Il grande Lebowski - trama e recensione del film culto degli anni 90
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Il grande Lebowski, il cult dei fratelli Coen

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Il grande Lebowski (The Big Lebowski) è un film del 1998 scritto e diretto da Joel e Ethan Coen. Considerato un vero cult movie, il suo protagonista Drugo, interpretato da Jeff Bridge, è diventato un’icona rappresentativa di uno specifico modo di vivere e di essere.

Per rivedere Il grande Lebowski streaming, Netflix e Prime Video lo comprendono attualmente nel loro catalogo.

Il grande Lebowski trama

A Los Angeles agli inizi degli anni 90, vive Jeffrey Lebowski che si fa chiamare Drugo (traduzione dall’inglese The Dude). Il Drugo è un disoccupato che conduce la sua esistenza fumando marijuna, sorseggiando White Russian e giocando a bowling con i suoi amici Walter e Donny.

Il caso lo vuole omonimo di un anziano e paraplegico miliardario la cui giovane moglie, Bonny Lebowski, ha l’abitudine di accumulare debiti nei confronti di personaggi malavitosi. Per uno sfortunato scambio di persona Drugo si vede preso di mira da due scagnozzi che fanno irruzione in casa sua e urinano sul suo tappeto.

il grande lebowski drugo

La sua vita indolente prende una piega inaspettata, nel momento in cui decide di rivolgersi al vero destinatario delle minacce per essere risarcito del suo tappeto. Non ottenendo quanto richiesto, Drugo preleva con l’inganno un costoso tappeto dalla villa del signor Jeffrey Lebowski.

Qualche giorno dopo viene contattato dallo stesso miliardario che lo informa del rapimento di sua moglie Bonny. Con la promessa di un lauto compenso Drugo viene incaricato della consegna del riscatto ai rapitori.

il signor lebowski

Durante una partita di bowling Drugo racconta tutto all’amico Walter, veterano del Vietnam. L’uomo si sente in obbligo di aiutare, seppur maldestramente, l’amico nell’impresa. Il soldato che è in lui complicherà tutta la faccenda e innescherà una serie di malintesi e conseguenze tra le quali il furto della valigetta con i soldi del riscatto.

A questo punto della storia altri personaggi si aggiungono con le loro verità al complicato intreccio. Tra questi c’è la figlia del grande Lebowski, Maude Lebowski, una pittrice d’avanguardia che prima fa irruzione in casa di Drugo per riprendersi il tappeto e poi lo invita nel proprio atelier.

maude lebowski

La donna rivela che suo padre non è un vero miliardario e che vive grazie alle ricchezze che Maude ha ereditato dalla madre. Alla luce delle nuove informazioni Drugo e il suo amico iniziano a dubitare della verità e a formulare una loro personale opinione sulla faccenda, che diverrà fondata via via che la matassa di complicazioni causate dalla loro goffaggine inizierà a sbrogliarsi.

Come finisce il grande Lebowski?

Nelle scene finali del film vediamo Drugo al bowling, seduto al bancone del bar. Accanto a lui siede un cowboy. Nello scambio di battute finali tra i due si riassume la spiegazione del film: “Il Drugo sa aspettare“.

Quel modo di essere, passivo e indolente, è in realtà l’espressione della sua filosofia che lo porta a prendere la vita come viene.
A volte sei tu che mangi l’orso, a volte è l’orso che mangia te“.

il cowboy del grande lebowski

Il grande Lebowski recensione

Il grande Lebowski è un film tragicomico che con leggerezza riesce a comunicare una vera e propria filosofia di vita. I dialoghi serrati e non superficiali nonostante la natura umoristica delle scene, scandiscono il ritmo rapido della vicenda. Il tappeto sul quale due malviventi urinano diventa l’espediente narrativo che dà il via alla vicenda.

Come la palla di sterpi che apre il film rotolando per le strade di Los Angeles, mentre la voce del narratore esterno introduce la storia, i fatti si aggrovigliano su se stessi con il progressivo ingresso in scena dei vari personaggi.

drugo e walter

L’abitudine dell’amico Walter a combinare guai sulla spinta di un’abitudine ad agire come fosse ancora in guerra, crea una catena di deviazioni labirintiche alla trama. Falsi indizi portano a depistaggi e creano conseguenze che Drugo affronta con la sua caratteristica imperturbabilità.
Un film che è un inno alla goffaggine, dove anche i cattivi, chiamati ne Il grande Lebowski Nichilisti, prendono cantonate. La loro pericolosità si sgonfia fino a cadere nel ridicolo.

I personaggi: caricature o persone reali

E sono proprio loro, i personaggi a dare carattere ad una trama che, sebbene scritta con originalità e ironia, mostra molti punti in comune con altre sceneggiature sul genere commedia-crime.

Uno su tutti Jeffrey Lebowski il Drugo, interpretato da Jeff Bridge. Vestito a casaccio, con calzoncini, maglioni sformati e sandali di gomma, il personaggio si ispira ad una persona realmente conosciuta dai fratelli Coen.

Con il suo pacifismo che rasenta una pericolosa incoscienza, disoccupato e giocatore di bowling, subisce la vita senza troppo scomporsi. Si prepara White Russian con la stessa frequenza con cui fuma marijuana, in pratica di continuo; un tic che ricorda il Philip Marlowe de il Lungo addio di Robert Altman, che nel film si accende costantemente una sigaretta. Raymond Chandler con i suoi racconti, del resto, è l’ispiratore di entrambe le pellicole.

Drugo è un uomo fermo agli anni settanta, come sono evidenti richiami allo stesso periodo i viaggi psichedelici che si trova a fare dopo essere stato drogato dal produttore di film pornografici Jackie Treehorn (Ben Gazzara).

il grande lebowski viaggi psichedelici


A fare da spalla a Drugo c’è l’amico Walter (John Goodman), veterano del Vietnam, ebreo osservante per amore della ormai ex moglie. Affronta ogni cosa come fosse ancora in guerra, dalle dispute per i punteggi ai tornei di Bowling, dove non esita ad estrarre una pistola, alla consegna del denaro del riscatto, quando si presenta con un mitra avvolto nella carta da pacchi.

Accanto a loro c’è la presenza buona e discreta di Donny (Steve Buscemi), compagno di bowling e spettatore dei loro piani tanto pericolosi quanto comici.

Indimenticabile la tuta attillata viola di Jesus Quintana (John Turturro), avversario latino-americano di Bowling, viscido e minaccioso. Un personaggio strepitoso che ha avuto un notevole impatto in termini di successo di pubblico, nonostante la sua presenza nel film si limiti ad un cameo.

jesus quintana

Jesus Rools – Quintana è tornato

Proprio per rendere giustizia al suo Jesus Quintana, John Turturro ha scritto e diretto nel 2019 la pellicola Jesus Rools – Quintana è tornato. Il film, che vede protagoniste anche Susan Sarandom e Audrey Tautou, non è però da considerare Il grande Lebowski 2. Anche se potrebbe rappresentare un sequel, accendendo i riflettori sul personaggio di Jesus, è in realtà lo spin-off de Il grande Lebowski.

Il culto di Drugo, tra Lebowski Fest e Dudeismo

Grazie al successo ottenuto da Il grande Lebowski Drugo è diventato per gli amanti del film un vero e proprio modo di essere. Ma cosa sono i Drughi? Nonostante il termine faccia pensare a creature di un racconto fantasy, Drugo non è altro che la brutta traduzione italiana di “Drude” che in inglese viene utilizzato al pari del nostrano “amico/tipo”.

Il grande Lebowski è diventato culto, tanto da meritarsi di essere celebrato in diverse cittadine degli Stati Uniti con un festival dedicato interamente al film.

Non solo, nel 2005 il giornalista Oliver Benjamin ha fondato negli Stati Uniti il Dudeismo, una filosofia che ha lo scopo di diffondere lo stile di vita e i principi che caratterizzano il personaggio di Jeff Bridge.

Il grande Lebowski cast

Jeffrey “Drugo” Lebowski (Jeff Bridges)

Walter Sobchak (John Goodman)

Donny Kerabatsos (Steve Buscemi)

Jeffrey Lebowski (David Huddleston)

Maude Lebowski (Julianne Moore)

Bunny Lebowski (Tara Reid)

Brandt (Philip Seymour Hoffman)

Jesus Quintana (John Turturro)

Trailer

PANORAMICA

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Jeffrey Lebowski detto "Il Drugo" si ritrova coinvolto in un caso di rapimento a causa di uno scambio di persona con il suo omonimo, il miliardario Jeffrey Lebowski. La vicenda diviene il pretesto per mostrare allo spettatore la sua personale filosofia di vita, un perfetto miscuglio di indolenza, pacifismo e White Russian.
Roby Antonacci
Roby Antonacci
Giornalista per Vanity Fair, collaboratrice per Moviemag, scrivo da sempre di cinema con un occhio attento a quello d'autore, una forte passione per l'horror e il noir, senza disdegnare i blockbuster che meritano attenzione.

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