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Il cigno nero. Come l'improbabile governa la nostra vita Copertina flessibile – 26 marzo 2014
- Lunghezza stampa384 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreIl Saggiatore
- Data di pubblicazione26 marzo 2014
- Dimensioni13.4 x 2.7 x 18.8 cm
- ISBN-10884282027X
- ISBN-13978-8842820277
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Dettagli prodotto
- Editore : Il Saggiatore (26 marzo 2014)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 384 pagine
- ISBN-10 : 884282027X
- ISBN-13 : 978-8842820277
- Peso articolo : 420 g
- Dimensioni : 13.4 x 2.7 x 18.8 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 40,724 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 171 in Penne a scatto
- Recensioni dei clienti:
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In primo luogo è un evento isolato, che non rientra nel campo delle normali aspettative.
In secondo luogo ha un impatto enorme.
In terzo luogo, nonostante il suo carattere di evento inaspettato, la natura umana ci spinge ad elaborare a posteriori giustificazioni della sua comparsa.
Trovare un nesso tra due eventi è rassicurante e ci dà l'illusione di avere il controllo sul flusso degli avvenimenti sia storici che personali.
Secondo Taleb però la storia non è una successione di eventi concatenati tra di loro, ma procede a scatti, seguendo procedimenti casuali più che causali.
Nei libri di scuola tutti noi abbiamo imparato che la Prima Guerra Mondiale è stata la conseguenza ovvia e inevitabile di processi che erano iniziati decenni prima, come per esempio le tensioni crescenti tra i vari stati, il nazionalismo diffuso e le tendenze imperialiste di alcuni.
In realtà nel 1914, alla vigilia dello scoppio della guerra, nessuno si aspettava davvero un conflitto, sia perché gli attriti tra stati sembravano comunque sanabili con interventi diplomatici sia perché i vari sovrani europei erano tutti o quasi imparentati tra di loro.
Secondo Taleb, sono gli storici che con il loro intervento delineano a posteriori i rapporti di causa ed effetto tra gli avvenimenti che nella realtà non ci sono.
Ovviamente questo non vale solo per la storia ma per tutti i campi del sapere e spesso anche per la nostra vita personale.
Molti Cigni neri sono causati ed ingigantiti proprio dal fatto che sono imprevisti.
Pensiamo all'attacco terroristico dell'11 settembre. Se il rischio fosse stato preso in considerazione nei giorni precedenti, l'attacco non sarebbe mai avvenuto.
Non è strano che si verifichi un evento proprio perché non lo abbiamo previsto.
Pensiamo allo tsunami del 2004. Se fosse stato previsto, si sarebbero prese delle contromisure per limitarne i danni. Non si poteva evitare, ma contenere sì.
Noi agiamo come se fossimo in grado di prevedere eventi storici. I nostri errori nella previsione di eventi politici ed economici sono spesso giganteschi, ma continuiamo a pretendere di fare previsioni basandoci su avvenimenti del passato, come se questo bastasse per prevedere quelli futuri.
Dobbiamo accettare l'esistenza dei Cigni neri, invece di cercare ingenuamente di prevederli.
Focalizzandoci su ciò che non sappiamo, invece che su quello che conosciamo, potremmo collezionare Cigni neri fortunati aumentando al massimo l'esposizione ad essi. Bisogna essere attenti a cogliere tutte le opportunità che la vita ci riserva. Spesso non è scontato che ciò che accada.
Contrariamente a ciò che sostengono le scienze sociali, quasi nessuna scoperta o tecnologia di rilievo è nata dalla progettazione e dalla pianificazione. La scoperta della ruota, quella della penicillina e il successo di Google sono solo alcuni esempi che si possono fare.
Questi si possono considerare Cigni neri positivi. In alcuni casi, come in quello di Google, i loro creatori sono stati travolti da un successo, sia economico che di popolarità, inaspettato e fuori scala.
Ma come facciamo ad affrontare il Cigno nero?
Il mondo è dominato da ciò che è sconosciuto e molto improbabile (secondo la nostra conoscenza attuale), mentre noi continuiamo a concentrarci su ciò che è conosciuto e ripetuto.
Questo implica la necessità di utilizzare l'evento estremo come punto di partenza, non come un eccezione da nascondere sotto il tappeto.
Le probabilità degli eventi rari non sono calcolabili; è molto più facile constatare l'effetto che tali eventi hanno su di noi. Non conosco le probabilità di un terremoto, ma mi posso concentrare sulle conseguenze. Non dobbiamo far altro che limitare gli effetti di tale evento potenzialmente catastrofico, per esempio costruendo edifici adatti.
Dobbiamo quindi concentrarci su come evitare o limitare gli effetti negativi e potenzialmente catastrofici del Cigno nero.
Questo saggio offre una prospettiva diversa sul mondo e, anche se non si condividono del tutto le tesi dell'autore, offre spunti molto interessanti che ci arricchiranno notevolmente.
Lettura non semplice ma consigliata.
Prendete un argomento come la statistica, fumo negli occhi per molti, fonte di guadagno per pochi, ma comunque presente in molte situazioni della vita comune, e consideratene gli aspetti legati alle cosiddette code delle distribuzioni, ossia agli eventi rari che sono molto improbabili ma comunque possibili.
Infine, fate scrivere al primo un libro sul secondo. C'è qualche probabilità che possa uscirne qualcosa come _Il cigno nero_, uno dei saggi più noti e più discussi degli ultimi dieci anni.
Con il suo fare sornione Taleb porta alla scoperta dei "cigni neri", gli eventi che nessuno si dà la briga di prevedere perché sono così infrequenti che ce ne si può dimenticare. Ma comunque accadono, proprio come l'animale cigno nero, non considerato come possibile sino alla sua scoperta avvenuta nel 1697. Il parco giochi naturale di Taleb è la borsa, ma le sue considerazioni sono di più ampio respiro. Comprendono la storia nel suo complesso, che è dimostrazione dell'impredicibilità degli eventi (l'assassinio dell'Arciduca Ferdinando, _casus belli_ del primo conflitto mondiale, ad esempio), andando alle scoperte scientifiche, nelle quali il caso ha un ruolo spesso importantissimo, per approdare alla teoria del caos. Tutto giustifica l'approccio tipico dell'uomo, che applica modelli e crede nella propria conoscenza sino a - alcune volte - doversene pentire, perché reso incapace di prevedere i cigni neri proprio per via dei modelli che usa. Giusto per non risultare troppo pessimista, Taleb dispensa comunque qualche consiglio (il "so di non sapere" socratico è per lui un toccasana) su come convivere con questa situazione apparentemente incomprensibile, pur con la spada di Damocle del "non possiamo proprio prevedere" che dà il titolo alla seconda parte del testo.
_Il cigno nero_ non è di lettura agevolissima, ma con un po' di pazienza si può aggredirlo. Il risultato è con tutta probabilità una migliore conoscenza del mondo che ci circonda.
Recensito in Italia il 15 aprile 2015
Prendete un argomento come la statistica, fumo negli occhi per molti, fonte di guadagno per pochi, ma comunque presente in molte situazioni della vita comune, e consideratene gli aspetti legati alle cosiddette code delle distribuzioni, ossia agli eventi rari che sono molto improbabili ma comunque possibili.
Infine, fate scrivere al primo un libro sul secondo. C'è qualche probabilità che possa uscirne qualcosa come _Il cigno nero_, uno dei saggi più noti e più discussi degli ultimi dieci anni.
Con il suo fare sornione Taleb porta alla scoperta dei "cigni neri", gli eventi che nessuno si dà la briga di prevedere perché sono così infrequenti che ce ne si può dimenticare. Ma comunque accadono, proprio come l'animale cigno nero, non considerato come possibile sino alla sua scoperta avvenuta nel 1697. Il parco giochi naturale di Taleb è la borsa, ma le sue considerazioni sono di più ampio respiro. Comprendono la storia nel suo complesso, che è dimostrazione dell'impredicibilità degli eventi (l'assassinio dell'Arciduca Ferdinando, _casus belli_ del primo conflitto mondiale, ad esempio), andando alle scoperte scientifiche, nelle quali il caso ha un ruolo spesso importantissimo, per approdare alla teoria del caos. Tutto giustifica l'approccio tipico dell'uomo, che applica modelli e crede nella propria conoscenza sino a - alcune volte - doversene pentire, perché reso incapace di prevedere i cigni neri proprio per via dei modelli che usa. Giusto per non risultare troppo pessimista, Taleb dispensa comunque qualche consiglio (il "so di non sapere" socratico è per lui un toccasana) su come convivere con questa situazione apparentemente incomprensibile, pur con la spada di Damocle del "non possiamo proprio prevedere" che dà il titolo alla seconda parte del testo.
_Il cigno nero_ non è di lettura agevolissima, ma con un po' di pazienza si può aggredirlo. Il risultato è con tutta probabilità una migliore conoscenza del mondo che ci circonda.