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Ciclismo - Tadej Pogacar può vincere il Giro d'Italia e il Tour de France nello stesso anno?

Carlo Filippo Vardelli

Aggiornato 01/05/2024 alle 17:48 GMT+2

CICLISMO, GIRO D'ITALIA - Il campione sloveno proverà a compiere un'impresa che manca dal 1998, quando Marco Pantani conquistò la doppietta Giro d'Italia-Tour de France.

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Ancora qualche giorno d'attesa e poi finalmente scatterà l'ora del Giro d'Italia. La 107a edizione della corsa rosa, con partenza da Venaria Reale e arrivo a Roma, è pronta a far innamorare gli italiani un'altra volta, divisa tra paesaggi fantastici e salite iconiche. Al centro di questo quadro en plein air emerge prepotente la figura di Tadej Pogacar, che quest'anno ha deciso di "portare i suoi talenti" nel nostro paese. Il campione sloveno, all'altezza di metà dicembre 2023, ha detto sì a Mauro Vegni e all'organizzazione di RCS, in modo da costruire una stagione da leggenda. Sì, perché dopo il soggiorno tricolore, evidentemente non sazio, il demone (appellativo che nell'ultimo periodo va parecchio di moda) sarà anche al via del Tour de France "italiano", per tentare una clamorosa doppietta. Inutile ricordare che non riesce dal 1998, quando un noto elefantino di Cesenatico decise di ribaltare prima Tonkov e poi Ullrich, ma se c'è un ciclista che può sognare questo bis è proprio lui: il bimbo d'oro.

Giro-Tour, un po' di storia

Partiamo con una precisazione d'obbligo e qualche dato. L'accoppiata Giro-Tour è senza dubbio quella più affascinante e ardua, ma nella storia del ciclismo ci sono state delle doppiette Tour-Vuelta (Froome 2017) e Giro-Vuelta (Contador 2008) altrettanto leggendarie. Sicuramente a livello di marketing valgono "meno", ma lo sforzo che hanno fatto quei ragazzi sarà lo stesso che dovrà produrre Pogacar. In generale, nella storia del ciclismo, sono stati solamente in sette quelli che hanno vinto Giro e Tour nello stesso anno: Eddy Merckx 4 volte, Bernard Hinault 3 volte, Fausto Coppi 2 volte, Jacques Anquetil 2 volte, Miguel Indurain 2 volte, Stephen Roche 1 volta e, come già scritto, Marco Pantani.
Nelle ultime decadi, data la difficoltà dell'impresa, nessuno ci ha provato con cognizione di causa, ma nel 2018 sono stati addirittura in due a sfiorarla: stiamo parlando di Chris Froome e Tom Dumoulin, rispettivamente primo e terzo (il britannico, ndr) e due volte secondo (l'olandese, ndr). Erano partiti esplicitamente con quell’obiettivo? No, ma in corso d'opera si sono ritrovati a combattere per qualcosa di epocale. Dal 2019 in avanti, invece, solamente vincitori e podi spaiati, fino alla discesa in campo di Tadej, che tra qualche mese proverà a mettere insieme il sogno coltivato dal keniano bianco e la farfalla di Maastricht.
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Giro-Tour, è fattibile?

Se a dicembre la doppietta sembrava complicata e utopistica, oggi - dopo 4 mesi di stagione - agli occhi di Pogacar (e non solo ai suoi) appare decisamente più fattibile. Due i fattori da prendere in considerazione: la capacità di dominio sviluppata dallo sloveno e la condizione degli avversari. In stagione, finora, il classe '98 di Komenda ha disputato 10 giorni di corsa, e in questi 1931km ha portato a casa la bellezza di 6 vittorie. Nell'ordine: Strade Bianche, Vuelta Catalunya e Liegi-Bastogne-Liegi, oltre a un bellissimo terzo posto alla Sanremo. In sostanza, tutte le volte che si è messo in sella Pogacar ha vinto.
Nessuno è riuscito a contrastarlo, e al Giro, secondo una prima stima, il copione sarà lo stesso. Logicamente stiamo ragionando sopra un foglio di carta, quindi senza la sicurezza della strada, ma lo sloveno è troppo forte rispetto alla concorrenza. I gregari entry-level come Rui Oliveira, Laengen e Molano lo proteggeranno in pianura, mentre Bjerg, Novak, Majka e Großschartner completeranno il lavoro in salita, in attesa degli attacchi di Tadej.
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Al Tour la questione si complica, ma non più di tanto. Pogacar, in questo momento, sulle tre settimane ha un solo rivale degno di questo nome: Jonas Vingegaard. Il danese ha vinto la corsa gialla due volte di fila - distruggendo Pogi sia nel 2022 (distacco di 2'43") che nel 2023 (distacco di 7'29") - ma in questo preciso istante è fermo ai box. La brutta caduta all'Itzulia ha fatto danni molto gravi, procurandogli la frattura di una clavicola, diverse costole rotte, una contusione polmonare e un pneumotorace. Purtroppo l'incidente in Spagna ha coinvolto anche Remco Evenepoel e Primoz Roglic, gli altri due contender alla vittoria finale. Nelle ultime stagioni abbiamo visto dei recuperi lampo, e il corpo dei ciclisti è in grado di assorbire quasi tutto, ma ora come ora - date le criticità altrui - Pogacar è il superfavorito anche per la Grande Boucle.
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Quindi, ce la fa?

Sicuramente Gianetti e Matxin non sono due stolti, per cui se hanno pianificato questa doppietta è perché secondo loro c'è margine per attuarla. Secondo il nostro punto di vista Pogacar ci può riuscire seriamente, poi sarà la strada a confermare o smentire questa opinione.
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