Io e Annie - Film (1977) - MYmovies.it

Io e Annie

Film 1977 | Commedia, +13 94 min.

Titolo originaleAnnie Hall
Anno1977
GenereCommedia,
ProduzioneUSA
Durata94 minuti
Regia diWoody Allen
AttoriWoody Allen, Diane Keaton, Tony Roberts, Carol Kane, Paul Simon, Shelley Duvall Janet Margolin, Colleen Dewhurst, Christopher Walken, Donald Symington, Helen Ludlam, Mordecai Lawner, Joan Neuman, Jonathan Munk, Ruth Volner, Martin Rosenblatt, Hy Anzell, Rashel Novikoff, Sigourney Weaver, Groucho Marx.
Uscitalunedì 14 maggio 2018
TagDa vedere 1977
DistribuzioneCineteca di Bologna
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 4,00 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Woody Allen. Un film Da vedere 1977 con Woody Allen, Diane Keaton, Tony Roberts, Carol Kane, Paul Simon, Shelley Duvall. Cast completo Titolo originale: Annie Hall. Genere Commedia, - USA, 1977, durata 94 minuti. Uscita cinema lunedì 14 maggio 2018 distribuito da Cineteca di Bologna. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 4,00 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 17 maggio 2018

La sincopata storia d'amore tra Alvy e Annie scompagina ogni ordito narrativo, sullo sfondo di cartoline newyorkesi degli anni Settanta. Il film ha ottenuto 5 candidature e vinto 4 Premi Oscar, 5 candidature e vinto un premio ai Golden Globes, In Italia al Box Office Io e Annie ha incassato 33 mila euro .

Consigliato assolutamente sì!
4,00/5
MYMOVIES 4,33
CRITICA
PUBBLICO 3,67
ASSOLUTAMENTE SÌ
Le nevrosi di Woody Allen concentrate verso la coppia, destinata al fallimento perché intrinsecamente impossibilitata a crescere.
Recensione di Giancarlo Zappoli
Recensione di Giancarlo Zappoli

Alvy Singer, sguardo in macchina, ci racconta le sue riflessioni sulla vita e sulla morte e sulla fine del suo rapporto con Annie. Fin da piccolo soffriva di qualche depressione relativa al timore dell'espansione dell'universo e anche a causa della sua abitazione situata sotto le montagne russe del Luna Park. Il suo interesse per l'altro sesso era già vivo all'epoca. Divenuto adulto è ora un comico di successo che la gente riconosce per la strada. Le sue ossessioni hanno subìto una trasformazione: ora si sente vittima dell'antisemitismo. Con Annie le cose non vanno bene: arriva in ritardo al cinema (lui odia vedere i film già iniziati) e non ha voglia di fare l'amore.

Alvy intreccia il passato prossimo con il presente mostrandoci le fasi del fallimento della sua relazione con Annie. I due si erano conosciuti durante una partita di tennis, l'amore era nato di lì a poco. Alvy aveva spinto Annie a vincere le proprie insicurezze che però permanevano, legate anche alle diverse origini familiari.

Lui con famiglia rigorosamente litigiosa ed ebrea; lei di famiglia benestante e fortemente antisemita. Annie trova però finalmente il coraggio per esibire le proprie doti di cantante e viene notata da Tony Lacy, un importante produttore californiano. Tra abbandoni e riconciliazioni Annie e Alvy affrontano un viaggio in California per un provino. Lui non sopporta né i luoghi né il mondo dei discografici mentre lei ne è entusiasta. I due si separeranno definitivamente anche se Alvy, che sente profondamente la mancanza della ex compagna, torna a cercarla.

Riesce così a comprendere che Annie vive ormai una vita completamente nuova. La loro storia diventerà una commedia scritta da lui con un finale un po" più lieto di quello reale. Il film si conclude con un nuovo monologo di Alvy sull'assurdità ma anche sull'importanza dei rapporti umani.

Amore, morte, rapporti umani e, per la prima volta in modo così marcato, la contrapposizione tra New York (che poi si restringerà a Manhattan) e il resto del mondo. Ma prima conviene ricordare alcuni elementi relativi alla realizzazione del film. Il titolo avrebbe dovuto essere, nelle intenzioni di Allen, Anhedonia (termine che sta ad indicare la difficoltà a provare piacere nella vita) ma probabilmente il termine viene ritenuto troppo criptico per il pubblico.

L'intermezzo costituito dalla scena di animazione, che si rifà alla striscia che compariva all'epoca su alcuni quotidiani viene curato da Chris Ishii, noto per aver realizzato i cartoni animati che avevano come protagonista l'ultramiope Mister Magoo. Ha poi inizio (anche se se ne erano già avute avvisaglie in Il Dittatore dello Stato Libero di Bananas) la serie delle partecipazioni illustri o dei ruoli affidati ad attori che "saranno famosi': Marshall McLuhan nel ruolo di se stesso, il conduttore televisivo Dick Cavett, Christopher Walken, Shelley Duvall, Carol Kane, Beverly D'Angelo, Jeff Goldblum e Sigourney Weaver. Quest'ultima (che acquisirà fama internazionale con Alien) si vede affidare il ruolo della prima moglie di Alvy ma vi deve rinunciare per un precedente impegno teatrale ed è così costretta a recitare in una parte molto piccola. Il soggetto nasce come una storia "gialla" ma prende poi un'altra strada.

Il giallo in salsa rosa ( Misterioso omicidio a Manhattan) tornerà a fare la sua comparsa (non casualmente) nel film che segna il nuovo sodalizio tra Allen e la Keaton, dopo le vicende familiari del regista che lo conducono alla separazione da Mia Farrow. Al film verranno assegnati gli Oscar come miglior film, miglior regia, miglior attrice protagonista, miglior sceneggiatura originale. Allen non sarà presente alla cerimonia perché "chi è che può decidere quale sia il migliore? Credo sarebbe meglio se i rappresentanti dell'industria cinematografica s'incontrassero ogni anno e, in modo solenne, dicessero soltanto: "Questi sono i nostri preferiti tra i film di quest'anno! Tutti noi votiamo e questi sono i nostri cinque film preferiti". Non il miglior film, perché tutti i film che hanno ricevuto la nomination sono così diversi, ognuno a suo modo". Il dato però più interessante si trova nel titolo: Annie Hall. Hall è il vero cognome della Keaton che è la compagna del regista e sul set utilizza il suo vero guardaroba: più di una domanda sul ritornante autobiografismo alleniano si riaffaccia nella mente dello spettatore avvertito. Allen conferma, anche se a modo suo: "C'è un aspetto chiaramente autobiografico nel film. Ho pensato al sesso fin dai miei primi accenni di coscienza" (The New York Times",1977). Ma non è il sesso a dominare la scena o, perlomeno, non da solo (anche se Alvy/Woody si riserva la battuta: " Sono uno dei pochi maschi che soffre di invidia del pene"). Il Woody narrante interpella direttamente lo spettatore coinvolgendolo come già aveva fatto in Amore e guerra ma in modo molto più immediato: non c'è più il passato, con tutte le sue possibilità di camuffamento, a fare da filtro. Woody torna a misurarsi con l'oggi consapevole, al contempo, della contingenza e dell'universalità dei temi trattati. Ne costituisce indizio preciso proprio la decisione di rivolgersi direttamente al pubblico con la tecnica dello "sguardo in macchina'. Questa interpellazione diretta chiama in gioco lo spettatore al quale ci si indirizzerà nuovamente nel corso del film e anche alla fine per tracciare una sorta di bilancio dell'incomparabile assurdità della vita. Allen rievoca così esplicitamente (inserendo poi altri due accenni nel corso della narrazione) la sua attività di stand up comedian chiamato ad esibirsi nelle situazioni più differenti, dalla riunione politica all'assemblea universitaria. È quanto Annie ha timore di fare: canta ma teme la distrazione di un pubblico da piano bar, è un groviglio di dubbi e insicurezze che cerca di sublimare con il "la-di-da" che costituisce la sua interiezione preferita o con la guida spericolata di una Volkswagen che sa tanto di Europa.

La coppia per Allen, in questa fase, è destinata al fallimento perché intrinsecamente impossibilitata a crescere. Che si tratti dell'attivista politica con cui si cerca di evitare di passare ai fatti nascondendosi dietro il ventaglio di ipotesi sull'assassinio di Kennedy o dell'intellettuale in ascesa che è troppo presa dal suo entourage per pensare ad altro, le alchimie non funzionano. Con Annie tutto sembra diverso. Con lei forse è possibile sperare, inventarsi una sorta di ruolo di Pigmalione (che si ripresenterà in Manhattan e, con toni diversi, in Mariti e mogli). Ma la sconfitta è generalizzata. Se non si possono sopportare gli pseudointellettuali che ti gridano nell'orecchio la loro ignorante prosopopea (con tanto di intervento da deus ex machina di Marshall MacLuhan in persona) altrettanto accade con l'ambiente musicale californiano. Alvy è un "non adatto" che sente fortemente il peso delle proprie origini ebraiche. Annie lo presenta alla propria famiglia, fortemente antisemita. Alvy, a sua volta, la presenta alla propria, ebraicamente vociante e litigiosa. Ma è in quella strada vuota, dopo che l'inquadratura è stata spesso "riempita" da parole e persone, che trova il proprio segno connotativo il film. Da un esterno privo di esseri umani sulla cui immagine si racconta una barzelletta con commento amaro, si passerà a un interno altrettanto deserto quanto geometricamente perfetto nella prima inquadratura di Interiors.
Allen lavora in modo se possibile ancor più esplicito che nel passato sui codici espressivi. La lunga conversazione con l'amico Rob viene realizzata con la macchina da presa che attende immobile i due che sono sagome sullo sfondo ma la cui voce è già presente in una sorta di primo piano sonoro. È il primo esperimento di piano sequenza che vedrà in seguito ulteriori sviluppi.

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Un film scopertamente autobiografico.

Il film, come quasi tutti quelli di Woody Allen, è scopertamente autobiografico. Narra i difficili rapporti di un attore comico ebreo newyorkese con Annie Hall, la ragazza di cui si è innamorato. I due si frequentano e si amano per un certo periodo poi, dopo un viaggio in California, decidono, pur a malincuore, di lasciarsi. Vincitore di quattro Oscar.

L'opera della maturità per Woody Allen.
Recensione di Stefano Lo Verme

Alvy Singer, un popolare comico televisivo newyorkese affetto da mille insicurezze e nevrosi, ripercorre la sua tenera storia d'amore con Annie Hall, una ragazza vivace e un po' bizzarra: il resoconto della loro relazione, tra difficoltà e riconciliazioni, sarà l'occasione per Alvy di riflettere anche sul senso dell'esistenza, sulle grandi domande della vita e sulla complessa natura dell'amore.

Uscito nel 1977, Io e Annie è la pellicola che ha segnato una svolta decisiva nella carriera di Woody Allen, uno dei più geniali registi, scrittori, attori e commediografi dei nostri tempi, dopo le fortunatissime parodie che avevano caratterizzato i primi anni della sua produzione.

Generalmente considerato il capolavoro assoluto del cinema di Allen, Io e Annie è anche l'opera della maturità per il celebre autore newyorkese, quella con la quale il regista ha messo da parte la paradossale comicità dei suoi film iniziali per dedicarsi a tematiche più serie e profonde, ma senza abbandonare il suo irrefrenabile humor e la proverbiale creatività nel dar vita a gag e situazioni esilaranti. Il risultato è uno dei film più amati ed apprezzati di sempre, un'autentica pietra miliare nella storia della commedia americana, che ha ricevuto quattro premi Oscar (miglior film, regia, attrice e sceneggiatura) e resta tutt'oggi un classico senza tempo.

Sceneggiato dallo stesso regista insieme al fedele collaboratore Marshall Brickman (già co-autore de Il dormiglione), il film è basato sul rapporto fra Woody Allen e la sua irresistibile partner Diane Keaton, alla quale è dedicato il titolo originale del film, Annie Hall (il vero nome della Keaton è infatti Diane Hall). Tutta la pellicola è raccontata dal punto di vista soggettivo del protagonista, Alvy Singer, esemplare alter-ego di Allen: un brillante comico perseguitato da un'infinità di assurde fissazioni e manie, e impossibilitato a fare a meno della psicanalisi ("Sono in analisi da quindici anni... gli do un altro anno, poi vado a Lourdes"). Attraverso un sistema di analessi senza un preciso ordine cronologico, ma fondato piuttosto su uno spontaneo flusso di pensieri, Alvy ricostruisce gli episodi salienti della sua vita e della storia con Annie, rivivendoli però in modo del tutto personale e rielaborandoli di volta in volta secondo la propria immaginazione, con effetti surreali e decisamente strepitosi: formidabili, ad esempio, i flashback sull'infanzia di Alvy, come il dialogo sull'universo che si sta dilatando e le memorie degli anni della scuola.

Alla sorprendente libertà della costruzione narrativa, che più volte si richiama - anche per i contenuti autobiografici - al cinema di Federico Fellini (uno dei principali modelli di Allen), si accompagna una straordinaria capacità inventiva dal punto di vista registico, che mescola in continuazione verità e fantasia e supera il convenzionale realismo cinematografico (con Allen che si rivolge direttamente alla cinepresa), realizzando numerose trovate da antologia: le sedute di terapia simultanee, il dialogo sottotitolato con i pensieri dei personaggi, le coscienze che escono dai corpi, e perfino un cartone animato ispirato a Biancaneve e i sette nani. Come non ricordare, poi, la famosa scena della coda al botteghino del cinema (nella quale compare lo studioso Marshall McLuhan), i vari sproloqui linguistici e giochi di parole (meglio se gustati nella versione inglese) e una serie di battute da manuale ("Io ritengo che la vita sia divisa in due categorie: l'orribile e il miserrimo")? Incantevole lo sfondo di New York, una costante di molti film del regista, esaltata nella sua magica atmosfera dalla fotografia di Gordon Willis.

Io e Annie è, in conclusione, una malinconica, ironica, romantica, appassionante storia d'amore, oltre che una delle più divertenti commedie mai viste sul grande schermo. Fantastica l'interpretazione della splendida Diane Keaton (premio Oscar e Golden Globe come miglior attrice) nella parte della deliziosa Annie Hall, che si esibisce nel bellissimo numero musicale Seems like old times; il suo look stravagante a base di pantaloni e accessori maschili ha lanciato una vera e propria moda alla fine degli anni '70.

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IO E ANNIE disponibile in DVD o BluRay

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 7 agosto 2011
Elizabeth 91

E' un film degli anni '70 quindi per chi, come me, lo ha visto di recente può rimanere un pò perplesso perchè è ormai abituato a film del regista più recenti e di diverso spessore. Ma il film è assolutamente buono. E' un pò un Woody Allen che si mostra al pubblico come uomo qualunque e che spesso rompe la quarta parete guardando e rivolgendos [...] Vai alla recensione »

giovedì 12 novembre 2015
Great Steven

IO E ANNIE (USA, 1977) diretto da WOODY ALLEN. Interpretato da WOODY ALLEN, DIANE KEATON, TONY ROBERTS, CAROL KANE, PAUL SIMON, SHELLEY DUVALL, JANET MARGOLIN, COLLEEN DEWHURST, CHRISTOPHER WALKEN, DONALD SYMINGTON, HELEN LUDLAM, MORDECAI LAWNER È il film della consacrazione di W. Allen nell’Olimpio dei più dotati registi statunitensi di ogni  epoca, ed è con ogni [...] Vai alla recensione »

sabato 5 maggio 2012
fedeleto

Il povero alvy si e' lasciato con Annie,ed ora e' confuso e disorientato ,quale miglior occasione per rivedere la sua vita per capire la sua non accettazione di fine rapporto?Cosi si incomincia dai  suoi primi ricordi, la maestra che gli proibisce di baciare le compagne di classe,le macchine autoscontro su cui dice di aver sfogato la sua repressione ,l'incontro con il suo primo [...] Vai alla recensione »

domenica 18 febbraio 2024
Alex

Commento: Io e Annie    Trama: Un noto commediografo newyorkese e una ragazza con aspirazioni artistiche s'innnamorano e condividono le proprie nevrosi.     “Io e annie” titolo che già da sè racchiude tutto il racconto del film, mostrandoci l’altalenante storia d’amore tra Alvy e Annie,  una coppia di innamorati [...] Vai alla recensione »

martedì 23 agosto 2016
samuel langhorne

 Il primo film di allen che ho visto e devo dire che avendoli visti quasi tutti ,questo è sicuramente uno di quelli che ti fa capire dall'inizio che tipo di film ti troverai di fronte. Molti dicono che allen sia un inguaribile pessimista,io non la penso cosi' , insomma è vero che affronti grandi temi come la vita e la morte , e in superficie può [...] Vai alla recensione »

lunedì 17 settembre 2012
gigiesse

Questo è il film che rappresenta  Woody Allen, nel bene e nel male. Il film narra il rapporto tra il protagonista e le donne, in particolare Annie, ma non è la trama che conta quanto le situazioni (spesso mentali) che si creano. E' un film sulla psicanalisi guardata con ironia e applicata ai protagonisti, lui incapace di essere felice ed entrambi eterni nevrotici. Vai alla recensione »

domenica 23 ottobre 2011
katamovies

Datato 1977, a rivederlo oggi è ancora più bello. questo film resiste al tempo perché ha un'anima e una personalità. Perché ci sono dentro ironia e tenerezza, umorismo e manlinconia, pessimismo e allegria.  Perché i personaggi principali sono credibili nelle loro sfaccettature ed evoluzioni. Perché fa tenerezza un film ambientato a New York [...] Vai alla recensione »

domenica 17 ottobre 2010
il cinefilo

TRAMA:Il comico Alvy Singer(Woody Allen)e la cantante di nightclub Annie Hall(Diane Keaton)si incontrano,si innamorano e,successivamente,si sposano ma le nevrosi di Alvy rovineranno tutto...COMMENTO:Woody Allen realizza il miglior affresco cinematografico sul tema delle relazioni di coppia mai visto sullo schermo(grazie anche alla sua esperienza autobiografica).

martedì 21 settembre 2010
MARVELman

Quelle leggere, un po' volgari ma neanche tanto che hanno poco da spartire con i film quasi comici e mediocri alla american pie e sono un tipico esempio di cinema americano in crisi che ripiega sulla vita "normale" per far ridere? Ecco voi fate la media tra queste ed Io e annie e ottenete dei bei film di genere commedia, originali, non scontatni e anche divertenti.

sabato 25 agosto 2012
Gwynplaine

da vedere e rivedere, anche se ho semplicemente fatto il commento per aumentare il punteggio del film che dovrebbe arrivare almeno a 4.5!

martedì 21 settembre 2010
MARVELman

Meritava almeno due oscar ma non di più: Allen come protagonista (non come regista!!!) e la Keaton sempre come protagonista, che effettivamente ha vinto. Forse forse la sceneggiatura (che ha vinto ma io l'avrei data a star wars) ma miglior film proprio NO. Purtroppo la storia degli oscar è piena di episodi come questi e nessuno ci può fare nulla, ad ogni modo rimangono solo [...] Vai alla recensione »

sabato 30 gennaio 2010
Alex41

Buffo, spiritoso, timido, chiaccherone, l'unico inimitabile Woody Allen, a mio parere il re della commedia, il genio del cinema comico umoristico. Le sue continue teorie sull'amore alla Froyd lo hanno resto il regista e attore più amato del cinema comico. Inoltre, è un tipo sincero, soprattutto in questo film, ma anche un mix di diversi uomini: 1) il classico uomo prematuro [...] Vai alla recensione »

venerdì 9 settembre 2011
Bella Earl!

- Il mio psicanalista era freudiano rigido, e quelli se ti ammazzi te li ritrovi con la parcella in mano fin dentro il loc**o - Alvy è un ragazzo problematico nato e cresciuto a Brooklyn nel distretto di Coney Island. Un giorno incontra Annie una bella ragazza di cui piano piano si innamora. La loro storia travagliata culminera con una bella e sana amicizia.

mercoledì 27 dicembre 2023
Steffa

dopo i celebri film comici degli inizi Allen riparte dal canovaccio di "Provaci ancora Sam", di cui non era regista, con il suo primo film commedia romantica "Io & Annie" in cui appare nettamente maturato, meno giullare e più impegnato, così la leggera comicità lascia spazio ad una ironia più profonda che segnerà la strada per tutti i suoi [...] Vai alla recensione »

lunedì 11 aprile 2016
aabbaa

Bellissima commedia firmata Allen.

martedì 5 aprile 2016
aabbaa

Massimo capolavoro di Allen. Dialoghi incredibili, ricchi di intelligenza. Non è il mio film di Allen preferito ma è quello tecnicamente più impressionante

domenica 8 marzo 2015
il befe

bello

venerdì 18 luglio 2014
Inesperto

Battute brillanti e scene surreali sono il meglio di questo film (oltre alla bellissima Diane Keaton, che riesce ad essere femminile persino con la cravatta). Nei film di Allen non manca mai, tuttavia, il retrogusto amaro.

sabato 29 giugno 2013
Gigigante

Sempre e solo Woody Allen, maestro infinito.

venerdì 7 ottobre 2011
molinari marco

Probabilmente guardare oggigiorno per la prima volta Io ed Annie, uno dei capolavori indiscutibili dell’intera filmografia alleniana, non suscita più come reazione istantanea la vertiginosa euforia che fu in grado di causare al momento della sua uscita. E questo perché il linguaggio cinematografico ha raggiunto un livello tale di maturazione, che pare non vi sia più alcuna strada da intraprendere che [...] Vai alla recensione »

domenica 2 ottobre 2011
Chamber 237

Cinema comico demenziale e raffinata commedia sui newyorkesi con problemi. Woody Allen, nel lasciare un'era per entrarne in un altra, produce una perfetta amalgamia tra i due generi, dove si ride, si riflette, ci si commuove e si sta anche un po' male.

venerdì 6 agosto 2010
Paola D. G. 81

Un film perfettamente compiuto. Bellissimo

venerdì 11 dicembre 2009
Luca Scialo

L'ho trovato più dinamico e un pò meno noioso di Manhattan, anche se rispetto a quest'ultimo è meno graffiate in certi aspetti, come l'assenza di critiche alla società americana e i suoi eccessi (o almeno sono meno presenti). Non manca qualche genialata, ma è meno irriverente e ironico di altri film. Insomma, non è un bidone, ma non mi ha esaltato più di tanto.

sabato 15 agosto 2009
egitto

l'ho trovato noiosino...anche se qualche trovata originale c'è sparsa qua e là..di woody allen non è tra i miei film preferiti...

lunedì 18 ottobre 2010
the man of steel

E questo film sarebbe da 4 oscar? Ottima commedia da teatro ma lenta, noiosa e monotona, sarà anche brillante ma per il suo genere dura anche troppo.

FOCUS
FOCUS
lunedì 14 maggio 2018
Roy Menarini

In un delle più famose sequenze di Io e Annie, Woody Allen (che interpreta un intellettuale cinefilo e nevrotico) si trova in fila in attesa di entrare al cinema. Dietro di lui, un sedicente esperto sproloquia sul cinema di Fellini e poi si mette a discettare di media. A quel punto Allen lo affronta e quando l'interlocutore cita a sproposito Marshall Macluhan - il grande studioso di comunicazione - il protagonista lo fa comparire all'improvviso, dal fuori quadro, per il puro gusto di fargli smentire il borioso contendente. Poi, rivolgendosi allo spettatore, sospira: "Ah, se la vita fosse sempre così". La scena è formidabile, e straordinariamente comica. Vedendola, ci si diverte e basta. Eppure, per escogitarla, Woody Allen ha saccheggiato a piene mani il cinema modernista europeo, le novità stilistiche provenienti dalla Francia (Godard e Resnais in primis), e preso spunto contemporaneamente da una certa letteratura ebraica, dove paradossi e humour la fanno da padroni. Insomma, un perfetto equilibrio tra aggiornamento della commedia classica americana e rivoluzioni cinematografiche delle nuove onde.

Rivedere oggi Io e Annie ha un valore a dir poco tonificante. In effetti, se c'è un genere in crisi nella Hollywood di questi anni, è la commedia. Allen ha nutrito schiere di imitatori, specie nella commedia indipendente in odor di Sundance (pensiamo a Noah Baumbach o a Greta Gerwig per esempio), ma è riuscito a lasciare minori tracce sul mainstream, dove niente è accaduto dopo la romantic comedy degli anni Novanta e il periodo d'oro di Julia Roberts e Meg Ryan.

Come fa Io e Annie ad essere ancora oggi così sincero, credibile e toccante? Certo, si può dire che dalla notte dei tempi i rapporti tra uomo e donna non sono poi così cambiati. A modificarsi sono stati più che altro i contesti culturali nei quali negoziare l'attrazione reciproca e la seduzione (a un certo punto Alvy dice a Annie per strada: "Ti posso baciare? Togliamoci il pensiero subito, prima di cena, digeriremo anche meglio..."). In una New York che sembra Parigi, solo più nevrotica, questa storia d'amore è in fondo impossibile, ma l'ironia di cui è nutrita e la malinconia con la quale non può non fare i conti rappresentano la sua stessa essenza, tanto è vero che - pur finendo in maniera amarognola - il racconto ci abbandona con sensazioni positive e indulgenti verso i due protagonisti.

Frasi
Hai da fare venerdì sera?
Oh, beh, no.
Oh, scusa, aspetta…ho da fare io. Cosa fai sabato sera?
Oh, no, niente, io…
Stai andando a ruba a quanto sento.
Lo so…
Hai un principio di lebbra?
Dialogo tra Annie Hall (Diane Keaton) - Alwy Singer (Woody Allen)
dal film Io e Annie
NEWS
VIDEO RECENSIONE
lunedì 16 aprile 2018
 

Sguardo in macchina, Alvy Singer ci racconta le sue riflessioni sulla vita, sulla morte e sulla fine del suo rapporto con Annie. Amore, morte, rapporti umani e la contrapposizione tra New York e il resto del mondo.

CELEBRITIES
martedì 29 gennaio 2008
Stefano Cocci

Dirige i sogni e delitti di Farrell e McGregor Lo smalto dei tempi d'oro non c'è più, anche se sarebbe difficile per chiunque tenere il confronto con una filmografia densa e intensa come quella di Woody Allen ed i propri capolavori del passato.

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