Fuga da Alcatraz, la storia vera che ha ispirato il film con Eastwood

Fuga da Alcatraz, la storia vera che ha ispirato il film con Eastwood

Nel 1979 Don Siegel realizza il film dell’esperienza carceraria per antonomasia. Girato fra le mura della prigione di Alcatraz, il regista raccoglie una storia accaduta dentro quell’istituto di massima sicurezza. Si ispira al libro di J. Campbell Bruce, che riassume la vicenda di Frank Morris e dei fratelli Anglin contro le sbarre della prigione.
Clint Eastwood in una scena del film Fuga da Alcatraz e una foto della cella della prigione

Sentendo parlare di Fuga da Alcatraz forse vi verrà soltanto da dire che siamo davanti al film di ambientazione carceraria e thriller più grande di sempre. Non potete non sapere, allora, che questa sera 25 marzo 2024 Iris (canale 22) lo trasmette in prima serata alle ore 21. Ma quella storia non riguarda soltanto Clint Eastwood e i suoi co-protagonisti. La trama è ispirata ad una storia incredibilmente vera, e noi l’abbiamo ricostruita qui sotto per voi!

Quello di Alcatraz, lo sappiamo, è un carcere di massima sicurezza e si trova in un’isola della baia di San Francisco, nell’Oceano Pacifico. Da lì, l’11 giugno 1962, evasero Frank Morris, John Anglin e Clarence Anglin. Mai nessuno, fino ad allora, era riuscito nell’impresa e il loro piano fu impeccabile e – per questo – tanto criminoso quanto affascinante.

Tramite un condotto dietro le loro celle Morris e i due fratelli Anglin uscirono da Alcatraz durante la notte. Prima di entrare nel vano tolsero la ventola dell’aria servendosi di un cucchiaio che saldarono – con mezzi artigianali – ad un motore rubato. Pare che effettuarono quest’operazione rumorosa durante un programma che faceva parte degli ammorbidimenti delle regole del carcere. Era prevista, infatti, un’ora di musica durante la quale i carcerati potevano suonare i loro strumenti musicali. Fu l’occasione perfetta che consentì ai tre fuggitivi di essere coperti dal caos e scavare il muro senza destare sospetti. A lavoro concluso coprirono il vano in modo da ingannare le guardie e non fargli immaginare il buco nascosto proprio lì dietro.

Fecero ancora di più, e lo vediamo anche nel film. Per fregare meglio le guardie realizzarono anche delle teste di cartapesta con cui finsero di essere a letto e scamparono ai controlli orari che i poliziotti compivano davanti alle celle per accertarsi che tutto fosse apposto. Alla costruzione delle teste accompagnarono quella di un gommone, con cinquanta impermeabili che rubarono nel corso della permanenza in carcere. Lasceranno l’isola di Alcatraz, infatti, a borso del gommone verso un futuro ignoto.

Di Frank Morris, John Anglin e Clarence Anglin da allora non si ebbero più tracce. Sono ancora oggi nella lista dei ricercati, nonostante larga parte dell’FBI concluse che dovrebbero essere annegati nella baia che circonda l’isola prima di entrare nel Pacifico. Il mistero, nel tempo, si è infittito di ipotesi e prove, come quella della famiglia Anglin che ha fornito una foto in cui i due evasi si vedono ritratti in Brasile nel 1975. Su Frank Morris tutto tace.

L’anno dopo il carcere venne chiuso, e a noi stasera non resta che recuperare l’avvincente storia di Fuga da Alcatraz, con Clint Eastwood, Jack Thibeau e Fred Ward (scomparso pochi anni fa) nei panni dei fuggitivi più famosi della storia umana. Nel frattempo, qui trovate la nostra recensione di un film tanto eclatante quanto la sua storia vera!

Facebook
Twitter