiamo visto anche in Tre Joker.

Joker: Year One alterna il passato inedito dei personaggi, disegnato da un Giuseppe Camuncoli in grande forma*, con una loro versione futura, illustrata da Andrea Sorrentino. Quest’ultimo regala una Gotham City distopica e oscura, facendo ampio uso dei riferimenti fotografici (il suo Batman è quello interpretato da Ben Affleck nei film di Zack Snyder), anche se qualcuno sui social lo ha accusato di avere utilizzato l’intelligenza artificiale per alcune immagini dal tratto pittorico (DC Comics sta investigando la questione).

{*Non ho fatto alcun controllo online per verificare questa informazione, ma credo che Camuncoli sia il primo italiano ad avere disegnare un arco narrativo sulle testate di supereroi più popolari di Marvel e DC, Amazing Spider-Man e Batman – e, italiani a parte, in generale mi sa che non ce ne sono tanti.}

L’arco narrativo gira tutto attorno a questo legame fraterno tra Batman e Joker, raccontando una vicenda che parte meglio di come finisce. Zdarsky si perde infatti in una trama più preoccupata di affermare un punto, una tesi (Batman e Joker sono fatti della stessa pasta), che di raccontare una storia.

Inoltre, l’operazione soffre un po’ di quel problema di continuity che affligge molti altri supereroi. Nel tentativo di unire nel profondo i destini di Batman e Joker, Zdarsky aggiunge un tassello che rimanda a un’altra storia (scritta sempre da lui) abbastanza recente e che non tutti potrebbero aver letto, essendo stata pubblicata come miniserie fuori dalla testata principale. È un prodotto che, nonostante il titolo largo e accattivante, si rivolge a una nicchia di pubblico ben istruita sulla Storia del supereroe.

Ma è soprattutto – a due anni dall’inizio della gestione di Zdarsky del personaggio – un gigantesco meccanismo messo in azione per provare a lasciare il segno sul canone di Batman, costruendo una visione del personaggio che ce lo restituisca precario, al confine della follia e ora con più punti in comune con il suo arcinemico di quanto vorrebbe. Zdarsky sta esplorando una strada interessante, che però non ha ancora prodotto fumetti interessanti da leggere.

Leggi tutti gli articoli sulla serie “Batman” di Chip Zdarsky

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