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Laurea honoris causa a Mattarella e Pahor. Il Capo dello Stato: Università libere e aperte al dialogo

Durante la proclamazione nell’aula magna dell’ateneo è stata proiettata la foto risalente al 13 luglio 2020 quando i due presidenti si tennero per mano a Basovizza.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’ Università degli Studi di Trieste,con Borut Pahor, Presidente emerito della Repubblica di Slovenia,in occasione della cerimonia di conferimento della Laurea magistrale Honoris causa in Giurisprudenza

2' di lettura

«Le Università sono sempre state luogo del libero dibattito, della critica e anche del dissenso nei confronti del potere. Dibattito, critica e dissenso collegati tra gli atenei di tutti i paesi, al di sopra dei confini e al di sopra dei contrasti tra gli stati. Se si recide questo collegamento, questo prezioso scambio di riflessioni, di collaborazioni, di esperienze, non si aiutano i diritti, non si aiuta la libertà né la pace, ma si indebolisce la forza del dibattito, della critica e del dissenso. Si aiuta il potere, quello peggiore, che ha sempre cercato di tenere isolate le università del proprio paese, di impedirne il collegamento con quelle oltre confine». Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’università di Trieste, dove gli è stata conferita una laurea magistrale honoris causa in Giurisprudenza.

Omorificenza anche a Borut Pahor

Insieme al Capo dello Stato, il rettore dell’Università di Trieste Roberto Di Lenarda ha conferito la laurea magistrale honoris causa anche all’ex presidente della Repubblica di Slovenia, Borut Pahor. Durante la proclamazione nell’aula magna dell’ateneo è stata proiettata la foto risalente al 13 luglio 2020 quando i due presidenti si tennero per mano a Basovizza.

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Le motivazioni

«Sergio Mattarella e Borut Pahor - si legge nella motivazione del conferimento della laurea honoris causa - hanno saputo coraggiosamente ripudiare la prospettiva angusta dell’egoismo nazionalistico, per perseguire invece una politica di riconciliazione, retta sulla creazione e sul consolidamento di spazi e di simboli dedicati alla memoria collettiva, quale fondamento di autentica pace tra i popoli. Due statisti che hanno interpretato l’amor di patria in una dimensione europea alta, così contribuendo a trasformare la frontiera adriatica, da territorio di aspro conflitto etnico e culturale, ad area di dialogo, di cooperazione e di amicizia, nella comune coscienza dei diritti umani e nella luce delle libertà democratiche».

Il Capo dello Stato: Italia-Slovenia siano orgogliose del loro percorso

«Le ferite causate dalle tragedie del Novecento non si possono cancellare. Le guerre combattute senza alcun rispetto per le popolazioni, le violenze e gli esodi, hanno colpito e sconvolto l’Europa, in balia di una lotta combattuta da nazionalismi esasperati. La Seconda Guerra Mondiale - che quei nazionalismi hanno scatenato - ha distrutto la vita di milioni di persone nel nostro continente, ha disperso famiglie, forzato a migrazioni». Per Mattarella «volgendo lo sguardo al cammino compiuto, in Europa, appare fuori da ogni dubbio che la Repubblica di Slovenia e la Repubblica Italiana debbano essere orgogliose delle mete raggiunte in questi anni. Incontrarsi non è stato scontato e non sono mancate incomprensioni lungo il percorso; difficoltà che, tuttavia, non hanno impedito ai nostri Paesi di progredire costantemente, dando vita a un partenariato profondo e articolato che ci vede lavorare fianco a fianco sui temi prioritari dell’agenda europea e internazionale. Non è stato agevole. Tanto più assume valore quanto realizzato dai nostri Paesi».

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