In difesa di Jacob - Serie TV (2020)

Un adolescente viene assassinato durante la giornata scolastica. Un procuratore distrettuale (Evans) si trova prima a indagare e poi a dover difendere il figlio 14enne Jacob (Martell), il principale sospettato. Un po' thriller giudiziario, un po' dramma familiare, è una serie tv abbastanza canonica che si lascia guardare senza annoiare ma che allo stesso tempo non entusiasma tanto da diventare memorabile. Evans fornisce un'interpretazione altalenante e la storia non viene amalgamata perfettamente nel corso delle puntate, tanto che la parte processuale finisce per essere minima.

Thriller giudiziario la cui vicenda prende le mosse dal brutale omicidio di un adolescente del quale viene accusato un coetaneo. Il regista norvegese Tyldum "racconta" la vicenda, con un notevole crescendo di tensione e curando grande la caratterizzazione psicologica dei personaggi principali, con la sceneggiatura che semina dubbi sui retroscena della vicenda. Ottima la prova di alcuni interpreti; convincono in particolare Michelle Dockery e J.K. Simmons mentre Chris Evans non riesce a rendere appieno le sfumature del suo personaggio. Nel complesso, una buona serie. 

Quando un ragazzino viene assassinato nel parco di una zona residenziale, il principale sospettato è un suo compagno di scuola, figlio del procuratore inizialmente incaricato di condurre le indagini... Serie tv in cui l'interesse è concentrato non sulle indagini o la parte processuale ma sul progressivo disgregarsi del nucleo familiare dell'indiziato, con il padre disposto a tutto pur di scagionare il figlio e la madre tormentata dai dubbi. Il crescendo ben dosato della tensione è sostenuto da un cast all'altezza, e l'epilogo colpisce, non risultando banale o conciliante. 

Un procuratore distrettuale di provincia indaga sull'omicidio di un compagno di classe di suo figlio quattordicenne, che diventa prima sospettato e poi imputato dello stesso omicidio, con tutte le conseguenze esistenziali del caso. Miniserie che parte come un giallo, sfocia nel thriller legale, e parallelamente è anche un dramma familiare. Era necessario un trattamento più articolato per affrontare con esaustività la complessità di tre linee narrative. Ottimo J.K. Simmons, padre ergastolano di un Chris Evans-procuratore-padre con troppi primi piani e troppo perfettino e algido.