Chef Rubio va ancora a processo: così è passato dalle trattorie al tribunale - la Repubblica
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Chef Rubio va ancora a processo: così è passato dalle trattorie al tribunale

Chef Rubio ai tempi dei suoi esordi in tv, con "Unti e Bisunti"
Chef Rubio ai tempi dei suoi esordi in tv, con "Unti e Bisunti" 
Il cuoco ex rugbista chiamato a rispondere dalla procura di Velletri per un post ritenuto offensivo nei confronti della Polizia di Stato e del sindacato Sap
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Qualche giorno fa il tribunale di Milano lo aveva condannato a rimuovere un post contro Israele pubblicato su X. Ora lo chef Rubio, al secolo Gabriele Rubini, ha ricevuto un'altra notizia che nulla a che fare con il cibo a cui deve la sua notorietà (solo) per aver condotto programmi culinari in tv come "Unti e bisunti" e "Camionisti in trattoria". Il cuoco ex rugbista ha appena saputo che sarà processato il prossimo 8 aprile dal Tribunale di Velletri per un post pubblicato nel 2020 e ritenuto offensivo nei confronti della Polizia di Stato e del Sap, il sindacato autonomo degli agenti che nei mesi scorsi era stato ammesso come parte civile nel processo che si svolgerà la prossima primavera dopo la prima udienza dello scorso ottobre. Questo il messaggio incriminato che risale al settembre di tre anni fa: "Caro Comune di Ferrara anche se avete messo l'installazione 'la Monnezza' proprio a denunciare che chi uccise un ragazzino inerme furono 4 maiali della @Poliziadistato di Ferrara (@sindacato_Sap ancora in servizio) potreste far spostare i cassonetti? Grazie #AldroVive #Ovunque". Il Tribunale di Ferrara declinò la sua competenza in favore del Tribunale di Velletri, ai castelli romani dove Rubini è nato nel 1983.

 

Rubio non ha ancora commentato sui social la decisione come invece aveva fatto una settimana fa pubblicando la sentenza del giudice Andrea Manlio Borrelli che gli ordinava di "rimuovere immediatamente" un post in cui offendeva Linkiesta (cui dovrà un risarcimento), accusandola anche di essere "sionista" e minacciando la testata, utilizzando quindi espressioni di odio, velenose e diffamatorie. Non è la prima volta che il cuoco finisce sulla "bocca" di tutti ma non certo per le sue creazioni culinarie.

Il passo, dalle trattorie da provare in compagnia dei camionisti alle denunce, è stato breve. E tutto da digerire. Per le sue esternazioni, da condannare, è stato indagato più volte. E un anno fa, lo scorso gennaio nel Giorno della memoria, era stato denunciato insieme ad altre 19 persone, tra medici e no-vax, per le ingiurie nei confronti di Liliana Segre. La senatrice ieri, 5 dicembre, aveva fatto avere il suo messaggio ai partecipanti alla manifestazione organizzata a Roma dalla Comunità ebraica della Capitale e dall’Unione delle comunità ebraiche Italiane per dire no all'antisemitismo. E il cibo? Scomparso completamente dai suoi pensieri? L'unico riferimento negli ultimi tempi risale a tre giorni fa, sempre su X dove la protagonista è la pizza. Ma non si tratta di un omaggio a uno dei simboli dell'Italia dei sapori, bensì a un attacco alla segretaria del Pd colpevole di mangiarla per strada: "Io non ho mai visto nessuna/o magna na pizza così @ellyesse. Ci spieghi per favore perché?".