Harry e la dura legge del trono (ossia cambiare strada, dopo aver sfiorato la corona)

Lo storico Robert Lacey la chiama «sindrome dei fratelli minori», ossia arrivare ad un passo dal massimo titolo ma poi arrendersi alla linea di successione. Un’evenienza che spinge ad abbandonare - in parte - i protocolli reali? I casi, nella storia recente del Regno Unito, non mancano...
Harry e la dura legge del trono

William d’Inghilterra è nato il 21 giugno 1982, suo fratello Harry invece ha visto la luce il 15 settembre 1984. Vale a dire che il secondogenito di Carlo e Diana ha mancato l’appuntamento con il trono per appena 817 giorni. «Meglio per lui», è il commento di molti, che pensano a quante responsabilità pesano sulla testa di un sovrano. Ma al di là dei «pro» e dei «contro», è interessante indagare se «sfiorare la corona» possa diventare una molla all’abbandonare - seppur in parte - i protocolli reali.

Come a dire: «non è toccato a me, lasciatemi essere anche altro». Oltretutto va riconosciuto che Harry ha ricoperto con grande correttezza il ruolo di numero-2 in linea di successione al trono (o meglio, numero-3, perché davanti ha sempre avuto pure papà Carlo), poi nati i nipotini (i figli di William) è scivolato indietro nella scala ereditaria e ha quindi capito di poter dedicarsi anche ad altro. Senza fare polemiche - quelle le hanno aizzate i tabloid - ha chiesto di poter fare un passo a lato.

«E la regina Elisabetta ha detto di sì perché conosce questa dinamica», ha sottolineato la settimana scorsa lo storico Robert Lacey su People. «Si tratta della sindrome dei fratelli minori del sovrano (o del futuro sovrano, ndr), il sistema non ha ancora trovato il modo di dar loro il giusto riconoscimento. La regina quindi capisce perfettamente la situazione complicata che si è creata tra Harry e William perché pure lei, anni fa, l’ha vissuta con sua sorella più piccola, la principessa Margaret».

Per la serie la storia si ripete, pure Margaret s’innamorò - proprio come Harry - di una persona divorziata, il capitano Townsend, ma la Chiesa inglese rifiutò di appoggiare il matrimonio. Una generazione prima, la stessa sorte toccò a Henry, duca di Gloucester, che - beffa delle beffe - era il terzo fratello dopo Edoardo VIII che abdicò in favore di Giorgio VI: durante un incontro in Kenya si legò sentimentalmente a una donna sposata, Beryl Markham, ma la Corte fece pressione affinché chiudesse la storia.

Terminata la relazione, il principe dovette anche pagare all'ex amante una rendita per evitare uno scandalo pubblico. Ancora peggio, però, è andata ad Andrea, duca di York, pure lui rimasto a lungo alle spalle del fratello Carlo nella linea di successione: tralasciando il rapporto con l’ex moglie Sarah Ferguson, il terzogenito della sovrana (dopo la principessa Anna, all’epoca però fuori dai giochi) è finito di recente al centro dello scandalo-Epstein e ha deciso di ritirarsi dagli incarichi reali.

Insomma, se ci sia un filo invisibile che unisce questi casi è impossibile dirlo con certezza, di sicuro però Harry è intenzionato a vivere la sua vita con la moglie Meghan lontano dai codici di corte. Pronto a dare una mano, se necessario, ma consapevole che la corona quasi certamente non sarà mai affar suo. Anche se per appena 817 giorni: la dura legge del trono.

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