Jane Campion, una regista che ha fatto la storia 

La conoscerete per Lezioni di piano e Il potere del cane ma c'è molto altro: lo racconta un documentario di Julie Bertuccelli appena presentato alla Festa del Cinema di Roma
Jane Campion
Emma McIntyre/Getty Images

Jane Campion, la regista donna che ha fatto la storia del cinema

"Nel mondo del cinema niente può fermare le donne". Queste parole sono state pronunciate da Jane Campion, artista pioniera e ribelle entrata nella storia: è stata la prima donna ad aver vinto la Palma d'Oro al Festival di Cannes, prima per il suo cortometraggio d'esordio Peel (realizzato nel 1982 ma presentato e premiato nel 1986) e poi per il suo capolavoro Lezioni di piano (1993), pellicola che alla Campion portò anche il primo Oscar per la Miglior Sceneggiatura. 

Il suo secondo Academy, in concomitanza con i suoi 40 anni di carriera, è arrivato quest'anno per la regia del suo ultimo film, Il potere del cane. Il riconoscimento celebra anche la sua storia: una donna che si è ritagliata un posto unico nel pantheon maschile del cinema. Alla sua opera, alla sua vita e alla sua costanza è dedicato Jane Campion: the cinema woman, il documentario che venerdì 21 ottobre la regista francese Julie Bertuccelli – dopo l'anteprima assoluta dello scorso maggio al Festival di Cannes – porterà alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Freestyle. La stessa Bertuccelli parteciperà al MAXXI all'incontro Viva Jane Campion!, dove sarà affiancata dall'attrice Valentina Cervi.

Collection Christophel - (c)Pathé Renn Productions - Screen Australia

Una ritrattista dell'animo umano

Ritrattista dell'animo umano, Jane Campion è una regista visiva, eclettica e iconoclasta, autrice gentile e impertinente, discreta e capricciosa, irriverente e provocatoria, anche a costo di non essere compresa per le sue scelte innovative. La miscela di mito, poesia e e psicoanalisi permette di leggere le sue pellicole in molti modi. Indipendente, audace e controcorrente, come quando ha smesso di lavorare per diversi anni per dedicarsi a sua figlia Alice, avuta nel 1994 (un anno dopo la nascita e la prematura morte, dopo solo 12 giorni dal parto, del primo figlio, Jasper) insieme a Colin Englert, il regista di seconda unità del suo Lezioni di piano. Avrebbe potuto cavalcare il successo del film ma ha scelto di fare la mamma a tempo pieno.

Dalla parte delle donne (e degli uomini)

D'altra parte la Campion ha sempre rivendicato la sua femminilità e le donne sono sempre al centro della sua vita e del suo lavoro. Ogni suo film ruota attorno a una protagonista che lotta per la sua autonomia psichica e sensuale, alla costante ricerca della sua singolarità. Con il suo approccio alla sessualità femminile, la sua sensibilità esacerbata, filma le sue eroine rendendole sempre più complesse, valorizzando le loro imperfezioni e contraddizioni. Jane Campion sa filmare il corpo desiderante di una donna come nessun altro. Ma rende anche grazie agli uomini, alla loro attenzione al piacere, inquadrando la loro virilità e la loro fragilità. 

Jane Campion Archive

L'omaggio di Julie Bertuccelli

Altrettanto anticoformista (e fortemente soggettivo) è il ritratto che Julie Bertuccelli fa della cineasta neozelandese, mettendo sempre in primo piano le parole di Jane (ci sono molti estratti delle interviste rilasciate negli anni), basandosi su estratti dei suoi film, sugli storyboard originali e su molti materiali d'archivio. Tutti elementi che sottolineano l'importanza del suo processo creativo e che svelano le difficoltà che ha sempre avuto nel far sentire la propria voce in un industria cinematografica dominata da uomini. 

Sin dal suo primo film (Sweetie, era il 1989), la Campion invece ha saputo conquistare tutti – sia pubblico che critica – grazie alle sue opere cinematografiche, nate dal desiderio di camminare lontana dai sentieri battuti e di esprimere la sua personale e radicale sensibilità, senza voler piacere necessariamente agli altri. Reinventandosi e rischiando sempre, instancabilmente curiosa e anche profondamente ironica.

Ha aperto una strada alle registe

Jane Campion ha aperto la strada a molte altre donne cineaste. Tra queste c'è proprio Julie Bertucelli, che l'ha descritta così: “È la regista per la quale nutro maggiore ammirazione e con la quale mi sento più legata, i suoi film mi trasportano e mi liberano, riecheggiano dentro di me, mi danno fiducia e il desiderio di continuare a fare cinema”. 

Regis Lansac-Arenafilm

La bellezza libera delle immagini

Nel documentario questa Maestra del cinema si apre senza filtri, raccontando i suoi successi e i suoi fallimenti da regista e, come donna, i suoi dubbi, le sue paure, le sue difficoltà e i suoi dolori passati, così come le sue continue ispirazioni. Probabilmente è questo suo mettersi a nudo che conferisce un nuovo significato ai suoi lavori, alla lucentezza e bellezza libera di tutte le sue inquadrature. “Per me incarna il potere dell'immagine e l'importanza della narrazione, l'immaginazione in libertà, il gusto per la complessità e l'insolito” ha aggiunto la Bertuccelli. 

Jane Campion nel 1990

Fairfax Media Archives/Getty Images

Con l'Oscar 2022 della Miglior Regia per Il potere del cane 

Allen Schaben/Getty Images