Una settimana in Guyana

9 minuti di lettura

Sono una scrittrice freelance cresciuta ascoltando le storie della Guyana, il paese d’origine di mio padre. Ho deciso di trascorrerci qualche mese per conoscerlo e ho finito per rimanerci più di tre anni, lavorando come giornalista e insegnante. La Guyana ha una ricchezza incomparabile di culture, paesaggi e tradizioni gastronomiche. Tutto questo, e le persone deliziose che ho incontrato, mi stimolano sempre a tornarci.

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Un viaggio in Guyana non può dirsi completo senza una visita alle Kaieteur Falls ©Gail Johnson/Shutterstock
Un viaggio in Guyana non può dirsi completo senza una visita alle Kaieteur Falls ©Gail Johnson/Shutterstock
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Perché andare in Guyana

Se cercate un luogo dove staccare la spina e ristabilire un contatto, non solo con le meraviglie della natura, ma anche con un ritmo di vita diverso, dovete andare in Guyana. Immaginate giaguari furtivi e formichieri giganti, vaste foreste pluviali lussureggianti, rustici eco-resort indigeni, deliziose portate di curry e roti, pittoresche case di legno su palafitte e statue pubbliche che commemorano le storiche ribellioni degli schiavi africani e degli immigrati indiani che lavoravano nelle piantagioni. Nonostante sia l’unico paese del Sud America ad avere l’inglese come lingua ufficiale, la Guyana conta meno di 400.000 turisti all’anno. Ma via via che la fama del paese si diffonde, il numero dei visitatori aumenta, quindi adesso è il momento di andarci.

Quando andare

Il periodo migliore per un viaggio in Guyana è nelle stagioni intermedie (agosto-novembre e febbraio-aprile).

  • Pasqua è un periodo movimentato, grazie al Rupununi Rodeo, alla Bartica Regatta e al volo di aquiloni sopra la diga marittima.
  • Settembre è un bel momento per osservare la fauna selvatica, oltre a essere il mese dedicato al patrimonio culturale indigeno (Indigenous Heritage Month).
  • Evitate le stagioni piovose (da maggio a fine luglio e dicembre-gennaio).

Budget giornaliero

  • Camera doppia in un hotel di media categoria: 100-170
  • Cena in un ristorante locale: 7-12
  • Ingresso ai musei: 0-10
  • Calice di vino: 7
  • Bottiglia di birra: 1,92

Da quando la Guyana ha iniziato le trivellazioni per la ricerca del petrolio nel 2019, i prezzi delle strutture ricettive sono aumentati notevolmente. Non ci sono ostelli della gioventù a prezzi modici, ma troverete comunque un numero limitato di opzioni economiche.

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Tra le vie della capitale, Georgetown ©Gail Johnson
Tra le vie della capitale, Georgetown ©Gail Johnson

Primo giorno: un giro a Georgetown

Nella capitale, Georgetown, iniziate la giornata facendo il pieno di energia con soffici bakes (panini fritti) appena fatti e baccalà rosolato con cipolle, aglio, pomodori e peperoni (4) all’Oasis Café, dove la gente del posto e i visitatori vanno a chiacchierare, bere caffè e usare il wi-fi gratuito. Da qui, percorrete a piedi Carmichael St fino alla Saint George’s Cathedral, un’oasi di pace in città che pare sia una delle chiese in legno più alte del mondo. Attraversate Ave of the Republic per raggiungere le bancarelle d’artigianato di Hibiscus Craft Plaza, dove potrete acquistare sandali e borse in pelle di produzione locale (uno dei mestieri più antichi della Guyana), artigianato indigeno e altri souvenir. Se siete in vena, fate un salto al Guyana National Museum, un po’ datato ma a ingresso libero (da segnalare il modello a grandezza naturale di un bradipo gigante).

Proseguendo lungo la strada, vi ritroverete nella frenesia dell’iconico Stabroek Market di Georgetown, una struttura di ghisa rossa con un’imponente torre dell’orologio. Schivate i minibus per dare un’occhiata a bancarelle che vendono di tutto, dalla frutta ai panini dolci, poi rifugiatevi in un ristorante per scampare al sole del mezzogiorno. Potete optare per quello al piano superiore dell’Hack’s Halaal in Commerce St o per lo Shanta’s in Camp St (uno dei più apprezzati dalla gente del posto) e ordinare curry con dal puri o roti e un succo di frutta locale. Mentre siete in zona, date un’occhiata al magnifico (anche se un po’ fatiscente) City Hall (Municipio), costruito nel XIX secolo in stile neogotico, e alla statua della Regina Vittoria fuori dalla vicina Alta Corte – il naso e la mano mancanti furono fatti saltare in aria durante una protesta anticoloniale nel 1954, quando la Guyana era ancora sotto il dominio britannico.

Rientrate in albergo per rinfrescarvi: la Rima Guesthouse per chi viaggia con un budget limitato, l’Herdmanston Lodge per le sistemazioni di fascia media. Poi uscite di nuovo per andare a cena: optate per carne e pesce fresco al FireSide Grill n Chill, oppure per una rivisitazione locale del fish and chips (spicchi di platano fritti e saporito pesce pastellato) a un tavolo all’aperto al Nicky’s Fish Shop.

La vegetazione lussureggiante intorno alle Kaieteur Falls ©Anton_Ivanov/Shutterstock
La vegetazione lussureggiante intorno alle Kaieteur Falls ©Anton_Ivanov/Shutterstock
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Secondo giorno: cascate fragorose

Partite per una giornata all’insegna dell’avventura. Un viaggio in Guyana non può dirsi completo senza una visita alle Kaieteur Falls, una straordinaria e scrosciante forza della natura dove potrete ammirare la vegetazione lussureggiante, osservare le piccole rane dorate e ascoltare avvincenti racconti popolari narrati dalla vostra guida. Prenotate in anticipo con Evergreen Adventures l’escursione di una giornata intera (dalle 9 alle 17) con trasferimento in aereo, proposta anche nella versione che abbina la visita alle Kaieteur Falls con quella alle più piccole Orinduik Falls (350).

Se siete molto mattinieri, potete anche inserire una visita veloce a Plaisance prima del check-in. A soli cinque minuti d’auto dall’Ogle Airport, questo è il luogo in cui è nato il musicista Eddy Grant, autore di successi come Gimme Hope Jo’anna e Electric Avenue. Plaisance fu anche uno dei primi villaggi della Guyana Britannica a essere acquistato da ex schiavi africani dopo la piena emancipazione nel 1838. Unendo denaro e risorse, queste comunità furono in grado di acquistare i terreni delle piantagioni su cui avevano lavorato gratuitamente per tanti anni. Oggi esistono pochi riferimenti a questa storia, anche se un tour proposto di recente, dal titolo A Taste of Freedom Tour, cerca di riequilibrare la situazione.

Dopo una giornata trascorsa a esplorare le famose cascate della Guyana, gustate il cibo della tradizione casalinga del Backyard Café (circa 25), accogliente localino il cui chef Delven Adams fece a suo tempo un corso rapido di cucina guyanese a Gordon Ramsay in occasione di una sua visita nel paese. Se non riuscite a prenotare, provate il vicino (e più economico) Back Yard Barbecue & Grill, una chicca che può sfuggire facilmente sulla trafficata strada principale, e che riserva un’accoglienza calorosa e cibo eccellente (se presenti nel menu, provate il lutiano alla griglia o il cook-up rice, piatto unico guyanese a base di riso profumato con latte di cocco arricchito con vari ingredienti).

Terzo e quarto giorno: avventura nella foresta pluviale

Per chi non può sorvolare l’entroterra della Guyana, l’opzione migliore è attraversarlo. Se avete un budget limitato, prendete un minibus privato attraverso la foresta pluviale che copre circa l’85% del paese, fino alla cittadina di Lethem (circa €75). Un viaggio accidentato di 12-16 ore non è un certo facile, ma quando si esce dalla fitta foresta verde nelle ampie savane e tra le montagne che occupano gran parte della zona meridionale della Guyana, si prova una sensazione davvero unica. Lungo il percorso potreste anche avvistare un giaguaro, un formichiere o un aguti (un piccolo roditore simile a un porcellino d’India). In alternativa, prendete un aereo e attraverserete il paese in circa un’ora (circa €290).

Nell’interno della Guyana, in particolare nelle regioni del Rupununi settentrionale e meridionale, troverete una serie di eco-lodge disseminati in paesaggi diversi, lungo il fiume, nella foresta e nella savana, alcuni dei quali ricavati da ex allevamenti di bestiame e da un centro di ricerca scientifica. Il Rewa Eco-Lodge ha ottenuto premi e riconoscimenti per il suo approccio comunitario e per il suo lavoro di tutela ambientale. Organizzate con il lodge il prelevamento a Lethem; una volta giunti a destinazione, le attività non mancano, dai percorsi naturalistici alla pesca catch-and-release del grosso arapaima, una specie protetta. Data la distanza da percorrere per arrivarci e le cose da fare, una notte non è sufficiente.

Quinto giorno: il vostro primo rodeo?

A seconda di quando rientrate a Lethem, dedicate un po’ di tempo a esplorare questa città di confine, direttamente adiacente al Brasile (potete perfino attraversare un ponte a piedi, ritrovandovi nella confinante Bom Fim). Lethem è una località piuttosto sonnolenta, fatta eccezione per il periodo di Pasqua, quando viene invasa da vaqueiros (mandriani), abitanti di Georgetown e brasiliani per l’annuale Rupununi Rodeo. Un evento piccolo e alla buona in cui vi ritroverete nel cuore dell’azione, con cavalli e tori cavalcati a pelo, vitelli e pecore presi al lazo e perfino una corsa di maiali – il tutto condito da ottime birre locali, qualche concorso di bellezza e una miriade di Stetson.

Prima di prendere il volo o l’autobus di rientro a Georgetown, fate un’escursione alle vicine Moco Moco Falls, ex sito idroelettrico con 999 gradini che portano in cima alla montagna, o alle Kumu Falls, una piccola cascata con una serie di piccole piscine naturali in cui rilassarsi. Al ritorno a Georgetown, rituffatevi nei ritmi urbani con cocktail, hamburger e musica dal vivo al Kosmos, uno dei ristoranti trendy del complesso MovieTowne (ancora relativamente nuovo), che comprende anche un Hard Rock Café.

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Rilassatevi in un resort nei pressi di Georgetown ©MichaelGrafx
Rilassatevi in un resort nei pressi di Georgetown ©MichaelGrafx

Sesto giorno: shopping, cucina rastafariana e vita notturna

Iniziate la giornata di buon’ora (sempre che ci riusciate, dopo gli ultimi giorni così intensi) al vivace Bourda Market. Assaggiate alcuni dei frutti locali di stagione – come la dolce graviola, la sapodilla simile al miele e i succosi manghi – prima di esplorare la sezione interna del mercato, dove troverete ogni sorta di medicine naturali ed erbe, pesce fresco e sotto sale e altri prodotti di prima necessità. Già che ci siete, fate un salto all’adiacente Guyana Store, che vende prodotti locali come pane di manioca, salsa di peperoncino piccante e olio di cocco fresco.

Per divertirvi tutta la notte, andate al Palm Court, un bar-club-ristorante di lunga data ma sempre molto frequentato, all’Altitude Bar, un locale all’aperto sul tetto, o nella Strip, una piccola sfilza di bar accanto al vicino centro commerciale Giftland.

Settimo giorno: il momento del relax

In Guyana la domenica è il giorno del lime (relax). Poiché ci sono poche spiagge oltre a quella conosciuta sul posto come 63 Beach (e il piccolo tratto di sabbia dietro il Marriott Hotel), quasi tutti si dirigono verso un fiume o un ruscello. Se vi svegliate presto, iniziate la giornata con un po’ di birdwatching all’alba e avvistando i lamantini nei laghetti dei Botanical Gardens. Quindi raggiungete in taxi e/o minibus il Pandama Retreat, un rifugio artistico nella foresta a circa un’ora da Georgetown, dove potrete fare un tuffo nelle fresche acque del torrente prima di gustare un delizioso pranzo e alcuni dei vini prodotti sul posto con frutti locali, tra cui il mango, il jamoon (simile a una bacca) e il succoso anacardo rosso (non dimenticate di prenotare in anticipo; €29 per la giornata intera.)

Tornate in città entro le 16 per evitare il traffico, quindi lasciate le vostre cose in albergo e dirigetevi verso la diga marittima. La domenica sera questo luogo solitamente tranquillo (e a volte malfamato) si anima con un castello gonfiabile, venditori di cibo che propongono un po’ di tutto, dalle arepas venezuelane al fish and chips, chioschi di bevande e musica soca, reggae e dancehall a tutto volume. È il posto perfetto per brindare a un viaggio meraviglioso in Guyana e iniziare a programmare quando tornarci.

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