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Jack Kirby – La vera vita del re dei comics

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di Gordiano Lupi

Tom Scioli è un allievo di Jack Kirby, sceneggia e disegna fumetti, lavora per la Image Comics, il suo tratto ricorda quello del Maestro da giovane, uno stile classico e coloratissimo, tendente al giallo sporco, proprio come i fumetti pulp di una volta e come le storie dei supereroi Marvel. L’autore avverte subito il lettore che non sta leggendo l’autobiografia di Jack Kirby e che gli eredi non hanno autorizzato l’opera, aggiunge che racconta la sua versione della storia, sa bene che altri la raccontano (e l’hanno raccontata) in modo diverso, se non diametralmente opposto per alcune parti, ma che usa la prima persona – Kirby si racconta – come espediente narrativo. La vera vita del re dei comics (grande sottotitolo) affascina il lettore, soprattutto se è un conoscitore appassionato del mondo Marvel; se tralasciamo piccoli errori di traduzione di Vincenzo Filosa che scrive spesso libri quando nell’originale si parla di books, perché Scioli si riferisce a fumetti cartonati. Jack Kirby – vero nome Jacob Kurtzberg che lui stesso si cambia nel dopo guerra – proviene dalla Galizia Austriaca e deve alla madre l’amore per il racconto, per la narrazione di storie fantastiche. Appassionato da sempre di fantascienza e narrativa pulp, collezionista di fumetti dei grandi Alex Raymond, Segar e Dan Barry, avido lettore di Wonder Stories, comincia come strillone di giornali ed entra nel mondo del fumetto con una striscia ironica su Popeye, per la Lincoln Features. Superman cambia la vita al giovane Kirby, affascinato dal mondo dei fantastici eroi, lavora come un pazzo per lo studio Fox, sforna idee e personaggi per riviste coloratissime. Capitan America, insieme al grande Joe Simon, è la prima creazione di successo, dopo Marvel Boy, con tutto il parco dei comprimari che sarebbe durato nel tempo, Teschio Rosso compreso. Il passaggio alla National segna l’invenzione della Newsboy Legion e dei Boy Commandos, senza parlare di Acquamen e Green Arrow, che sono soltanto collaborazioni. La guerra interrompe il sogno e il lavoro nei fumetti, Jack non è raccomandato da nessuno, deve vedere orrori a non finire nella Francia invasa dai nazisti, dove è costretto a sparare e a uccidere per non essere ammazzato. I fumetti del dopo conflitto bellico sono condizionati da questa esperienza drammatica, che Tom Scioli narra con dovizia di particolari nella parte centrale del libro. La nascita di una figlia è il primo evento lieto del dopoguerra, ma costringe Kirby a un super lavoro per guadagnare il più possibile, perché i tempi sono cambiati e i fumetti non vendono più come prima. Saranno i racconti romantici (specialità anche di John Romita con Love Story) a dare nuova linfa al settore, poi verrà l’horror con i Racconti della Cripta, infine di nuovo gli eroi mascherati. Il dottor Fredric Wertham è un personaggio che tutto noi bambini degli anni Sessanta abbiamo odiato, perché il suo libro La seduzione degli innocenti convinse genitori e insegnanti che i fumetti erano pericolosi per l’equilibrio psicofisico dei ragazzi. Kirby insieme agli altri disegnatori e sceneggiatori rischiano di perdere il lavoro, gli albi da edicola sono sotto accusa, alcune associazioni di genitori li bruciano in piazza. Una grande crisi del settore con assurdi processi televisivi provoca la nascita della censura per i fumetti horror ed erotici, con il famigerato Comics Code, che decide cosa si può dire in un fumetto e gli argomenti che sono da non affrontare. Tom Scioli fa capire che la primitiva idea di Spiderman è di Kirby, anche se il personaggio è del tutto diverso, così come Kirby stesso afferma che la vera anima dell’Uomo Ragno è Steve Ditko, e che lui non avrebbe saputo realizzare così bene il personaggio. Arrivano gli anni della Marvel e la collaborazione con Stan Lee, inizialmente solo un fattorino e nipote dell’editore, in seguito potente editor capace di prendersi meriti che appartengono ad altri. Leggendo il fumetto comprendiamo che la creazione grafica e psicologica di personaggi come I Fantastici Quattro, Thor, Hulk, I Vendicatori … è tutta del grande disegnatore, ma il suo lavoro non è riconosciuto. Kirby viene pagato a tavola – piuttosto bene – come se fosse un lavoro commissionato, ma non partecipa alla condivisione dei diritti; il copyright va tutto a Stan Lee (considerato autore di testi che non scrive) e alla Marvel. Persino Silver Surfer è un’idea originale di Kirby, che lo avrebbe voluto come un angelo creato da una divinità mentre Lee lo modifica come scienziato extraterrestre da fumetto pulp, esule sulla Terra per la fine del suo pianeta. L’autore racconta gli ultimi giorni in una Marvel che sfrutta Kirby fino a spingerlo a passare alla DC Comics, dove viene chiamato per rivitalizzare Superman, ma Carmine Infantino non concede carta bianca, ritocca i disegni prima di pubblicarli per non cambiare le fisionomie dei personaggi. Abbiamo il tempo per assistere a un rapido ritorno alla Marvel, che Stan Lee si prende come merito, ma questa volta per scrivere e disegnare (da solo!) Capitan America e fare copertine per i Fantastici Quattro, poi arriva la malattia, l’incapacità a disegnare, quindi la fine, tra battaglie legali con la Marvel per i diritti non riconosciuti e per riavere le tavole originali. Il 6 febbraio del 1994, a 77 anni non ancora compiuti, ci lascia Jack Kirby, l’uomo che tutti chiamano “il re del fumetto”, un tipo senza fronzoli, concreto, defraudato da un dispotico potere commerciale da quel che gli spettava, ma non del suo genio, un artista che tutti hanno imitato e che continueranno a imitare. Leggete la biografia a fumetti di Tom Scioli, scritta in modo lineare, senza salti temporali, come se fosse un film sulla vita del Maestro, disegnata splendidamente e colorata senza pari. Un vero gioiello.

Tom Scioli
Jack Kirby – La vera vita del re dei comics
Rizzoli Lizard – Pag. 200 – Euro 18

 

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