Il giorno sbagliato - Recensione

Impicciare Russell Crowe a colpi di clacson? Pessima idea.

Il giorno sbagliato - Recensione

LA RECENSIONE IN BREVE

  • Russell Crowe nei panni del cattivo fa bruttissimo.
  • Scolastico e non troppo originale, OK, ma alla fine si lascia guardare con piacere.
  • Tutta la parte di analisi sociale, a prenderla sul serio, lascia un po’ il tempo che trova.

Avete presente quelle mattine in cui c’è in ballo un impegno importante, metti di lavoro, ma la sveglia vi tradisce innescando un’onda rossa di tensione e pessime scelte alla fine della quale vi trovate bloccati nel traffico della circonvallazione di turno, a tirare giù i santi e a strombazzare contro le macchine che vi intralciano? A me capita di continuo. Ed è esattamente quello che capita anche alla protagonista de Il giorno sbagliato, Rachel, con la sottile differenza che lei deve pure fare tappa a scuola per accompagnare il figlioletto, oltre a tenere a bada una causa di divorzio che carica l’impegno di cui sopra di un’importanza capitale.

Ah, giusto, poi ci sarebbe pure il dettaglio che l'obiettivo dei suoi strombazzamenti - un tizio enorme con la faccia di Russel Crowe, alla guida di un SUV altrettanto grosso - arriva da una brutta serata. Ma brutta brutta, eh, del tipo che non ha potuto riposare bene perché troppo impegnato a trucidare la ex moglie assieme al suo nuovo compagno, e a darle fuoco alla casa. Capite che in quelle condizioni un colpo di troppo può fare la differenza tra semplice follia omicida e follia omicida totale irreversibile, e infatti il battibecco stradale innesca uno spietato inseguimento in stile Duel in un crescendo di sangue e tensione: vedi a beccare la persona sbagliata, amico milanese imbruttito col clacson facile?

'zzo ti suoni?

La trama de Il giorno sbagliato (Unhinged, in originale) è tutta qua, più o meno. Più o meno dal momento che Derrick Borte e Carl Ellsworth, rispettivamente regista e sceneggiatore, oltre ad attingere a piene mani dal film di Spielberg del 1971 (anche lì tra l’altro era presente il sottotesto della crisi familiare, per quanto parecchio più sfumato) cercano di piazzare un discorso di critica sociale che pare tirato fuori di peso da Un giorno di ordinaria follia, laddove il Michael Douglas a pezzi, senza lavoro e abbandonato dalla moglie rappresenta l’archetipo dell’incel (sort of) senza nome interpretato da Russel Crowe.

Questa volontà di allargare il campo emerge non troppo delicatamente già dall’introduzione del film, un rapido montaggio di riprese dal vivo e spezzoni di tiggì che fanno il pippone sulla violenza di questi tempi pazzi, e sull’eccesso di informazioni stressanti al quale siamo sottoposti quotidianamente dall’internet e dai social.

'zzo ti guardi?

Non ce n'è coviddi

Introduzione che vorrebbe sembrare apocalittica ma, paradossalmente, riesce a non esserlo a sufficienza, dal momento che le riprese del film precedono la pandemia da COVID-19 e l’onda di proteste che ha attraversato gli Stati Uniti dopo l'assassinio di George Floyd (e mi sa tanto che alla dissonanza tra rappresentazione e realtà ci dovremo fare il callo, almeno per un po’).

Detto questo, se già nell’opera di Schumacher tutto il discorso della critica alla società finiva per scivolare via a grana un po’ grossa, qui è uguale se non peggio; e alla fin fine, anziché approfondire chissà quale riflessione sul maschilismo brutale o che altro, le analogie familiari che legano il personaggio di Crowe alla sua vittima funzionano meglio come innesco per il meccanismo di “colpa e punizione” tipico di certi slasher. E a prenderlo da questo punto di vista, Il giorno sbagliato funziona.

Fermati un attimo all'automatico

Crowe, ripreso quasi sempre alla guida e sproporzionatamente piegato sul volante, si mangia il film e fa brutto come gli assassini di certi horror. Il resto del cast non è assolutamente alla sua altezza, ma perlomeno punta sulle facce giuste e, alla fine, Caren Pistorius non ne esce come la peggiore delle scream queen sulla piazza.

L'esperienza del fuoco, vabbè, io te la consiglio.

Per quanto banale, stravisto e telefonato, il meccanismo costruito da Carl Ellsworth gira liscio; tutte le pistole piazzate in scena prima o poi sparano - anche quelle a forma di telefono - e i momenti semi-meta “No, ma cosa stai facendo, sei pazza!” non mancano, così come i dialoghi da ganassa e la gente che si spara le pose.

Sì, quello a sinistra è il tizio di Westworld.

Poi, OK, sicuramente non siamo di fronte al capolavoro, eppure il gioco del thriller funziona. C'è ritmo, la vicenda non si tira inutilmente per le lunghe e, per quanto scolastica e un po' impersonale, la messa in scena di Borte confeziona un film onestissimo che non vedrei fuori posto nel catalogo di Blumhouse.

Il giorno sbagliato sarà nelle sale a partire dal 24 settembre.

Verdetto

Non so quali ambizioni nutrissero Derrick Borte e Carl Ellsworth quando hanno deciso di provare a innestare la satira sociale di Un giorno di ordinaria follia sulla struttura di Duel, e francamente non ha molta importanza se prendiamo il film per quello che è: un thriller virato all’horror liscio e coinciso, che punta soprattutto sulla tensione e sul violento magnetismo di Russell Crowe.

In questo articolo

Il giorno sbagliato - Recensione

7.2
Discreto
Il giorno sbagliato è tale solo se lo si prende troppo sul serio, ché diversamente siamo di fronte a un thriller onestissimo di quelli che fa piacere imbroccare in sala d’estate assieme all’aria condizionata.
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