Hans Zimmer è un musicista in continua trasformazione, uno degli ultimi compositori per il cinema conosciuti anche al di fuori del mondo della settima arte. Uno capace di creare hit istantanee che funzionano nel film, in concerto e nell’ascolto casuale. Dedito alla sperimentazione lavora al film prendendo possesso di tutto il comparto sonoro e leggendolo come un’unica entità.

Tra l’Oscar per Il Re leone e quello di Dune ci sono 12 nomination e un’evoluzione radicale di profonda trasformazione. Per la prima parte della sua carriera ha infatti percorso la strada dei compositori più classici, con accompagnamenti alle immagini coinvolgenti e funzionali. Nel suo secondo periodo (che possiamo identificare a partire dal sodalizio con Christopher Nolan) si è dedicato alla sperimentazione su suoni ed atmosfere. Mai a suo agio con i cori (ripresi proprio per il film di Villeneuve), ha man mano abbandonato l’orchestra trasferendosi nello studio casalingo a giocare con le possibilità date dal digitale. 

Capo del dipartimento musicale della Dreamworks, negli anni si è circondato di collaboratori che gli hanno permesso di essere presente ovunque. Lui scrive i temi, le suggestioni principali, poi completate da altri proprio come farebbe uno showrunner. Con loro ha fondato la sua etichetta Remote Control Productions. Notevole la collaborazione con Klaus Badelt che fu accreditato alla colonna sonora per Pirati dei Caraibi. Il nome di Zimmer, che scrisse parte dei temi poi completati da Badelt, comparirà nei film seguenti. Nessuno ha però dubbi sull’attribuzione del geniale tema di Jack Sparrow.

Questo approccio collaborativo gli costò una nomination. Alle musiche del Cavaliere oscuro non lavorarono solo Hans Zimmer e James Newton Howard ma anche Alex Gibson, Mel Wesson e Lorne Balfe. Troppe mani su una stessa partitura per l’Academy, che li escluse dalla competizione. 

Prolifico e incostante, quando riesce a toccare le giuste note è in grado di amplificare la portata del film. Uno dei pochi musicisti capaci ancora di vendere colonne sonore e di creare attesa intorno al disco pari quasi a quella per l’uscita del film. Ora Hans Zimmer è impegnato in un tour che l’ha portato anche in Italia. Per rendergli omaggio abbiamo stilato una classifica delle dieci colonne sonore più belle e innovative.

Rain Man – L’uomo della pioggia 

Una colonna sonora che attinge a piene mani dagli anni ’80 accompagnata da un flauto di Pan che si fissa nelle orecchie per giorni. Una combinazione di elementi che sulla carta non ha ragione di funzionare rispetto alla storia raccontata da Barry Levinson. Il rapporto di affetto e odio tra Raymond e Charlie normalmente avrebbe avuto una colonna sonora orchestrale ben più tradizionale. Invece tutto si armonizza alla grande, un po’ come i due personaggi. Così diversi, così uguali. 

Il Re leone

Lo score del film è un viaggio nella musica che riprende alcuni elementi di quella africana per conferire un tono epico che raramente si era sentito in un film di animazione. Fu la sua prima partitura per un film non in live action. Aiutato anche dalle canzoni di Elton John Il Re leone è anche un disco da ascoltare e riascoltare a qualsiasi età. Ad occhi chiusi. Sognando un tramonto nella savana.

La sottile linea rossa

La colonna sonora più ostica di Hans Zimmer che segna l’inizio di sperimentazioni più “spirituali” che oggi sono prevalenti nel lavoro del compositore. Il coro malese è il tema principale, ma tutta l’opera innalza le splendide immagini catturate da Terrence Malick aprendo squarci verso mondi eterei. Nel 1998 con La sottile linea rossa si anticipavano tanti suoni e suggestioni in musica che si sarebbero consolidate un decennio dopo. 

Il Gladiatore

Il Gladiatore segna l’inizio del periodo nazional popolare di Hans Zimmer. Con temi facili e orecchiabili ma travolgenti. Forse sono un po’ troppo “da pubblicità” per la sensibilità di oggi. Nel 2000 era però impossibile non volerlo alle musiche: la sua è una carica di energia che permette di perdonare anche qualche incertezza al film. È un veicolo di emozioni che aiuta i registi. Il Gladiatore non è solo Now We Are Free (interpretata da Lisa Gerrard), ma un caleidoscopico accompagnamento che cerca di coprire più emozioni possibili.

Pirati dei Caraibi

In assoluto il più pop dei suoi score. Il tema dei pirati se la batte in popolarità con quello di Star Wars e Ghostbusters. Tutte le variazioni e le aggiunte degli altri film hanno contribuito in maniera indissolubile al successo della saga e ne hanno attutito anche i punti più bassi. Ascoltatelo, lo canticchierete per tutto il giorno.

Il codice Da Vinci

In un film debolissimo come Il codice Da Vinci si trova lo splendido brano Chevaliers de Sangreal. Un crescendo incalzante impossibile da abbandonare a metà ascolto. Si può giustificare l’esistenza del film anche solo per averci portato questo brano ancora più efficace nella sua versione live in concerto.

Il cavaliere oscuro (e la trilogia di Batman)

Tutta la trilogia di Batman diretta da Christopher Nolan è piena di idee sonore ancora prima che musicali. Hans Zimmer fonde infatti un approccio minimale e quasi diegetico (spesso sono i suoni interni a dare il via alla colonna sonora), con un respiro muscolare. Bella da ascoltare ma soprattutto da vedere, la sua colonna sonora è perfetta per le scene, le accompagna quando deve, le amplifica in altri momenti. Basta pensare al tema di Joker, così stridulo e sottile, ma così potente sul grande schermo. 

Inception

 

Time è struggente. Non, je ne regrette rien di Edith Piaf rallentata, passata al contrario ed espansa per creare il tema principale è geniale. Il “boom” nel trailer (scritto da Zack Hemsey) ha fatto scuola. Fu un’ottima idea mantenerlo simile anche all’interno del film. Colonna sonora epocale.

Interstellar

Meno influente di Inception ma ancora più bella, la colonna sonora di Interstellar è pazzesca se ascoltata come si deve: ovvero in una sala IMAX (o comunque una enorme) con un impianto rumoroso da fare tremare le sedie.

Dune

 

Così ispirato da scrivere così tanti brani che hanno coperto la lunghezza di tre dischi, Hans Zimmer ha fatto con Dune la sua opera più divisiva, faticosa, e inascoltabile. Sentirla slegata dalle immagini è veramente impegnativo. Nel film invece si sincronizza con la visione di Denis Villeneuve e il mondo di suoni, rumori, canti e allucinazioni che ne fanno un’esperienza unica se vissuta in sala a volume altissimo.

Quali sono le vostre colonne sonore preferite di Hans Zimmer? Fatecelo sapere nei commenti! Vi ricordiamo inoltre che potete trovarci anche su Twitch!

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