I Muppet

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Film per le famiglie come non si fanno più da decenni, I Muppet racchiude al suo interno, neanche troppo in profondità, un accorato e sincero elogio alla lentezza, al fuori moda, al desueto: non ha bisogno di rincorrere mode della contemporaneità perché lo show ha sempre vissuto in un’atemporalità dorata, non-luogo e non-spazio che trovano una propria motivazione e collocazione proprio nel loro essere al di fuori di tutto.

Siamo uomini o muppet?

Quando tre fan dei Muppet vengono a sapere che l’avido petroliere Tex Richman è intenzionato a trivellare proprio sotto il teatro che ospitava le performance dei loro beniamini, scoprono che in realtà i Muppet ormai si sono divisi da anni e conducono esistenze separate: Kermit vive nella sua villa di Hollywood, ma non è felice, Gonzo è un idraulico di alto livello che gestisce il Gonzo’s Royal Flush, Fozzie fa parte di una ‘tribute band’ che si chiama The Moopets, mentre Miss Piggy è la paffuta direttrice editoriale di Vogue Paris e Animal è ospite di un centro… [sinossi]

Da quando una versione primitiva della rana Kermit apparve nel programma televisivo Afternoon, Footlight Theatre verso la metà degli anni Cinquanta, il mondo dei Muppet si è arricchito di personaggi di pari passo con la crescita della fama dei pupazzi dagli occhi sporgenti creati dalla fervida fantasia di Jim Henson. Il Muppet Show è stato per anni un vero e proprio punto di riferimento per il pubblico del piccolo schermo, che ha poi seguito volentieri i suoi beniamini anche nelle varie sortite cinematografiche che si sono susseguite nel corso degli anni.
Anche in virtù di quanto appena scritto, il ritorno in scena dei Muppet deve essere necessariamente annoverato tra gli eventi cinematografici dell’anno: per l’occasione la Disney ha dunque pensato di fare le cose in grande, trascinando Kermit, Gonzo, Miss Piggy, Fozzie e tutti i loro amici in un’avventura che ragiona da vicino sulla stessa storia dei personaggi. I Muppet racconta la storia del declino degli amati pupazzi, oramai distanti dagli interessi del grande pubblico, abbandonati al proprio destino e costretti a ripiegare su lavori saltuari e ben poco gratificanti (geniale la cover band “Mooppets” di cui fa parte l’orso Fozzie, unico membro originale costretto però in un camerino all’addiaccio): nulla che si distacchi, in fin dei conti, dalla realtà. Il pregio principale del film diretto da James Bobin è quello di non aver cercato di modernizzare i muppet per avvicinarli a un pubblico che fino a questo momento non li ha vissuti nella quotidianità – destino comune alle ultime due generazioni, probabilmente – ma di aver coraggiosamente scelto di ribadire il mood che si respirava nello show televisivo e negli altri lungometraggi. Dopotutto basterà puntare l’occhio sulla struttura portante del film per tranquillizzare i fan di vecchia data: I Muppet segue in tutto e per tutto lo schema classico delle strampalate avventure di questi mostri sacri dello spettacolo a stelle e strisce, a partire dalle psicologie dei personaggi fino ai divertenti intermezzi musicali e al nonsense delle situazioni e dei dialoghi. Anche qui si gioca ripetutamente sull’abbattimento della parete virtuale che divide la finzione filmica dalla realtà di chi è al di là dello schermo, tra dialoghi in cui ci si rivolge direttamente al pubblico e riscrittura dello spazio-tempo operata attraverso l’ellissi cinematografica per eccellenza, vale a dire il montaggio. I Muppet racchiude al suo interno, neanche troppo in profondità, un accorato e sincero elogio alla lentezza, al fuori moda, al desueto: non ha bisogno di rincorrere mode della contemporaneità perché lo show ha sempre vissuto in un’atemporalità dorata, non-luogo e non-spazio che trovano una propria motivazione e collocazione proprio nel loro essere al di fuori di tutto.

Film per le famiglie come non si fanno più da decenni a questa parte, I Muppet propone anche al proprio pubblico un discorso morale ed etico che vale la pena approfondire: questa versione in polyfoam, tessuto e nylon dei vizi e delle virtù dell’umana gente lancia a suo modo un grido contro la grettezza del potere economico (il cattivo di turno, interpretato da un sublime Chris Cooper che si esibisce anche in un folgorante, crudele e spassoso rap, è uno spregevole uomo d’affari che vuole acquistare il vecchio teatro dei Muppet per raderlo al suolo e sfruttare il petrolio che si trova copioso nel terreno sottostante) e propone un’idea di socialità che non può non essere apprezzata. Ma, al di là di queste letture, ciò che come sempre appare irresistibile è la verve comica e dissacrante sprigionata dai protagonisti. Nonostante una sceneggiatura non impeccabile nella seconda parte, il film contiene un numero di gag davvero al di sopra del normale, in grado di divertire e coinvolgere tanto il pubblico dei più piccini quanto quello degli adolescenti e degli adulti. Basterebbe citare l’impagabile cover di Smells Like Teen Spirit, Gonzo in versione imprenditoriale, l’intera sequenza parigina dominata da Miss Piggy e l’imperdibile canzone Man or Muppet per dimostrare il valore di una pellicola che sarebbe davvero delittuoso lasciarsi sfuggire. Per non parlare dell’esercito di apparizioni speciali, altro punto fermo degli show dei Muppet: Alan Arkin, Whoopi Goldberg, Jim Parsons,Judd Hirsch, Mickey Rooney, la cantautrice Joanna Newsom, Dave Grohl e via discorrendo. Se avete voglia di un divertimento intelligente e per tutta la famiglia, cosa aspettate a raggiungere il cinema più vicino e a sprofondare nella poltroncina?

Info
Il trailer italiano de I Muppet.
La pagina facebook de I Muppet.
I Muppet, il sito ufficiale.
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