Hunters: Cosa c'è di vero nella nuova serie Amazon
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Hunters: Cosa c'è di vero nella nuova serie Amazon

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Anche se nasce dalla scatenata fantasia di David Weil, la serie con Al Pacino ha molti riferimenti con la realtà. Vediamo quali.

Hunters: Cosa c'è di vero nella nuova serie Amazon

In Hunters, la serie di Amazon Prime Video interpretata da Logan Lerman e Al Pacino, quasi tutto ovviamente è frutto della fantasia dell'ideatore David Weil e dei suoi sceneggiatori. Ma in quel quasi c'è un fondo di verità, una solida base su cui gli autori hanno costruito la storia, spesso intrecciato in modo così inestricabile dall'invenzione che sarà bene, per evitare fraintendimenti, ricordare quali sono i fatti noti a cui ci si è ispirati per la creazione di uno show che non ha precedenti nella storia della televisione, per il modo e il tono - rivolti soprattutto a un pubblico giovane - con cui affronta un argomento tanto drammatico, tanto da sconcertare per le sue azzardate invenzioni e per la rappresentazione di una lotta all'ultimo sangue, ad armi pari (e altamente scorretta) tra ebrei e criminali nazisti, che nell'America del 1977 cercano di dare vita al Quarto Reich.

Gli scienziati nazisti in America. L'Operazione Paperclip

Come vedremo in Hunters, tra gli esuli del Terzo Reich che si sono rifatti una vita negli Stati Uniti, spesso continuando ad esercitare senza problemi la loro professione, ci sono gli scienziati. Del resto, una grande verità che viene detta nella serie, è che al Processo di Norimberga organizzato subito dopo la guerra, di fronte al tribunale c'erano solo 24 imputati, di cui la metà finì sul patibolo. Se si aggiunge Adolf Eichmann, catturato negli anni Sessanta e processato e giustiziato in Israele, si tratta di un numero davvero irrisorio di resposabili. La maggioranza, grazie alla complicità di governi dittatoriali, emigrò nell'America latina o in Medio Oriente, e parecchi di loro invecchiarono in pace, senza essere mai rintracciati. Come Alois Brunner, braccio destro di Eichmann, morto negli anni Novanta in Siria. Ma ci fu anche chi non ebbe bisogno di nascondersi, come gli scienziati arruolati sul finire della guerra nella cosiddetta e famigerata Operazione Paperclip. Perché le loro conoscenze non cadessero in mano all'Unione Sovietica, tra il 1945 e i primi anni Settanta, il Governo americano con la collaborazione della CIA, importò circa 2000 scienziati con relative famiglie, dando loro una nuova vita. Ognuno ebbe una nuova identità, inserita in un fascicolo tenuto insieme da una graffetta (da cui il nome dell'operazione). Questa la foto di gruppo degli scienziati:

Da ricerche recenti del giornalista d'inchiesta del New York Times Eric Lichtblau, premio Pulitzer, autore di un saggio sicuramente fondamentale per gli sceneggiatori di Hunters, "The Nazis Next Door", ovvero I Nazisti della porta accanto, il numero degli scienziati nazisti importati supera in realtà i 10.000. Tra questi, come vedremo anche in Hunters, c'erano anche quelli che avevano sviluppato la formula dello Zyklon B, usato nelle camere a gas per sterminare i prigionieri, e avevano fatto esperimenti su di loro. Ma ci fu anche chi non ebbe bisogno di cambiare nome. Tra questi il più illustre è Wernher Von Braun, che dopo aver contribuito al bombardamento di Londra coi razzi V-2 di sua invenzione, fabbricati dagli schiavi dei campi di concentramento con un altissimo costo di vite umane, venne impiegato dal programma aerospaziale statunitense e fu uno dei fondamentali collaboratori della NASA: fu grazie a lui che nel 1969 gli americani furono i primi a giungere sulla luna.

I medici nazisti

Un altro dei temi toccati da Hunters che ha tristi origini nella realtà, è quello dei medici che operarono e sperimentarono su cavie umane nei campi di sterminio. Il nome più infame di tutti è quello dell'Angelo della morte, il dottor Josef Mengele, selezionatore di Auschwitz ed autore tra l'altro di esperimenti sui gemelli. Purtroppo, nonostante una caccia accanita, non fu mai catturato e finì i suoi giorni nel 1979 in Brasile all'età di 67 anni, come confermò in seguito l'esame del DNA sui suoi resti riesumati. Ma se fu il più temuto e il più spietato, Mengele non fu il solo medico indegno di questo nome. Nel 1986 è stato pubblicato un importante saggio dello psichiatra americano Robert Jay Lifton sull'argomento, "The Nazi Doctors: Medical Killing and the Psychology of Genocide". I medici nazisti non erano solo quelli che operavano nei lager, ma anche quelli che si occupavano di eugenetica uccidendo i malati di mente, e che sterilizzarono coattivamente tra le 350.000 e le 400.000 persone. Per loro a Norimberga ci fu un processo apposito (i cosiddetti processi secondari furono in tutto 12). Anche in questo caso, di fronte al tribunale finirono soltanto in 23, di cui 7 vennero giustiziati per impiccagione e 7 assolti.

I cacciatori di nazisti

E veniamo infine al tema fondamentale di Hunters: i cacciatori di nazisti. Non è ovviamente mai esistita una squadra composita alla Tarantino come quella presentata dalla serie, ma c'è chi ha dedicato la sua vita alla ricerca dei responsabili del mostruoso genocidio conosciuto col nome di Shoah, per assicurarli alla giustizia e impedire che continuassero a vivere indisturbati accanto alle loro vittime. Il più famoso di loro è ovviamente Simon Wiesenthal, sopravvissuto allo sterminio, che appena tre settimane dopo la liberazione del campo di Mathausen consegnò alle autorità americane una lista di 100 nomi di criminali nazisti da catturare. Wiesenthal è stato il primo a raccogliere le testimonianze dei sopravvissuti, a fondare un Centro di documentazione sull'Olocausto e a persistere nella ricerca dei responsabili, anche quando era evidente che ormai gli americani se ne disinteressavano completamente (forse anche perché di molti conoscevano già l'ubicazione). Si deve alla sua tenacia la cattura di aguzzini che sarebbero altrimenti rimasti impuniti, e anche se il suo ruolo in quella di Adolf Eichmann è stato ridimensionato, è lui l'eroe a cui ancora oggi si fa riferimento. Il suo motto non era, come quello di Pacino in Hunters, "La miglior vendetta è la vendetta", ma "Giustizia, non vendetta". Tra i nazisti catturati grazie a lui ci sono Franz Stangl, responsabile del centro per l'Eutanasia (preso a San Paolo del Brasile) e la sadica Hermine Braunsteiner, ribattezzata "L'incubo di Majdanek" dalle sue vittime, diventata cittadina americana e residente nel Queens newyorkese. E proprio a New York dove è ambientata Hunters, per la precisione nel Lower East Side, ha vissuto un altro nazi hunter: Peter Zvi Malkin, l'agente del Mossad che catturò per strada a Buenos Aires il ricercatissimo Eichmann, responsabile della Soluzione Finale e del trasporto degli ebrei nei campi di sterminio e immortalò la vicenda in un bellissimo album di disegni, esposto nella mostra "Operation Finale: The Capture & Trial of Adolf Eichmann Exhibition".

Insomma, se Hunters - che è un'opera di fantasia - può sconcertare per come unisce verità e invenzione nel trattare un tema come quello dell'Olocausto e del nazismo, i suoi autori hanno ben presente la realtà delle cose e non intendono affatto contribuire al revisionismo storico, oggi purtroppo di nuovo rampante sull'argomento. Per tutti, l'appuntamento con gli eroi e i villain di Hunters è su Amazon Prime Video, dal 21 febbraio.

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  • Saggista traduttrice e critico cinematografico
  • Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità
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