Che malattia ha Totò Cascio, diagnosticata a 11 anni: "Ormai non vedo più"

Che malattia ha Totò Cascio, diagnosticata a 11 anni: “Ormai non vedo più”

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Di Redazione Gossip

Totò Cascio ha debuttato in tv grazie alla sua partecipazione, ancora bambino, al programma Maurizio Costanzo show. All’età di nove anni ha recitato nel film Nuovo cinema paradiso di Giuseppe Tornatore, interpretando Salvatore (detto TotòDi Vita da bambino, performance per cui ha ottenuto il successo internazionale e il premio British Academy of Film and Television Arts nella categoria attore non protagonista, diventando il più giovane interprete a riceverlo. Tornatore lo ha in seguito scelto nuovamente per interpretare il suo film successivo, Stanno tutti bene, del 1990.

Totò Cascio ha poi partecipato ad altri film come protagonista e ha anche inciso un 45 giri con Fabrizio Frizzi dal titolo L’orso.Nel 1999, dopo alcuni anni di pausa, l’attore ha recitato nella pellicola Il morso del serpente, di Luigi Parisi e nel 2014 ha interpretato il film documentario Protagonisti per sempre di Mimmo Verdesca, che ha vinto nel 2015 il Giffoni Film Festival come miglior documentario. Nel 2022, Cascio ha pubblicato un libro autobiografico, La gloria e la prova, in cui racconta la sua vita da attore bambino e la difficile convivenza con la retinite pigmentosa, malattia da cui è affetto.

Totò Cascio, la malattia diagnosticata a 11 anni

Toto Cascio aveva appena undici anni quando arrivò la diagnosi della retinite pigmentosa, a ridosso delle offerte di lavoro che arrivavano numerose dopo il successo di Nuovo Cinema Paradiso. Dagli Oscar all’incontro con Sylvester Stallone, dalle battute con Celentano ai palleggi con Baggio e Vialli passando per i viaggi negli Stati Uniti e in Giappone e agli incontri con Gregory Peck ed Ennio Morricone, la vita del piccolo Totò era piena di avvenimenti importanti che, a un certo punto, subirono una battuta d’arresto. “Poi qualcuno intorno a me cominciò ad accorgersi che qualcosa nei miei occhi non funzionava. Anzi, fu Blasco Giurato, direttore della fotografia di Tornatore, a suggerire a mio padre di approfondire la cosa. La diagnosi, formulata in un importante centro di cura in Svizzera, non lasciava scampo: retinite pigmentosa, una grave malattia agli occhi che porta alla perdita progressiva della vista”.

All’inizio non fu semplice e la reazione immediata fu quella di ignorare il problema “nascondendomi, cosa che ho fatto fino a quando non mi sono deciso a chiedere aiuto e a curarmi” ha confidato: “Andavo a fare i provini e ovviamente ci si accorgeva che qualcosa non andava. Ma io immaginavo la cecità come il buio perfetto e fino a quando ho visto un poco di luce mi sono rifiutato di accettarla. È stato questo il mio errore: nascondermi. Se invece avessi chiesto subito aiuto non avrei vissuto fino a quasi 40 anni nell’isolamento più totale”.

Oggi Cascio ha maturato una grande diffidenza: “Se diventi molto famoso a soli otto anni in un paesino della Sicilia (tra Chiusa Sclafani e Palazzo Adriano, Palermo, ndr) devi aspettarti l’invidia. La cattiveria sotto forma di battute, piccole malignità anche per la mia famiglia. E poi non pensi che la malattia stessa sia immune da sarcasmo” ha proseguito: “Sia io che mio fratello, che peraltro soffre della mia stessa patologia, siamo stati bersagli facili. Tutto questo mi ha portato a chiudermi. Una volta, quando ormai erano passati anni dal film, feci una passeggiata con Tornatore. Lui mi chiese: “Che cosa c’è che non va?”. Non gli dissi nulla. Non dissi nulla nemmeno ai registi che mi cercavano…”.

Dopo un grande lavoro su se stesso grazie alla psicoterapia, l’ex attore è riuscito ad accettare la malattia, convidendo con le difficoltà e qualche nostalgia: “Non ho fatto in tempo a vedere il volto dei miei due nipotini, e questo è un grande rammarico” ha concluso: “Poi, certo, mi manca il non poter guardare le belle donne, ma ho fatto in tempo a vedere i gol di Totti e, insomma, dai, va bene così”.