Ira von Fürstenberg, è morta a 83 anni l'attrice nipote di Agnelli - la Repubblica

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Ira von Fürstenberg, la principessa e icona di stile che diventò attrice

Ira Fürstenberg
Ira Fürstenberg 

Nata nel 1940 è morta a Roma all’età di 83 anni. Figlia del principe Tassilo Fürstenberg e di Clara Agnelli, sorella di Gianni, ha animato le cronache mondane e recitato per il grande schermo

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Principessa, attrice, creatrice di gioielli. Mito erotico e grande socialite. È morta ieri a Roma Ira von Fürstenberg, all’anagrafe Virginia Carolina Theresa Pancrazia Galdina zu Fürstenberg. Aveva 83 anni e una trentina di film alle spalle. Non tutti memorabili, ancorché a dirigerla furono, tra gli altri, Alberto Lattuada in Matchless, Mario Bava per Luna d’agosto e da Jean Negulesco in Hello goodbye: anche se per il grande pubblico italiano la sua apparizione più nota fu forse nel ruolo della dottoressa Olivieri in Il prof. dott. guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue, sequel de Il medico della mutua di Luciano Salce e protagonista, ovviamente, Alberto Sordi.

Charmant e spiritosa, figlia di Tassilo Fürstenberg, principe-giornalista erede del grande casato originario della Foresta Nera, e di Clara Agnelli, sorella dell’Avvocato, Ira si era guadagnata il soprannome di sposa bambina: a 15 anni, con un matrimonio da favola, era diventata la moglie glamour di un altro principe, Alfonso di Hohenlohe-Langenburg a volerla fare breve, perché il nome completo era Alfonso Maximiliano Victorio Eugenio Alexandro María Pablo de la Santísima Trinidad y Todos los Santos zu Hohenlohe-Langenburg. Da lui divorziò dopo qualche anno con scandalo planetario e una denuncia per adulterio.

Erano i tempi in cui in Italia le donne che tradivano i mariti venivano punite con due anni di carcere ma Alfonso, dopo aver scoperto la sua relazione con il leggendario playboy Francisco Matarazzo Pignatari, detto “Baby”, alla fine preferì ritirare la denuncia in cambio dell’affidamento dei figli. L’amore con Baby — di 23 anni più grande di lei, rampollo di una grande famiglia italo brasiliana e re della Roma piaciona, per dirla come Roberto D’Agostino — culminò nelle nozze celebrate nel 1961 a Reno, in Nevada. Ma durò poco, perché i due divorziarono a Las Vegas solo tre anni dopo.

«Il cinema è sempre stata la sua grande passione e il suo rimpianto», racconta Pascal Vicedomini, direttore artistico di Capri Hollywood che lo scorso ottobre le aveva consegnato il premio alla carriera durante le giornate della Festa del Cinema. «Piena di stile come sempre, era arrivata in un impeccabile tailleur di velluto nero. Era stata molto contenta del riconoscimento e alla fine della serata mi aveva confessato che il suo sogno era quello di fare un film con Pedro Almodóvar. Penso lo conoscesse bene: da qualche anno si divideva tra Roma e Madrid. Ma Ira era anche una donna generosa, impegnata in molte attività filantropiche e di beneficenza».

Di uno snobismo che a volte ostentava in modo scanzonato e divertente, «Ira era sempre alle prese con la bilancia», racconta Stefano Dominella, presidente della maison Gattinoni, che in più di un’occasione l’aveva vestita sul set. «Passava dal divorarsi un piatto di amatriciana seduta al tavolo dell’Antica Pesa a Roma a mangiare una sola oliva nell’arco di un’intera giornata, pur di perdere peso. Aveva l’incubo di ingrassare». Inseguendo forse, chissà, il suo passato da modella.

La moda e le passerelle sono sempre state parte del suo dna. Da quando a 13 anni, sfidando convenzioni e famiglia, decise di sfilare per Pucci. Diventando un’icona di stile, immortalata dai più grandi fotografi dell’epoca, da Helmut Newton a Cecil Beaton.

Negli anni Sessanta le copertine la ritrassero al fianco dei personaggi di maggior spicco della scena culturale e artistica internazionale. Da Audrey Hepburn a Salvador Dalì, da Valentino e Andy Warhol a Karl Lagerfeld fino al principe Ranieri di Monaco. Fu anche una disegnatrice di gioielli, lanciando una linea che portava il suo nome.

Ma la vita per la principessa Ira non fu solo rose e champagne. La favola fu funestata dalla morte del figlio Christoph, il primogenito — il secondo figlio, Hubertus, fu olimpionico di sci nella nazionale del Messico — scomparso a soli 50 anni, nel 2006, in una cella nel carcere di Bangkok, dove era finito per aver grossolanamente artefatto il visto per entrare in Thailandia per evitare perdite di tempo.

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