Il Laureato, il cinema che diventa simbolo generazionale

Dustin Hoffman ne Il Laureato recensione


“Vedi, è come se partecipassi a un gioco con delle regole che per me non hanno senso: perché le ha fatte della gente sbagliata. No, anzi: non le fa nessuno. Sembra che si facciano da se stesse.”

Titolo originale: The Graduate

Regista: Mike Nichols

Soggetto: Charles Webb

Sceneggiatura: Calder Willingham, Buck Henry

Cast principale: Dustin Hoffman, Anne Bancroft, Katharine Ross, William Daniels, Murray Hamilton, Elizabeth Wilson.

Nazione: USA

Anno: 1967

L’11 settembre del 1968, in Italia, uscì al cinema Il Laureato, tratto dall’omonimo romanzo di Charles Webb e diretto da Mike Nichols. Un film che cambiò letteralmente la storia del cinema americano di quegli anni, trasformandosi in un simbolo generazionale grazie alla sua trama. In più, le interpretazioni leggendarie di Dustin Hoffman, nel suo primo ruolo importante, e della splendida Anne Bancroft hanno aggiunto valore al titolo.

La trama

Benjamin Braddock (Dustin Hoffman) è un giovane disilluso fresco di laurea al college, che viene sedotto da una donna più matura, Mrs Robinson (Anne Bancroft), per poi innamorarsi della figlia di lei Elaine (Katharine Ross).

Il Laureato cambiò letteralmente la visione del protagonista maschile che ne Il Laureato rappresentava il malessere della gioventù negli anni ‘60.

Ci troviamo a  Los Angeles, dove il ventunenne Benjamin è tornato a casa: ha appena conseguito la licenza di scuola superiore al college. Rampollo di un’agiata famiglia californiana, accetta malvolentieri la festa organizzata dai genitori a bordo piscina. Tutti sono entusiasti di rivederlo, ma lui non parla con nessuno. Cerca di rifugiarsi nella sua stanza, dove viene avvicinato dall’affascinante signora Robinson, che lo convince ad accompagnarlo a casa, facendo leva sulle buone maniere del giovane. 

Una volta a casa, l’affascinante lady si spoglia e cerca esplicitamente di sedurlo. Soltanto l’arrivo del marito toglie Benjamin da una situazione di profondo imbarazzo.

Poco tempo dopo però Benjamin, annoiato dalle giornate trascorse a prendere il sole nella villa di casa, telefona alla signora Robinson. Tra i due nasce un’intensa relazione consumata clandestinamente tra le stanze d’hotel finchè, lo stesso Ben, insoddisfatto a causa del tenore esclusivamente sessuale del rapporto, decide di troncare il menage.

Dustin Hoffman e Anne Bancroft

Contemporaneamente il signor Robinson e i suoi genitori, all’oscuro di tutto, lo sollecitano a frequentare la coetanea Elaine, figlia della sua amante. Dopo un primo brusco allontanamento della stessa, Ben si innamora della ragazza, subito ricambiato. Non volendo nascondere il proprio passato, gli confessa il suo flirt con la madre e la ragazza reagisce con decisione, dicendo di non volerlo mai più vedere. 

Elaine va all’università a Berkeley e Ben, per non lasciare nulla di intentato, affitta una stanza nella cittadina. La riconquista di Elaine sembra destinata all’insuccesso, anche perché la signora Robinson, ferocemente determinata a impedire la relazione della figlia con Ben, ha raccontato tutto al marito, che ora diffida il ragazzo dal continuare a vedere Elaine.

Viene organizzato in fretta e furia il matrimonio della ragazza con Carl Smith, suo compagno di università. Ma mosso dalla forza della disperazione, Benjamin si presenta in chiesa nel bel mezzo della cerimonia e, nonostante la ragazza si sia appena sposata, la trascina via con lui, tra le proteste dei genitori e dei presenti.

Elaine e Benjamin nel final del film

Uno dei finali più emblematici della storia del cinema quello de Il Laureato, al quale ancora tutti pensano e cercano di decifrare. Se infatti ci fate caso, l’inquadratura finale si sofferma sui primi piani dei due ragazzi, entrambi felici e sorridenti. Ma pian piano quella felicità scompare, lasciando trasparire un senso di incertezza e vacuità, dovuta forse alla scelta appena compiuta che non si sa a cosa li porterà. 

Nonostante questo, Benjamin ed Elaine sono giovani determinati e sicuri di sé nel cercare una propria strada, prescindendo completamente da qualsiasi altro insegnamento ed esperienza delle generazioni che li hanno preceduti. 

Lo scandalo

L’elemento che rimase impresso nella gioventù di allora fu il modo in cui Il Laureato raccontava il rapporto tra un ventenne e una donna ultra quarantenne. Il fatto era di per sé già scandaloso rispetto al perbenismo dell’epoca, che quindi sconvolse l’intera comunità ma in positivo.

Ecco perché Il Laureato è emblema del cambiamento del cinema di fine anni ‘60, che ha aperto la strada per un genere di formazione del tutto diverso.

Finalmente i ribelli del ’68 avevano chiaro l’obiettivo per cui stavano combattendo: un mondo fatto di libertà, nel quale rincorrere i propri sogni, ma senza rinunciare alle buone cose della vita che il dopoguerra aveva portato.

Oltre ai temi ben presenti nel film, menzione d’onore merita la meravigliosa a tratti incantevole Soundtrack, firmata da Simon & Gurfnkel. Tuttora le splendide note di The Sound Of Silence, Scarborough Fair e Mrs Robinson restano il tratto distintivo del film. Il Laureato è l’espressione palese di una perfetta fusione tra immagini e musica, la loro sincronia è così perfetta da far pensare che la sceneggiatura sia stata scritta in base alle canzoni ,cosa non vera in quanto tutti i singoli presenti nella colonna sonora erano già brani presentati dal duo artistico.

Colonna sonora de Il Laureato

3 motivi per guardarlo:

  • Dustin Hoffman e Anne Bancroft, la loro interpretazione vale tutto il film.
  • La regia di Mike Nichols, che per questo film ha ottenuto il suo primo e unico Oscar.
  • Il finale che è diventato uno dei più celebri della storia del cinema.

Quando vedere il film:

In una sera d’estate, magari all’aperto, con un cocktail fresco e la giusta compagnia.

Ilaria Scognamiglio

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Appassionata di cinema, social media manager, lettrice accanita.

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