Joe Bell è interamente basato su una storia vera, quella di un padre che, per onorare la memoria del figlio Jadin, un ragazzo gay di 15 anni spinto al suicidio da coetanei che lo bullizzavano, ha percorso a piedi l’America nel tentativo di sensibilizzare il paese riguardo tematiche come bullismo e omofobia, soprattutto tra i giovani. Il viaggo di Joe però, avrà un epilogo tragico.
Nel gennaio del 2013, quando suo figlio Jadin decide di togliersi la vita, suo padre Joe vive un dolore immenso dal quale ha cercato, poi, di trarre un insegnamento che andasse oltre il suo vissuto personale. Jadin ha solo quindici anni quando viene trovato impiccato nel parco giochi di una scuola a La Grande, in Oregon. Portato immediatamente in ospedale, il ragazzo respira ancora ma i parametri celebrali sono praticamente azzerati. Lo strangolamento, infatti, ha riportato dei danni irreversibili. Per questo motivo, dopo giorni di osservazione e speranza, Jadin viene staccato dalle macchine che lo hanno tenuto in vita fino a quel momento.
Ma cosa ha portato il ragazzo a compiere questo gesto? Alla base della sua disperazione ci sarebbero stati degli atti di bullismo per la sua sessualità. Jadin, infatti, aveva già dichiarato la propria omosessualità in famiglia ottenendo il pieno appoggio da parte dei genitori. Così, però, non è stato al di fuori delle mura di casa. Il continuo giudizio esterno e sui social, infatti, ha minato la serenità di un ragazzo che aspirava solo ad vivere la sua vita alla luce del sole, come i suoi coetanei.
Studente de La Grande High School e membro della squadra di cheerleader, Jadin aveva raccontato ai suoi genitori dei problemi relativi al bullismo. Da parte loro, Joe e sua moglie Lola, hanno provato addirittura a cercare un aiuto professionale per il ragazzo. Ma, evidentemente, la violenza esterna è stata più forte di qualsiasi sostegno da parte della famiglia.
Così, dopo la morte tragica di suo figlio, Joe Bell ha deciso di rendere merito alla memoria del ragazzo imbarcandosi in un lungo cammino attraverso l’America per sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo il problema dell’omofobia nei più giovani. Joe arrivò a lasciare il lavoro per portare avanti la sua missione di cambiamento attraverso gli States.
Mark Wahlberg, protagonista del film, spiega che “Joe era devastato e si sentiva responsabile per la tragedia che gli era capitata, perché aveva lasciato che suo figlio fosse se stesso, esponendosi ai bulli, quando pensava che avrebbe dovuto proteggerlo. Ma ovviamente si sbagliava, perché bisogna fare in modo che questi ragazzi abbiano visibilità”
Il film, di cui abbiamo parlato nella recensione di Joe Bell è stato presentato Al Toronto International FIlm Festival ed è interpretato da Mark Wahlberg, Reid Miller e Connie Britton. In un’intervista a ComingSoon.net, Mark Wahlberg spiegò che per approcciarsi al ruolo di Joe Bell si è confrontato con le persone che lo avevano conosciuto bene. “Joe era un individuo complesso, e volevo rendergli giustizia con un’interpretazione onesta. Era un uomo che era cresciuto in un contesto difficile e aveva subito abusi” – con un paragone, Wahlberg spiega che Joe “si era ritrovato a navigare delle acque per le quali non aveva nemmeno l’equipaggiamento giusto”