POVERE CREATURE! (POOR THINGS) - Cinema Astra Firenze

POVERE CREATURE! (POOR THINGS)

Il nuovo film visionario di Yorgos Lanthimos (La Favorita; The Lobster), vincitore di 4 premi Oscar. Spettacoli in lingua originale inglese con sottotitoli in italiano /English original language with Italian subtitles.

Dal 25 gennaio 2024 @cinema ASTRA
Sala: Cinema ASTRA
Lingua: vo inglese sott. ita /English original language with Italian subtitles.

Descrizione

Cinema Astra, Piazza Cesare Beccaria 9, Firenze (T. 340 4551859 – attivo negli orari di apertura del cinema).

POVERE CREATURE!

di Yorgos Lanthimos (USA 2023, 141 minuti).

Londra fine ‘800 di un mondo fantastico, una donna (Emma Stone) si getta da un ponte. La raccoglie sulle rive del fiume il dottor Godwin Baxter (Willem Dafoe) che decide, spinto dal desiderio della scoperta scientifica, di riportarla in vita. Nasce così la nuova vita di Bella. La giovane donna deve imparare nuovamente a parlare, a interagire e relazionarsi con gli altri; è come una creatura indifesa e curiosa verso il mondo. Decide di fuggire con Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), un avvocato scaltro e dissoluto, in una travolgente avventura che si svolge su più continenti. Sperimenterà un intenso e vorticoso percorso di formazione, di apertura alla vita reale, tra illusioni e abbagli brucianti. Libera dai pregiudizi del suo tempo, Bella cresce salda nel suo proposito di battersi per l’uguaglianza e l’emancipazione. Vincitore di 4 Premi Oscar, Leone d’oro al Festival di Venezia e 2 Golden Globe.

Spettacoli al cinema Astra in lingua originale con sottotitoli in italiano:

giovedì 25 gennaio ore 15.30 (v.o sott. ita) /18.15 (v.o sott. ita) / 21.00 (v.o sott. ita)

venerdì 26 gennaio ore 16.00 (v.o sott. ita) / 21.15 (v.o sott. ita) / 23.59 (v.o sott. ita) proiezione di mezzanotte a un anno dall’apertura del cinema Astra, con brindisi

sabato 27 gennaio ore 13.00 (v.o sott. ita) / 15.40 (v.o sott. ita) / 18.30 (v.o sott. ita) / 21.15 (v.o sott. ita)

domenica 28 gennaio ore 15.30 (v.o sott. ita) / 18.15 (v.o sott. ita) / 21.00 (v.o sott. ita)

lunedì 29 gennaio ore 18.20 (v.o sott. ita)

martedì 30 gennaio ore 15.30 (v.o sott. ita) / 20.30 (v.o sott. ita)

mercoledì 31 gennaio ore 10.00 (v.o sott. ita) / 15.00 (v.o sott. ita) / 21.15 (v.o sott. ita)

giovedì 1° febbraio ore 17.50 (v.o sott. ita) / 20.30 (v.o sott. ita)

venerdì 2 febbraio ore 16.15 (v.o sott. ita) / 19.00 (v.o sott. ita) / 21.45 (v.o sott. ita)

sabato 3 febbraio ore 16.15 (v.o sott. ita) / 19.00 (v.o sott. ita) / 21.45 (v.o sott. ita)

domenica 4 febbraio ore 15.30 (v.o sott. ita) / 18.15 (v.o sott. ita) / 21.00 (v.o sott. ita)

mercoledì 7 febbraio ore 15.00 (v.o sott. ita) / 18.00 (v.o sott. ita) / 21.15 (v.o sott. ita)

giovedì 8 febbraio ore 16.15 (v.o sott. ita) / 19.00 (v.o sott. ita)

venerdì 9 febbraio ore 10.00 (v.o sott. ita) /16.00 (v.o sott. ita) /21.15 (v.o sott. ita)

sabato 10 febbraio ore 15.40 (v.o sott. ita) / 18.30 (v.o sott. ita) /21.15 (v.o sott. ita) / 23.59 (v.o sott. ita)

domenica 11 febbraio ore 15.30 (v.o sott. ita) / 18.15 (v.o sott. ita) / 21.00 (v.o sott. ita)

martedì 13 febbraio ore 17.50 (v.o sott. ita)

mercoledì 14 febbraio 16.15 (v.o sott. ita) / 19.00 (v.o sott. ita) / 21.45 (v.o sott. ita)

giovedì 15 febbraio ore 17.40 (v.o sott. ita)

sabato 17 febbraio ore 10.30 (v.o sott. ita); 15.30 (v.o sott. ita); 21.00 (v.o sott. ita)

domenica 18 febbraio ore 15.00 (v.o sott. ita); 17.50 (v.o sott. ita); 20.30 (v.o sott. ita)

lunedì 19 febbraio ore 21.00 (v.o sott. ita)

mercoledì 21 febbraio ore 21.30 (v.o sott. ita)

venerdì 23 febbraio ore 18.45 (v.o sott. ita)

sabato 24 febbraio ore 14.20 (v.o sott. ita)

domenica 25 febbraio ore 11.00 (v.o sott. ita)

lunedì 4 marzo ore 18.15 (v.o sott. ita)

domenica 10 marzo ore 21.00 (v.o sott. ita)

lunedì 11 marzo ore 16.00 (v.o sott. ita)

martedì 12 marzo ore 21.00 (v.o sott. ita)

sabato 16 marzo ore 14.00 (v.o sott. ita)

domenica 17 marzo ore 10.30 (v.o sott. ita)

* Si ricorda che il film è vietato ai minori di 14 anni. Se il minore è accompagnato da un genitore o da chi ne fa le veci, l’età minima necessaria per la visione è abbassata a 12 anni.

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POOR THINGS

by Yorgos Lanthimos (USA 2023, 141′).

From filmmaker Yorgos Lanthimos and producer Emma Stone comes the incredible tale and fantastical evolution of Bella Baxter (Stone), a young woman brought back to life by the brilliant and unorthodox scientist Dr. Godwin Baxter (Willem Dafoe). Under Baxter’s protection, Bella is eager to learn. Hungry for the worldliness she is lacking, Bella runs off with Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), a slick and debauched lawyer, on a whirlwind adventure across the continents. Free from the prejudices of her times, Bella grows steadfast in her purpose to stand for equality and liberation. Poor Things by Yorgos Lanthimos won 4 Oscars.

English Original Sound @Astra Cinema:

Thursday, January 25 at 3:30 p.m./ 6:15 p.m./ 9:00 p.m.

Friday, January 26 at 4 p.m./ 9:15 p.m. / 11:59 p.m. (Special midnight screening to celebrate the one year opening of the Astra cinema, with a toast)

Saturday, January 27 at 1:00 pm / 3:40 pm / 6:30 pm / 9:15 pm

Sunday, January 28 at 3:30 p.m. / 6:15 p.m. / 9 p.m.

Monday, January 29 at 6:20 p.m.

Tuesday, January 30 at 3:30 p.m. / 8:30 p.m.

Wednesday, January 31 at 10 a.m. / 3 p.m. / 9:15 p.m.

Thursday, February 1 at 5:50 p.m. / 8:30 p.m.

Friday, February 2 at 4:15 p.m. / 7:00 p.m. / 9:45 p.m.

Saturday, February 3 at 4:15 p.m. / 7:00 p.m. / 9:45 p.m.

Sunday, February 4 at 3:30 p.m. / 6:15 p.m. / 9:00 p.m.

Wednesday, February 7 at 3 p.m. / 6 p.m. / 9:15 p.m.

Thursday, February 8 at 4:15 p.m. / 7:00 p.m.

Friday, February 9 at 10 a.m. /4 p.m. /21.15 p.m.

Saturday, February 10 at 3:40 p.m./ 6:30 p.m.  / 9:15 p.m. / 11:59 p.m.

Sunday, February 11 at 3:30 p.m. / 6:15 p.m./9:00 p.m.

Tuesday, February 13 at 5:50 p.m.

Wednesday, February 14 at 4:15 p.m. / 7:00 p.m. / 9:45 p.m.

Thursday, February 15 at 5:40 p.m.

Saturday, February 17 at 10:30 a.m.; 3:30 p.m.; 9 p.m.

Sunday, February 18 at 3 p.m.; 5:50 p.m.; 8:30 p.m.

Monday, February 19 at 9 p.m.

Wednesday, February 21 at 9:30 p.m.

Friday, February 23 at 6:45 p.m.

Saturday, February 24 at 2:20 p.m.

Sunday, February 25 at 11 a.m.

Monday, March 4 at 6:15 p.m.

Sunday, March 10 at 9 p.m.

Monday, March 11 at 4 p.m.

Tuesday, March 12 at 9 p.m.

Saturday, March 16 at 2 p.m.

Sunday, March 17 at 10:30 a.m.

* Please note that children under the age of 14 are not permitted to view the film. If the minor is accompanied by a parent or a legal guardian, the minimum age requirement for viewing is lowered to 12.

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Recensioni

L’audace e visionario regista greco Yorgos Lanthimos torna dietro alla macchina da presa a cinque anni dal successo del film “La favorita” (2018) e lascia nuovamente il segno con “Povere Creature!” (“Poor Things”), racconto che si muove tra surreale, dramma fantastico e favola dark. Una sorta di Alice che abbandona il paese delle meraviglie e si immerge in una dimensione sociale disseminata di brama e ferocia. Qua e là lampi di “Metropolis” e “Frankenstein”.

Non ci si può aspettare un racconto lineare e accomodante da un regista geniale e provocatorio come Lanthimos. Basta citare alcuni suoi titoli per tracciare il perimetro del suo orizzonte narrativo, la direzione del suo sguardo: “The Lobster” (2015), “Il sacrificio del cervo sacro” (2017) e “La favorita” (2018). Autore considerato già cult, con “Povere Creature!” è destinato a turbare e conquistare. Prendendo le mosse da un racconto di Alasdair Gray e sceneggiato da Tony McNamara (candidato all’Oscar per il copione de “La Favorita”), il nuovo film di Lanthimos ci introduce in un mondo che accosta il favolistico alla commedia nera, al dramma feroce. Lanthimos è un autore dallo sguardo vigoroso e allegorico; fotografa la realtà con lenti deformanti, disegnando sentieri surreali e lividi. Qui mette in scena una favola capovolta, nerissima: sembra riprendere la figura di Alice di Lewis Carroll per calarla in uno scenario claustrofobico, ammaliante e gotico. Bella è un po’ Alice ma anche una creatura come Frankenstein uscita dalla penna di Mary Shelley. Splendida d’aspetto, svuotata però nella personalità, pronta a essere riplasmata dallo scienziato Godwin, che lei chiama “God”, dio, e che per lei è quindi padre e creatore al tempo stesso. Ma qualcosa va “storto”: Bella matura subito idee proprie, desideri, insofferenze. Alla prima occasione, fugge via e si immerge nel mondo, che però non le risparmia nulla: dall’iniziale ebbrezza, anche fisico-sessuale, per passare rapidamente alla povertà, disparità sociale, mercificazione del corpo della donna e crudeltà da parte di uomini predatori. “Il romanzo di Alasdair Gray – sottolinea Lanthimos – appare fin da subito davvero visionario e molto complesso grazie ai suoi temi, al suo umorismo, ai suoi personaggi e al suo linguaggio. […] Fondamentalmente, era una storia sulla libertà di una donna nella società”. E chiarendo la traiettoria narrativa della sua opera, il regista aggiunge: “C’era bisogno di creare un mondo in cui far abitare Bella. Non poteva essere qualcosa di realistico. Abbiamo cercato di esulare dal periodo storico in cui il film è ambientato, inserendo alcuni elementi di altre epoche, perché questo ci consente di rendere il film più simile a una fiaba, a una metafora. Quindi, ci sono vari elementi fantascientifici, anacronistici o immaginari”. Lanthimos strappa sorrisi e inquietudini allo spettatore, chiamato a seguire le vicissitudini di Bella – punto di vista narrante – per fare esperienze (brutali) della realtà. Il racconto sa essere colto, profondo, ilare, grottesco ed esplicito. L’autore non risparmia nulla alla sua Bella, ma neanche allo spettatore. “Povere Creature!” si rivela un’opera di certo interessante, acuta e visionaria, ma di non facile cooperazione; per tali motivi, infatti, è indicata a un pubblico adulto capace di gestire i temi in campo.

(a cura della Commissione Nazionale Valutazione Film della Conferenza Episcopale Italiana)


C’è un illuminismo sotteso al testo e quindi al nuovo film di Lanthimos, ed è quello del Voltaire di Candido (e per certi versi del Rousseau di Emilio), insieme a tutto l’armamentario di un positivismo scientista fin de siècle, palesemente dissacrato.

A proposito di quest’ultimo aspetto è proprio l’elemento steampunk, da ottocento tecnologicamente potenziato, a fare la differenza, condizionando l’aspetto visuale. Il libro nell’edizione originale aveva una carica visiva di partenza già elevata, dal momento che Gray, anche pittore, aveva provveduto alle illustrazioni; eppure creando l’universo di Poor Things, Lanthimos sembra guardare a quelle immagini più come a uno spunto, a uno stimolo a ripensare l’immagine, l’immaginario, che non all’indicazione di una linea stilistica precisa; e infatti, con i due scenografi James Price e Shona Heath, oltre a prevedere delle scene, soprattutto in esterno, che sembrano uscire dal mondo di Karel Zeman, preme vistosamente sul pedale degli aspetti organici, per non dire anatomici, dell’Art nouveau, dove i costumi disegnati da Holly Waddington si integrano coerentemente, anche quando sono ancora più palesemente anacronistici, soprattutto quelli sempre più corti o trasparenti della protagonista.

Bella è una tabula rasa, inizialmente un’infante in un corpo adulto, deve riapprendere tutto della vita, partendo dalle funzioni elementari del corpo. Per accompagnare il processo di crescita della sua creatura, ma anche per farsi aiutare nelle attività ordinarie, Godwin prende come proprio assistente Max McCandles (Ramy Youssef), l’unico dei suoi studenti universitari a non guardarlo con disprezzo. È quasi inevitabile che il giovane medico rimanga incantato dai progressi di Bella, ma soprattutto da quella che a suo modo si sviluppa come una forma di grazia, che non è solo l’inequivocabile avvenenza esteriore, ma la maniera di guardare senza filtri la realtà, perlomeno inizialmente quella allestita da God apposta per lei, rapportandosi con essa. È con la stessa grazia senza filtri che la giovane decide di andare a conoscere il mondo, e il sesso, con Duncan Wedderburn (partendo da Lisbona (esattamente come Candido e Pangloss) e lasciando Max in attesa, in rispettoso standby. D’altronde Bella non viene esattamente educata, piuttosto Godwin le garantisce la possibilità di crescere per passaggi empirici, inizialmente protetta dai condizionamenti del mondo esterno, e in questo ha un ruolo fondamentale la progressiva scoperta del piacere, esplicitata secondo un processo che mette a nudo i meccanismi repressivi, gli automatismi indotti dalle convenzioni sociali (un ego che si costruisce senza le limitazioni del super-ego, verrebbe da dire, se non fosse che la psicanalisi è lasciata cortesemente fuori scena). Ed è quasi inutile dire che l’effetto è generato proprio dal confronto tra il candore della giovane e le convenzioni che noi spettatori abbiamo interiorizzato, con i tabu e con le ipocrisie che sottendono i comportamenti sociali “accettati”, con l’assoluta assenza dei concetti di colpa o di vergogna nel bagaglio di Bella. È difficile immaginare il film senza Emma Stone, perfetta, per non dire straordinaria, corpo esile e lineamenti fanciulleschi, nel traghettare il personaggio da una situazione iniziale di bambola adulta e pre-cognitiva a quella di un’emancipazione inaudita e complessa. Un corpo che, quando Bella praticherà la prostituzione avvicinandosi al socialismo, a Parigi, è affettuosamente definito “il mio mezzo di produzione”.

Ovviamente, a proposito di bambole e di emancipazione, è impossibile non pensare a un confronto con Barbie, in cui però forse vince Bella, rianimata dentro alle inquadrature chiuse, grandangolari, spinte, di Lanthimos, è offerta al mondo senza il filtro del brand di una multinazionale del giocattolo e con una libertà inimmaginabile in una produzione targata USA. E alla fine quel Poor Things commiseratorio del titolo, Povere creature, sembra accompagnare lo sguardo di Bella verso di noi, e non viceversa. «Polite society will kill us».

(Cineforum – Alessandro Uccelli)

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Il film, diviso in capitoli, segue la crescita personale, sessuale, psicologica, filosofica, morale di una donna per la quale le convenzioni sociali non hanno alcun valore e che si autodetermina per natura, essendo “nata” adulta e priva di pregiudizi. La scoperta del piacere, dell’ingiustizia, dei differenti caratteri degli esseri umani, l’organizzazione degli istinti e delle facoltà intellettuali sono la spina dorsale narrativa di Povere creature la cui protagonista incarna non tanto il positivismo scientifico quanto piuttosto l’utopia del cambiamento che scorreva copiosa a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. La società può migliorare, gli esseri umani possono evolvere: questi auspici sono ripetuti più volte nel film e dunque, dopo tanti lavori “neri” e senza via d’uscita, l’eroina impersonata da una straordinaria, sublime, Emma Stone conduce Lanthimos sul terreno non solo della commedia ma dell’utopia (benché operata da un soggetto impossibile). Un mondo nuovo emerge dalle conoscenze e dalle esperienze di un femminile risorto e la cui brama di sapere, ben lungi dal condurre l’uomo fuori dal Paradiso terrestre, rende il proprio contesto più giusto. Bella non è solo la creatura del romanzo gotico, ma anche il “buon selvaggio” di ascendenza illuminista che qui attesta la possibile moralità della conoscenza e smaschera l’immonda sopraffazione operata su un femminile arguto e pieno di vita. Anzi, portatore di una vitalità che il maschile spesso vuole spegnere o vuole possedere e di sicuro vuole irregimentare. Bella, a suo modo, è anche un Odisseo in gonnella, tanto che la parte preponderante del film si svolge in viaggio (tra Lisbona, Alessandria, Parigi): la sua educazione all’esistenza, sospinta sempre da un coraggio aperto e franco, tornerà utile a chi la meriterà veramente. Il racconto avventuroso e leggiadro non impedisce per nulla a Lanthimos di affrontare grandi temi, come il libero arbitrio o l’emancipazione, ma a differenza di altri suoi film Povere creature (forse anche perché tratto da un romanzo poi adattato per il cinema dallo sceneggiatore Tony McNamara) è un lavoro soave, la cui narrazione non si chiude in un teorema, le cui premesse si sviluppano con una naturalezza quasi inedita per il talentuoso ma spesso cervellotico cineasta greco.

Se il piacere della fabula assurge a uno spazio privilegiato, il film mantiene tutti i crismi dello “stile Lanthimos”: i fish-eye abbondano, le steady seguono i personaggi lungo i corridoi e sono moltissimi gli zoom utilizzati. Visivamente il film è sontuoso: costumi eccezionali (di Holly Waddington) e splendide scenografie (di Shona Heath e James Price) infarciscono un lavoro saturo e sovrabbondante, girato inizialmente in bianco e nero (la fotografia è di Robbie Ryan, che con Lanthimos aveva già lavorato ne La favorita) ma che poi si immerge nel colore fino a raggiungere parossismi cartooneschi (nel viaggio in mare in particolare) con un uso della Cgi che porta a effetti grafici d’antan. Lo sviluppo psichico e sentimentale della protagonista motiva in ogni caso le mutazioni filmiche: al centro di tutto c’è infatti un personaggio molto ben scritto e sapientemente restituito dalla bravissima Emma Stone. La scoperta del linguaggio, della realtà, degli uomini e del mondo delle idee, rende Bella un’eroina a tutto tondo, il cui ardire senza requie troverà una conclusione senza macchia.

La questione femminile è uno dei centri di gravitazione del film, ma lo è in una maniera che non ha niente di pedante e men che meno moralista. Non tutte le donne “risorte” sono uguali (si veda il piccolo ruolo di Margaret Qualley) e gli uomini che circondano la “creatura” rappresentano la “varietà” del maschile: alcuni di loro, come Godwin e Max, non hanno problemi ad accettare la volontà della donna fiera che, sorprendentemente e ben al di là delle loro previsioni, si troveranno davanti. Grande spazio ha l’impulso sessuale dei personaggi (a partire da quello di Bella) che è l’istinto da cui la sete di sapere può principiare ma che non è, di per sé, determinato in nessuna direzione. Così come il film rivisita il romanzo di formazione del XVIII e XIX secolo, Povere creature rilegge anche il romanzo libertino: dall’attrazione e dal sesso nasce la scintilla del “movimento”, del viaggio di formazione della protagonista e, nella riflessione circa il proprio corpo, la possibilità di strutturare uno spazio in cui riconoscere l’altro. L’organizzazione sessuale delle donne è il terreno di battaglia di una società maschilista, mentre la libertà femminile non può che passare dall’esperienza del corpo e dal riconoscimento dei tanti desideri che lo attraversano, dal piacere all’aggressività, dalla sottomissione volontaria alla sperimentazione pura. La “creatura” si risveglia grazie a un’attrazione (quella per Ruffalo) ma la strada per la comprensione della complessità umana e la giustizia sarà lunga. Il delizioso cameo di Hanna Schygulla nella parte di un’anziana che non pratica più l’erotismo da 20 anni ma non ne sente affatto la mancanza indica la chiarezza degli obiettivi possibili di un femminile soggetto e non oggetto, mentre le diversità degli uomini in scena marcano le tante sensibilità che ugualmente abitano il maschile. Il personaggio di Schygulla si chiama inoltre Martha ed è una signora attempata accompagnata da un uomo di colore (La paura mangia l’anima) su una nave (Querelle de Brest): un dichiarato omaggio a Rainer Werner Fassbinder ma, anche, un tentativo di indicare nuove relazioni non necessariamente sotto il segno del diritto del più forte. Così, senza manicheismo né ricette precostituite, Povere creature sardonicamente racconta la parabola esistenziale di una “rinata” portatrice di un modo differente di vedere le cose, dal sesso, alla parità di genere, fino a un accenno al socialismo. Il ritorno in vita della donna apre a tanti possibili rinnovamenti: una commedia brillante con un piede nei classici della fantascienza porta Lanthimos a realizzare un film ricco e libero, quasi liberato da una certa coltre soffocante che attraversa altri suoi lavori, più “a tesi” e paradossalmente proprio per questo meno sfaccettati.

(Quinlan – Elisa Battistini)